Votare i Referendum abrogativi è un raggiro della sovranità popolare

Cari amici Buona Domenica del Signore. Molti italiani si recano alle urne con lo stesso spirito da tifoseria con cui si recano allo stadio. L’importante è che vinca la propria squadra e che perda la squadra avversa, a prescindere da come si gioca, a prescindere dai contenuti dei Referendum o delle elezioni, a prescindere soprattutto dall’eventuale esito positivo nella nostra vita concreta.

La verità è che il referendum abrogativo, al pari delle elezioni senza il voto di preferenza, sono un raggiro della sovranità popolare. Perché il referendum abrogativo, in caso di successo del “Sì”, si limita a abrogare una norma, crea un vuoto legislativo, ma sarà il legislatore con l’inevitabile condizionamento della Magistrocrazia a colmare quel vuoto promulgando una nuova norma di legge che, in diversi casi, non ha modificato sostanzialmente nulla. Di fatto non siamo noi cittadini a elaborare la proposta e assumere un ruolo costruttivo, ma ci è soltanto consentito di trasformare la matita del seggio elettorale in un piccone per scalfire una norma di legge, dando sfogo alla nostra denuncia e comportandoci in modo distruttivo.

Lo stesso accade quando alle elezioni nazionali si vota senza il voto di preferenza, facendo venir meno il rapporto fiduciario tra gli elettori e gli eletti che è il fulcro della democrazia sostanziale ed è l’autentica espressione della sovranità popolare. Perché se noi cittadini possiamo esclusivamente scegliere dei candidati indicati dai partiti, i cui nomi sono già scritti sulla scheda elettorale, concedendoci solo la facoltà di segnare una croce sui nomi, di fatto sono i partiti a usare i cittadini per conseguire le proprie logiche di potere e non si comportano come un’istituzione al servizio dei cittadini, trasformando le elezioni nel principale sfogatoio nazionale di massa per incanalare il consenso o la denuncia, offrendo soddisfazione a chi vince e attenuando comunque la protesta.

Questo comportamento dello Stato corrisponde a concepire i cittadini come dei minorati, incapaci non solo di scegliere in piena autonomia ma persino di intendere e di volere, dando loro in pasto degli “sfogatoi” per metabolizzare la frustrazione, la rabbia e la possibile violenza alienandoli nel rito delle elezioni e, soprattutto, radicando in noi la “denuncite”, la denuncia fine a se stessa, che ci limita nel perseguire ininterrottamente l’avversario con cui sfogarci, impedendoci di concentrarci sulla proposta per risolvere al meglio il problema. 

 

In questo contesto si matura il convincimento che bisogna comunque andare a votare con la logica della scelta del “meno peggio”. Votiamo il referendum promosso dalla Lega e dai radicali pur di contrastare il Partito Democratico. Oppure si afferma che è sempre meglio dare un segnale di voglia di cambiamento al Governo, anziché  consolidare la percezione del generale disinteresse della popolazione. Oppure si arriva al punto di convincersi che sia doveroso votare a prescindere da ciò che scriviamo sulla scheda, per attestare che noi teniamo all’esercizio del diritto di voto, prima che ce lo tolgano del tutto o ci privino dell’istituto del referendum.

Molti ripetono come pappagalli che il Governo non ci fa votare, e non è vero, sostenendo che da Monti in poi i capi di Governo non sono stati eletti, ed è vero. Il problema non sono le elezioni, che si sono svolte regolarmente, ma il sistema elettorale appiattito sulla “rappresentatività”, che non consente la “governabilità”. È una scelta ideologica avviata nel Dopoguerra per allontanare lo spettro dell’uomo forte di mussoliniana memoria. Successivamente ci hanno detto che il voto di preferenza favorisce l’infiltrazione della Mafia nel potere. Più in generale il partito che, secondo i sondaggi, potrebbe vincere le elezioni con alte percentuali di successo, tende a promuovere un sistema elettorale maggioritario in cui a rigore dovrebbe essere contemplato il voto di preferenza, mentre tutti i partiti di cui i sondaggi preannunciano risultati elettorali mediocri insistono per il sistema elettorale proporzionale. Ed è così che l’Italia, tra i tanti primati negativi che sta collezionando negli ultimi decenni, è diventato l’unico Stato al Mondo che concorre con un sistema elettorale diverso a ciascuna votazione nazionale, perché i partiti che stanno al Governo cambiano in continuazione le regole pur di perpetuare il proprio potere. 

La composizione del Governo Draghi è la massima rappresentazione della «partitocrazia consociativa» che ci fa toccare con mano il fatto che i partiti non hanno più alcuna identità ideologica e alcuna etica comportamentale, e che sono tutti appiattiti e concordi sulla spartizione delle fette di potere costi quel che costi. Questo è il quadro desolante della civiltà decaduta, dello Stato collassato, della democrazia marcia e della Giustizia morta. 

Cari amici, ognuno è liberissimo di andare a votare per il Referendum odierno sui cinque quesiti concernenti l’operato della Magistratura. L’importante è essere consapevoli della realtà del referendum abrogativo. Per una questione di coerenza tra ciò che ciò che dico, ciò in cui credo e ciò che concretamente faccio, io non andrò a votare. Continuo a impegnarmi con maggior vigore per dare il mio contributo, nel contesto della Comunità Casa della Civiltà, per promuovere la formazione culturale, la mobilitazione e la disobbedienza civile, l’azione politica costruttiva che possano tradursi nella rinascita della nostra civiltà, nella salvezza degli italiani e nel riscatto dell’Italia.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam

Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Domenica 12 giugno 2022

3 commenti su “Votare i Referendum abrogativi è un raggiro della sovranità popolare

  1. Grazie Magdi, le tue parole mi hanno aperto gli occhi.
    Devo dire che il mio intento era andare a votare proprio perché avevo avuto sentore che il loro desiderio era che non andassimo. Lo facevo per dispetto. Poca spiegazione su questi referendum, trasparenza inesistente, un solo giorno per votare… tutto sempre così superficiale ed approssimativo, queste “regole” di governo sempre così astruse e serpeggianti, le tue parole mi hanno aiutata a capire meglio sicché oggi (domenica) la dedico al lavoro che, almeno, aiuto la mia famiglia.

  2. Grazie Magdi. La tua ricostruzione della situazione politica che stiamo vivendo è ineccepibile. È per gli stessi motivi che ho ritenuto di non andare a votare. Inutile dire che condivido la tua riflessione. Queste sono le solite “operazioni partitiche” e scegliere di non andare a votare oggi non solo è una scelta legittima ma una presa di distanza da un sistema politico corrotto e marcio dall’interno che non ha nessuna voglia di ripulirsi. Questo referendum dal tema complicato per chi non è del mestiere e del quale c’è stata un’assenza di informazione probabilmente non raggiungerà nemmeno il quorum con il risultato che, come al solito, abbiamo buttato una marea di quattrini.

  3. Quello che dici Magdi è la pura verità, ne siamo consci e lavoriamo per questo.
    Ma ancora una proposta non c’è, siamo in una fase di stasi, quasi di impotenza, frustrante, per cui cerchiamo di cambiare almeno gli uomini pericolosi al comando. Rovesciare tutto richiede tempo e volontà generale.
    Oggi votare è un contentino personale, consci ovviamente del valore attuale dei referendum. Come dire:ci provo sempre….
    Ma non lo suggerisco a nessuno, ognuno fa la scelta che ritiene opportuna, io annullo le schede.

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