Draghi se ne va e torna il gas russo. Grazie al pragmatismo di Putin e dell’Eni

Cari amici buongiorno. Proprio nel giorno in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha reiterato le proprie dimissioni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha accolte sciogliendo il Parlamento ed è stata annunciata la data del 25 settembre per le nuove elezioni, la Russia è ripristinato le normali forniture di gas all’Italia e all’Europa.
È stata una certamente una coincidenza. Ieri mattina, dopo dieci giorni di manutenzione, ha ripreso il flusso regolare di gas sul gasdotto Nord Stream 1 che serve principalmente la Germania e l’Italia.
L’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi, ha fatto sapere che Gazprom, la multinazionale controllata dal Governo della Federazione Russa, ha comunicato la consegna di volumi di gas pari a circa 36 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 21 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi.
Il 20 luglio il Presidente russo Vladimir Putin, dopo una visita a Teheran, aveva rassicurato: «Gazprom rispetterà in pieno gli impegni di esportazioni di gas. Gazprom ha adempiuto, sta adempiendo e adempirà pienamente ai suoi obblighi. Gazprom è pronta a pompare quanto necessario. Non c’è dubbio che i nostri partner stiano dando la colpa o cercando di dare la colpa di tutti i loro errori alla Russia e a Gazprom. Gli europei hanno scommesso su fonti energetiche non tradizionali».
Sempre il 20 luglio Mario Draghi, nel suo intervento al Senato in cui ha chiesto la fiducia al Governo dopo aver rassegnato le dimissioni il 14 luglio, aveva detto: «Abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40% a meno del 25% del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo».
In un’analisi pubblicata dall’Agenzia Agi dell’Eni, che riprende una valutazione della Commissione Europea, si precisava che «senza gas russo l’Italia rischia oltre 5,5 punti di Pil (Prodotto interno lordo».
In uno studio a cura di Federico Petroni pubblicato dalla rivista di geopolitica “Limes” lo scorso 17 luglio si chiarisce che l’insieme delle fonti alternative di gas non potrebbero colmare la perdita del gas russo: «Da Nord, i declinanti giacimenti olandesi o norvegesi non potranno coprire l’ammanco. Nemmeno i circa 15 miliardi di metri cubi provenienti da ovest (Stati Uniti). Resta il fronte Sud, con la Penisola Italiana naturale candidata a ricevere un aumento di flussi via Mediterraneo. Nemmeno questi incrementi saranno sufficienti a mettere completamente al riparo da aziende senza energia e disagi per i cittadini. L’accordo Commissione-Azerbaigian prevede di aumentare le forniture di gas da 8 a 12 miliardi di metri cubi annui già nel 2022 e di portarle a quota 20 entro il 2027. Con Algeri, Roma si era già accordata per incrementare di 9 miliardi di metri cubi l’import nel 2023-24 e in queste ore ha annunciato ulteriori 4 miliardi, che non è chiaro se si aggiungano ai 3 miliardi in più per il 2022 già promessi ad aprile. Per mettere in prospettiva, dalla Russia soltanto in un anno l’Italia importa tra i 25 e i 30 miliardi di metri cubi di gas».

Dobbiamo prendere atto che la posizione di scontro frontale e totale deciso da Draghi nei confronti della Russia ha danneggiato principalmente l’Italia. Le bollette del gas sono quintuplicate condannando a morte tantissime piccole imprese e mettendo in sofferenza le famiglie italiane. In piena estate cominciano anche le interruzioni della corrente elettrica. I prezzi di tutti i beni alimentari e prodotti industriali sono sensibilmente lievitati.
Dobbiamo essere grati al pragmatismo di Putin e dell’Eni se l’Italia continua a ricevere le forniture di gas necessarie e concordate. Da un certo punto di vista è una fortuna che la vera politica energetica e, parzialmente, la vera politica estera dell’Italia la faccia l’Eni e non Draghi o i Governi che l’hanno preceduto.

Cari amici, la Casa della Civiltà promuove il conseguimento della piena autonomia energetica dell’Italia affrancandoci dalla schiavitù degli idrocarburi che sono comunque una fonte in via di esaurimento. L’investimento principale va fatto nei termovalorizzatori e nelle centrali nucleari di ultima generazione a zero emissioni nocive e massima sicurezza.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Venerdì 22 luglio 2022

4 commenti su “Draghi se ne va e torna il gas russo. Grazie al pragmatismo di Putin e dell’Eni

  1. Non è un caso che, all’indomani delle confermate dimissioni di Draghi, Putin abbia disposto il ripristino delle forniture di gas interrotte. Non è un caso che la data delle elezioni sia stata fissata al 25 settembre, così facendo i vitalizi dei parlamentari sono garantiti. Non è un caso che il governo Draghi sia caduto a ridosso delle vacanze estive, volutamente prive di ogni restrizione, inducendo gli Italiani a non rinunciarvi. Il tempo ristretto si ridurrà a meno di un mese per organizzare le elezioni, le probabili alleanze e coalizioni di centro destra. Il ” dulcis in fundo” sarà l’irrinunciabile assenteismo al voto del centro destra. Spero di sbagliare.

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