In Italia rischiano di scomparire i giornali cartacei e le edicole. Serve una «rivoluzione culturale» per riscoprire il piacere della lettura

Cari amici buongiorno. I giornali cartacei sembrano destinati a estinguersi in Italia. In parallelo chiudono sempre più edicole. Quando nel 2008 rassegnai le dimissioni da vice-Direttore del Corriere della Sera, dopo aver maturato la scelta di impegnarmi nella politica da me concepita come riscatto dell’Italia, salvezza degli italiani e rinascita della nostra civiltà, il Corriere della Sera, al pari di La Repubblica, vendeva mediamente 600 mila copie al giorno in edicola.

I dati riferiti al settembre 2021 attestano che il Corriere della Sera vendeva in media 155 mila copie al giorno, con un crollo del 75%. La Repubblica vendeva in media 103 mila copie al giorno, con un crollo dell’83%. Sono crollate le vendite di tutti i giornali a diffusione nazionale, ad eccezione di La Verità che è aumentato da 29.943 copie nel febbraio 2021 a 39.669 copie nel febbraio 2022, con una crescita del 32,48%.

I ricavi della vendita dei giornali che fanno parte di gruppi quotati in Borsa si sono più che dimezzati dal 2010 al 2020, passando da 4,4 miliardi a 2 miliardi. In un decennio il sistema dell’informazione ha registrato perdite di 2,4 miliardi.

 

Se fate una ricerca in Rete sulla crisi dei giornali italiani, sin dai titoli si tocca con mano la tragica realtà: «Vendite giornali novembre 2021, ormai sembra un necrologio: mercato dimezzato in 5 anni»; «Vendite giornali dicembre 2021, si tocca il fondo: nuovo minimo storico, 1,2 mln di copie, 34% di meno in 5 anni»; «Quotidiani, in Italia numeri impietosi: il calo di fiducia nelle testate è tangibile»; «Il decennio da incubo dell’editoria: persi ricavi per 2,4 miliardi.»; «I grandi giornali, tutti quotati, sono in crisi strutturale. Sempre meno copie fisiche vendute, mentre il digitale cresce ma non a sufficienza per tamponare il calo dei ricavi.»; «I quotidiani in Italia sono sempre meno letti»; «Dove i giornali sono un ricordo».

 

In parallelo al crollo delle vendite dei giornali, assistiamo alla crescente chiusura delle edicole. Negli ultimi quindici anni, hanno chiuso più di 11 mila edicole su 37 mila. I chioschi, in particolare, sono diminuiti del 61 per cento. Oggi ne restano 7.200. Chi è rimasto aperto, per compensare il drastico calo di vendite dei giornali, cerca alternative, come la vendita di prodotti alimentari di qualità, servizi come la consegna dei pacchi, trasformarsi in un punto d’incontro sullo stile di un piccolo bar dove si può bere il caffè e leggere il giornale. Secondo i dati del Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, nel primo semestre del 2020 a livello nazionale hanno chiuso 1.410 edicole, che salgono a 2.027 se si includono anche i punti non esclusivi e la previsione di perderne un altro migliaio entro l’anno. Si è assistito in media a un calo del 30% con punte del 70%, frenato solo dall’intervento del Governo con il bonus edicole.

 

Il crollo delle vendite dei giornali e la conseguente chiusura delle edicole si deve a un insieme di cause. Innanzitutto la perdita di credibilità e di autorevolezza non solo della carta stampata ma dell’insieme dei mezzi di informazione di massa, al punto che oggi sono delle fotocopie, delle veline dell’unico vero padrone-editore, che è la grande finanza speculativa globalizzata, che ormai controlla il potere politico e economico. Poi il calo del reddito degli italiani che hanno tagliato la spesa dei beni culturali, libri e giornali. Quindi il tracollo demografico che ha accresciuto la fascia degli anziani che non sono più in grado di leggere o che comunque non possono permettersi di acquistare il giornale. Nel contesto della realtà demografica va rilevato che i giovani non leggono e non comprano i giornali. Proprio i giovani evidenziano la crescita inarrestabile dell’uso della Rete, non solo per socializzare, ma anche per informarsi, trovando all’interno della Rete tutto e il contrario di tutto, l’informazione corretta e quella falsa frutto di manipolazione intenzionale.

 

Cari amici, gli italiani sono grafomani, molti italiani hanno un manoscritto che vorrebbero pubblicare. Ma gli italiani sono tra le popolazioni europee quelli che leggono meno e soprattutto che comprano meno testi da leggere, sia che si tratti di libri o di giornali. Gli italiani si confermano come tra i più creativi ma al tempo stesso tra i meno informati e meno colti. Chi scrive ma non legge ciò che scrivono gli altri ha una visuale ristretta, è autoreferenziale, difetta sul piano dell’approfondimento e del confronto.

Noi dobbiamo impegnarci per promuovere la formazione culturale fondata sulla lettura, la corretta rappresentazione della realtà, l’approfondimento, la riflessione, il confronto, l’elaborazione di una proposta qualitativamente migliore. In Italia serve una vera rivoluzione culturale.

