Le piccole e medie imprese in prima linea nel sostegno ai propri dipendenti in difficoltà per il caro-vita. Questo Stato onerosissimo e corrottissimo continua a tassare persino questi aiuti straordinari

Cari amici buongiorno e buon fine settimana. Alcune imprese, soprattutto piccole e medie, hanno deciso di donare una o più mensilità in più o un contributo speciale per aiutare i propri dipendenti a fronteggiare l’impennata del costo della vita.
Ciò che risalta è che le imprese più piccole sono, in rapporto ai propri introiti, le più generose perché evidentemente hanno maggiormente a cuore il benessere dei propri dipendenti concepiti come parte integrante dell’attività dell’impresa, perché il titolare ha investito per la crescita professionale di ciascun dipendente che a tutti gli effetti diventa una risorsa vitale che si vuole salvaguardare, perché tra il titolare e i dipendenti c’è un rapporto personale che potrebbe sussistere da decenni, coinvolgere le rispettive famiglie, tramandarsi da padre in figlio, estendersi ad ambiti sociali al di fuori dell’azienda.

Marco Piccolo, alla guida dell’azienda familiare di cosmetici Reynaldi di Rivoli, alle porte di Torino, già da tre anni distribuisce metà degli utili ai dipendenti: «L’anno scorso hanno avuto cinque mensilità extra in busta paga, quest’anno tre perché capitalizziamo una parte dei profitti. Per noi i lavoratori sono come soci». L’azienda familiare è nata negli Anni 80 con un negozio. Oggi la Reynaldi è un laboratorio di cosmetici con produzione e vendita al dettaglio: da 60 mq e un solo dipendente è passata agli attuali 7.500 mq e 75 addetti, produce 100.000 pezzi ogni giorno per clienti di tutto il mondo, anche multinazionali. «Lo stipendio medio dei nostri dipendenti, che io preferisco chiamare collaboratori, è il 37% superiore a quello della media del settore, paghiamo gli straordinari, ci sono premi di produzione contrattualizzati. Alle 16,30 finisce la produzione, alle 17,30 chiudiamo gli uffici: si deve avere la possibilità di andare a prendere i figli a scuola, di avere una vita sociale. La crescita dell’azienda dimostra che questa formula ha successo». La Reynaldi è stata segnalata di recente dalla Commissione Europea in un documento sulle «best practice».

Alberto Bertone, titolare dell’azienda “Acqua Sant’Anna” di Vinadio, in Provincia di Cuneo, ha donato ai suoi circa 200 dipendenti una cifra lorda di circa 800 euro, di cui purtroppo lo Stato si è portato via circa 400 euro di tasse.
Proprio per questa triste realtà, Elisabetta Nonino, della nota famiglia di distillatori friulani, ha apprezzato l’iniziativa di Alberto Bertone auspicando che «possa fare da sprone al Governo perché implementi l’importo defiscalizzato del bonus da 250 euro e lo porti almeno a 1.000 euro».

Al Molino Caputo di Napoli nel mese di giugno hanno dato buoni benzina e buoni spesa per 258 euro netti ai collaboratori.
La Labomar di Treviso a maggio ha dato un bonus di 700 euro ai dipendenti con almeno sei mesi di anzianità.
RadiciGroup ha erogato un contributo di 1.000 euro lordi quale premio una tantum.
Atlante alla fine di giugno ha destinato un “bonus anti-inflazione” di 458 euro per ognuno dei suoi 90 dipendenti.

Alberto Rossi, Presidente e Amministratore della Frittelli Maritime Group, uno dei maggiori operatori del settore marittimo con sede a Ancona, con un fatturato che nel 2020 è calato a 19.278.817 euro rispetto ai 23.238.420 del 2019, ha deciso di donare circa 1.800 euro lordi di contributo straordinario ai 610 dipendenti, con questa motivazione: «Grazie all’impegno di tutti, l’azienda ha saputo cavalcare ogni singolo segnale di recupero, andando in questi mesi ad offrire alla propria clientela servizi di eccellenza con la puntualità e la professionalità che la contraddistinguono da sempre. A tutte le donne e gli uomini che hanno dimostrato ancora una volta di saper affrontare con responsabilità, passione e spirito di sacrificio un periodo ancora ricco di incertezze, va la più sincera riconoscenza e la massima gratitudine del Presidente, con la consapevolezza che la soddisfazione del Gruppo risiede nel camminare giorno dopo giorno al fianco delle proprie risorse e condividerne i successi e le difficoltà».

