“L’onnipresente estetica contemporanea dell’ospedale occidentale, caratterizzata dalle sue superfici levigate, dalla segnaletica tipografica Helvetica e dall’illuminazione artificiale, è intensificata dal personale che si precipita nei suoi corridoi indossando camici bianchi e impugnando appunti, con un battito cardiaco di sottofondo di segnali acustici elettronici e annunci di tannino.
Tutto è artificiale e tutto è appositamente progettato per suscitare nel paziente una risposta emotiva: ansia, deferenza, paura.
Il paesaggio freddo e sterile è privo di qualsiasi traccia di natura o umanità. Tutti sono stati volutamente cancellati per costruire una cattedrale perfetta per la tecnologia, ancora una volta, priva di natura in modo da piantare un seme subliminale nella psiche collettiva che si svilupperà nella convinzione che la natura sia sporca e incapace di guarire. Solo la chiesa delle big pharma può guarire.”
In campo sanitario, per trovare una traccia di senso di umanità si deve andare in uno studio veterinario.
Troverai un medico che con un bel sorriso accoglie l’animale con grande rispetto, calore umano, dandogli tutta la cura e l’attenzione che un paziente se li sogna di avere in un ospedale.
Siamo diventati umani (fin troppo) con le bestie e bestie con gli umani considerati dalla grande finanza speculativa, che sostiene e alimenta la dittatura sanitaria delle multinazionali farmaceutiche, carne da macello. Da macellare sull’altare della chiesa Big Pharma.
brava MariaLuisa proprio cosi! se potessi andrei a farmi curare dal veterinario, molto più umano.
bisogna dire che ci sono riusciti quasi perfettamente. Dico “quasi” perché fortunatamente, e grazie a te Leonardo, a Silvana De Mari, al Dott. Frajese e agli altri scienziati che hanno mantenuto la schiena dritta, che abbiamo avuto informazioni corrette anche dal punto di vista sanitario. Poi Magdi ha costruito questo progetto nel quale sono confluite anche altre menti libere e questo è stato veramente fortificante per lo spirito. Grazie a tutti voi
concordo con ciò che hai scritto Andreina!