 

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

 

Magdi Cristiano Allam

Fondatore e Presidente della Casa della Civiltà

 

Venerdì 17 giugno 2022

7 commenti su “In Italia rischiano di scomparire i giornali cartacei e le edicole. Serve una «rivoluzione culturale» per riscoprire il piacere della lettura

  1. Che si leggano e si acquistino meno giornali, come evidenziato da Magdi, è una bella notizia. Una persona sensata e non omologata ci tiene a stare lontano dal sistema degradante dell’ informazione cartacea. Purtroppo lo stesso grosso calo non si verifica per l’ informazione on line. Ci sono ancora tanti milioni di persone che vengono formattate e abbrutite da una falsa informazione asservita dai poteri partitici.
    Che ci sia un grande calo anche per gli acquisti dei libri è parimenti vero.
    Ma dal mio punto di osservazione, non corredato da cifre ufficiali (dirigo un banco di libri usati e da collezionismo) posso dire che non solo i banchi di libri nei mercatini di cose antiche o usate sono aumentati, ( i prezzi sono circa un terzo rispetto ai libri nuovi), ma che sono anche frequentati da molti giovani e anziani, che così compensano l’ impossibilità di acquistare libri nuovi ai prezzi correnti.
    Mi dispiace però constatare che circa l’80,% dei libri che si acquistano in questo settore sono di narrativa, e nell’ ambito della narrativa è in forte aumento l’acquisto dei thriller, anche di autori italiani, pompati dai mass media. Se i classici e la letteratura colta tiene, la narrativa classica per ragazzi, quella che abbiamo letto noi attempatelli (Salgari, Verne, Defoè, libro Cuore e altri) non fa più presa nei giovani genitori, che preferiscono acquistare per i loro ragazzi dei prodotti commerciali effimeri e di bassa qualità.

  2. “Leggete qualsiasi cosa, un libro, un libretto d’istruzioni, una rivista, purché sia su fogli di carta. Perché leggere, spesso idiozie scritte dall’idiota influencer di turno, su un cellulare danneggia gli occhi per la luce emessa dallo schermo, il cervello per le radiazioni, la colonna vertebrale per la postura sbagliata. E poi avere un libro in mano è chic, il cellulare fa cafone”. I direi questo ai miei figli se non li vedessi con un libro in mano. Per fortuna non è così.

  3. Sin da bambino sono un lettore collezionista di fumetti di “TEX”. Ce li ho tutti. Frequento l’edicola una volta al mese per acquistare il fumetto. Da tempo non leggo i quotidiani, giornali oggi tutti schierati alla dittatura vigente, per questo mi fanno schifo.
    Unico giornale che saltuariamente acquisto, è “La Verità”, mosca bianca del panorama attuale. Prendo atto della crisi dei giornalai e da un lato, perdonatemi la libertà, penso possa essere una freccia al nostro arco: più settori andranno in crisi, più la rabbia della gente aumenterà, più gli occhi si apriranno e potremo trovare gente che la pensa come noi, che si schieri con noi per ribaltare la dittatura, tornare alla libertà ed alla autodeterminazione dell’Italia e degli Italiani.

  4. Effettivamente mi ho detto il proprietario dell’dicola dove acquisto i quotidiani, che vende molto poco. Personalmente dai 3 quotidiani che giornalmente acquistano, sono arrivata ad uno solo, la Verità. Non acquisto neanche quello di cronaca locale, perché è infarcito dall’idea politica governativa. Di quotidiani liberi non ce sono e allora faccio a meno di acquistarne. È un peccato, credo che anche troppi telegiornali, uno per ogni rete televisiva, diano l’illusione di fornire informazioni sicure e indipendenti. Sono purtroppo tutti omologati. Ascolto a volte il notiziario di Byoblu. In Svizzera ho solo un notiziario televisivo, molto leggero e direi quasi inutile. Di quotidiani ce sono 2, anche questi con cronaca locale. Informarsi davvero è diventata una cosa difficile.

  5. Per una lettrice appassionata come me è sconcertante leggere questi dati ai quali aggiungerei anche il problema della pirateria, fenomeno che riguarda soprattutto gli studenti e i professionisti. Questo malcostume coinvolge quasi due italiani su tre, e ciò che stupisce maggiormente sono le categorie. La maggioranza sono studenti universitari o professionisti, tipo avvocati, commercialisti, ingegneri etc. Il giovane potrebbe accampare il problema economico e l’aumento recente dei prezzi causa il costo della carta. Quello che trovo intollerabile è l’atteggiamento degli adulti specialmente quando si legge le categorie a cui appartengono le percentuali. Come fanno a non comprendere le conseguenze di questo loro gesto? L’abitudine di scaricare tutto illegalmente porta inevitabilmente ad accumulare montagne di informazioni spesso poco fondate o totalmente false. Siamo oberati dalle informazioni, ma mai come ora siamo così poco informati da cosa accade veramente. Oggi la massa non vuole cultura, ma svago.
    La rivoluzione culturale inizia con il comprendere che la cultura è coscienza civile, creazione di vita, è il punto cardine che rende l’uomo veramente libero.

  6. Grazie Magdi Cristiano per questa analisi sulla grave crisi della carta stampata.
    La disaffezione verso il quotidiano dipende sicuramente dai tanti fattori evidenziati, ma la perdita di credibilità di alcune testate divenute il megafono della propaganda globalista è sicuramente figlia di precise e deprecabile scelte editoriali. Viva La Verità..

  7. Sotto l’ufficio dove lavoro c è l ‘edicola storica per me, fino ad una decina di anni fa acquistavo qualche quotidiano e riviste a tema come moda cucina e casa. Purtroppo soprattutto a causa dell ‘aumento dei prezzi della carta stampata e soprattutto la diminuzione del potere di acquisto della moneta ho dovuto drasticamente ridurre le spese legate ad un certo tipo di lettura. Ormai l edicola è diventata solo una rivendita di occhiali di scarsa qualità, mascherine e biglietti dell’autobus; ho notato che non vendono più neanche le “figurine” che fino a qualche anno fa facevano la gioia di tanti bambini. Siamo davanti ad un altro cambiamento epocale, peccato che questo riguardi la lettura e la cultura.

Rispondi a Stefano Di Francesco Annulla risposta

error: Questo contenuto è protetto