Matteo Tiraboschi, Presidente di Brembo, azienda leader del settore nello sviluppo e nella produzione di impianti frenanti per veicoli con 12.000 dipendenti e un fatturato di 2,592 miliardi di euro nel 2019, lo scorso maggio ha riconosciuto un contributo straordinario di 1.000 euro a tutti i dipendenti per fronteggiare il caro vita e ha detto: «Supportare e sostenere i collaboratori è un atto dovuto».

Intesa San Paolo, la più grande banca italiana che per il 2022 stima di superare i 4 miliardi di utile netto, ha dato un contributo straordinario di 500 euro a 82.000 dipendenti che non siano dirigenti, con un costo complessivo di 50 milioni di euro.
Carlo Messina, l’Amministratore delegato, ha detto: «Il quadro economico è segnato dal notevole incremento dell’inflazione, che già a inizio anno mostrava le prime evidenze, e dal conseguente aumento delle difficoltà sociali. Per questa ragione abbiamo deciso di destinare a tutte le nostre persone in Italia e all’estero, eccetto chi ha funzione di dirigente o equivalente, un contributo economico straordinario di circa 500 euro».

Cari amici, più l’azienda è piccola e meno dipendenti ha, più è generosa, mentre più l’azienda è grande e più dipendenti ha, meno è generosa. Questa realtà ci porta a prendere atto che piccolo in Italia, anche nell’ambito dell’impresa, si traduce con l’essere migliore sicuramente sul piano del rapporto umano ma spesso anche sul piano della qualità del prodotto e del servizio offerto.
In secondo luogo è evidente il ruolo del tutto negativo di uno Stato che essendo onerosissimo, oltre ad essere corrottissimo e inefficientissimo, si conferma come pesantemente sanzionatorio e vessatorio nei confronti delle aziende. Ciò che oggi le aziende fanno a sostegno dei propri dipendenti, dovrebbe farlo lo Stato a sostegno di tutti gli italiani che versano in condizioni economiche sempre più difficili.
La Casa della Civiltà propone, per un verso, una drastica riduzione del costo dello Stato e, dall’altro, l’incentivazione dell’attività soprattutto delle piccole e medie imprese che creano eccellenza e garantiscono la qualità dei prodotti e dei servizi, investendo sulla persona e contribuendo fattivamente al benessere dell’insieme della collettività.
Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Sabato 30 luglio 2022

2 commenti su “Le piccole e medie imprese in prima linea nel sostegno ai propri dipendenti in difficoltà per il caro-vita. Questo Stato onerosissimo e corrottissimo continua a tassare persino questi aiuti straordinari

  1. Nelle Banche sono Gli Amministratori Delegati che si spartiscono la maggior parte degli utili. Infatti c’è un gran divario tra dirigenti e dipendenti da quando la Banca viveva di raccolte e impieghi a quando oggi di vive speculazioni finanziarie. Ne beneficiano esclusivamente azionisti e dirigenti. Ricordo quando Alessandro Profumo lasciò la banca e fu liquidato con quaranta milioni di euro, e non lasciò Unicredit in gran salute. Nessuno mosse un dito, forse perché la moglie è nell’apparato PD…?

  2. Leggendo questo articolo non si può evitare di fare il raffronto con quell’abominevole decreto legge entrato in vigore nel 2019 Reddito di Cittadinanza voluto da un gruppo di scappati di casa elevati a “statisti” senza nè arte nè parte che non hanno mai lavorato e nemmeno studiato, capeggiati da un comico evasore, assassino e da un venditore di bibite che pur non conoscendo la lingua italiana viene nominato Ministro degli Esteri.

    Per non dimenticare:
    In merito alla questione, il premier Mario Draghi fu chiaro da Il Giornale 11 agosto 2021
    “Quello che vorrei dire è che il concetto alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno”. Ed anche il segretario del Carroccio Matteo Salvini si è adeguato: “Il reddito di cittadinanza va sicuramente rivisto, perché così come è non crea lavoro ma allontana”. Andava abolito caro Salvini, non rivisto. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
    Ad oggi 31 luglio 2022 la campagna elettorale è infiammata ma io non ho ancora sentito nessuno dei candidati proporre:
    -Abolizione Reddito di Cittadinanza
    -Abolizione Green pass e no all’obbligo vaccinale
    -Aiuti concreti alle imprese e non le solite promesse slogan
    Vedo un teatrino più nauseante che mai, dai salti della quaglia di soggetti eletti a destra poi passati a sinistra e viceversa, alle sgomitate per avere una poltrona costi quello che costi. Evitateci almeno la frase ridondante “votare è un diritto e un dovere”perché siamo stanchi, siamo davvero molto stanchi.

    “Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli o pecore, continueremo a crederci il sale della terra.”
    da Il Gattopardo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa

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