Liberiamoci dai “social”: sono fonte di distorsione della realtà, impoverimento culturale, disturbi psico-attitudinali, degrado della politica

Cari amici buongiorno. L’epoca buia e triste della Storia in cui siamo precipitati evidenzia sempre di più il fenomeno dell’ascesa al potere reale o virtuale dei mediocri e delle nullità che si sentono superiori e migliori, culminando nel degrado morale e nell’inefficienza politica dei vertici di chi è preposto a governare lo Stato e in disturbi psico-attitudinali dei singoli.

Un interessante contributo alla comprensione di questo fenomeno di degenerazione sociale e di disturbo mentale è l’analisi della realtà dei «tuttologi da social» o «internettologi» fatta da Lorenzo Dornetti, Direttore del Laboratorio di neuroscienze privato Neurovendita Lab, studioso di Psicologia applicata al Marketing commerciale. In un’intervista raccolta da Alberto Ferrigolo e pubblicata il 31 maggio 2022 dall’Agi, Dornetti dice: «Individui poco esperti in un determinato campo sopravvalutano le proprie abilità e finiscono con il ritenersi competenti e sono sinceramente convinti di saperne più della media. Questa irrazionale percezione di sé è alla base del bisogno compulsivo di commentare».

Si chiama «effetto Dunning-Kruger» in omaggio a due psicologi che hanno studiato specificamente questo fenomeno: «Si genera un effetto paradossale: persone con una ridotta esperienza in un’area hanno la sensazione di aver capito e commentano con toni e modalità che rivelano la convinzione di essere depositari del sapere. Persone molto competenti, con una forte esperienza in quello specifico settore ne abbracciano la complessità e comprendono che ogni giudizio merita approfondimenti ed è probabilistico. Questo approccio non si adatta alla sintesi richiesta dai tweet o dalle stories e quindi, le persone più competenti usano i social in misura minore per commentare, mentre chi ha una conoscenza superficiale trova proprio nei social lo spazio perfetto per esprimersi. Questo determina uno squilibrio e un impoverimento dell’informazione corretta nello spazio, dove dati alla mano, si informa la maggior parte degli italiani adulti».

Dornetti sottolinea la negatività intrinseca ai cosiddetti “social”, intesi sia come lo strumento tecnologico dello smartphone, sia come i vari contenitori virtuali Facebook, Whatsapp, Twitter e tutti gli altri, e ciò si deve essenzialmente a due fattori: «Da un lato aumenta l’autostima perché sentirsi competenti piace, anche quando non lo si è davvero. Dall’altro dipende dall’assenza di feedback. Gli esperti di un argomento hanno sostenuto contraddittori ed esami e questo ha significato ricevere feedback che li hanno indotti a migliorarsi, sviluppando così una maggiore consapevolezza di sé. Chi non studia (nel senso ampio del termine), non ha modo di confrontarsi e si fida della propria sapienza intuitiva, con il risultato che bastano le prime righe di Wikipedia per avere la sensazione di aver compreso anche temi complessi».

Per Dornetti «l’effetto Dunning-Kruger è potenziato nella nostra epoca ipertecnologica che offre un’ampia facilità di accesso all’informazione». La conseguenza psico-attitudinale è che «chi si sovrastima mostra un’attivazione cerebrale precoce, mentre chi si sottostima, chi ne sa davvero, attiva un’onda più tardiva. Il cervello di chi è esperto ha bisogno di più tempo per recuperare ricordi e informazioni. A domanda diretta solo il 30% di sotto-estimatori, ovvero di quelle persone che attivavano il cervello in maniera lenta e che conoscevano in profondità il prodotto in questione, si rendevano disponibili a scrivere pubblicamente il loro parere sui social. Tra i sovra-estimatori, poco competenti, con un’attivazione cerebrale immediata, oltre l’80% era aperto a comunicare il proprio punto di vista».

Cari amici, dobbiamo liberarci dai cosiddetti “social” perché sono fonte di distorsione della realtà, impoverimento culturale, disturbi psico-attitudinali, degrado della politica. Più in profondità dobbiamo liberarci dall’ideologia disumanizzante del bruciare i tempi, del «tutto e subito», del «mordi e fuggi», del «cotto e mangiato», che premia i furbi e penalizza gli intelligenti, favorisce la tuttologia e umilia la competenza, porta al potere gli spregiudicati e condanna all’insuccesso i meritevoli. Ebbene, questo processo di affrancamento da un’epoca all’insegna della velocità, dell’ansia di successo, dell’avidità, dell’apparire, del pressapochismo, del relativismo e dell’immoralità, comporta da parte nostra l’adesione alla cultura che mette al centro la persona, con la concezione del tempo a dimensione d’uomo, la certezza della verità, la corretta rappresentazione della realtà, la valorizzazione delle competenze, la positività della meritocrazia, la crescita interiore e l’adesione a un progetto che dia un senso compiuto alla nostra esistenza. Sono queste le basi su cui si fonda il processo di formazione culturale, mobilitazione civile e azione politica costruttiva promosso dalla Comunità Casa della Civiltà.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Fondatore e Presidente della Casa della Civiltà

Giovedì 2 giugno 2022

2 commenti su “Liberiamoci dai “social”: sono fonte di distorsione della realtà, impoverimento culturale, disturbi psico-attitudinali, degrado della politica

  1. La tentazione di buttare nel secchio il mio smartphone e tornare a vivere senza stare a disposiziine di chicchessia h 24 non mi è affatto nuova; purtroppo però ormai anche il mio lavoro passa attraverso i social e poi, con la pandemia, anche per me, come per i più l’uso dei social è diventato il surrogato della vita sociale, che ci veniva negata.
    L’unica via per disintossicarmi probabilmente è proprio quella dell’autodisciplina, che conduce a usare i social sfruttandone i vantaggi, che pure esistono, senza venirne fagocitati.

  2. Concordo con l’uso improprio e eccessivo di oggi dei social.
    Dovrebbero tornare ad essere quello che erano in origine: messaggi veloci, immediati, avvisi operativi, ma non certo fonte di saperi o dibattito costruttivo e meditato, che appunto si ottiene solo dopo il silenzio, la riflessione è l’informazione corretta e con un confronto de visu che ricerchi la verità.
    Oltretutto non garantiscono la libertà delle idee, né la democrazia ed il rispetto dell’autonomia delle persone.
    Giusto, quindi usarle solo come bacheche e avviso, come lucine per seguire il sito.

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