Il fatto che se è uno straniero a uccidere la responsabilità è soggettiva, mentre se è un italiano a uccidere uno straniero la responsabilità è di tutti gli italiani che chiedono il rispetto delle leggi, regole e valori, ci fa toccare con mano l’odio di se stessi

Cari amici buongiorno. Nell’arco di 48 ore si sono succedute due storie tragiche aventi come protagonisti due nigeriani.
Venerdì scorso, 29 luglio, Alika Ogorchukwu, un venditore ambulante nigeriano di 39 anni, disabile a seguito di un incidente, sposato e con una figlia, è stato ucciso a Civitanova Marche da Filippo Claudio Ferlazzo, cittadino italiano di 32 anni, originario di Salerno.
Nel centralissimo Corso Umberto I, Filippo ha colpito ripetutamente Alika con il bastone-stampella che usava per muoversi, gli è montato sopra, gli ha tenuto stretto un braccio e con il ginocchio gli ha schiacciato la testa sulla strada fino a ucciderlo.
L’anno scorso a Salerno Filippo era stato denunciato dalla madre per minacce e sottoposto a Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Per i medici era un tossicodipendente aggressivo, con disturbi della personalità, una sindrome bipolare e comportamenti psicotici. Madre e figlio avevano fatto pace e la madre risulta essere il suo amministratore di sostegno, nonostante il figlio da oltre un mese si fosse trasferito a Civitanova Marche, andando ad abitare con la compagna Elena, che al momento dell’omicidio era all’interno di un negozio.
Agli agenti del Commissariato che l’hanno fermato, Filippo ha giustificato l’uccisione di Alika dicendo: «Ha importunato la mia fidanzata».

Il giorno successivo, il 30 luglio scorso, Robert Omo, un nigeriano di 24 anni, ha ucciso a colpi di martello Gao Yuan Cheng, soprannominato Franco, un commerciante cinese di 56 anni da tempo residente in Italia in contrada Alvanella a Monteforte Irpino in Provincia di Avellino. All’interno del negozio di Gao “Beautiful City”, Robert ha ferito gravemente anche un cliente bulgaro di 49 anni che aveva tentato di fermarlo.
Robert si è impadronito di due martelli esposti in negozio e ha cominciato a distruggere le scaffalature. Gao ha tentato di fermarlo e Robert lo ha colpito più volte al capo.
Dopo l’aggressione, Robert è tornato in strada e ha tentato di aggredire una donna e la sua bambina. A fermarlo sono stati alcuni passanti e i dipendenti di un vicino centro gomme che dopo una violenta colluttazione sono riusciti a immobilizzarlo e a consegnarlo ai carabinieri. I carabinieri che l’hanno fermato dicono che Robert era in stato confusionale e con gli abiti sporchi di sangue.
Poco prima era stato allontanato dal dormitorio della Caritas diocesana. Nella notte, dopo essere stato rimproverato per l’ennesima volta da un operatore perché non rispettava gli orari di entrata e uscita, Robert lo aveva colpito con un pugno in pieno volto.

Tra le due tragiche storie c’è una differenza sostanziale.
La storia del crudele assassinio di un nigeriano da parte di un italiano, è subito diventata un fatto mediatico di straordinaria rilevanza a cui i mezzi di comunicazione di massa hanno riservato i titoli di apertura; così come è subito diventata un fatto politico con la messa in stato d’accusa dei leader e dei partiti di destra o comunque nazionalisti e sovranisti, perché sarebbero colpevoli di fomentare l’odio contro gli stranieri, chiedendo esplicitamente lorodi condannare il crimine perpetrato contro uno straniero, con il sottinteso che sotto sotto a loro non dispiacerebbe affatto.

Invece nell’altrettanto crudele assassinio di un commerciante cinese da parte di un nigeriano, il fatto è stato correttamente trattato dai mezzi di comunicazione di massa come una notizia di cronaca nera, circoscrivendo la responsabilità al nigeriano, come è giusto che sia in uno stato di diritto dove la responsabilità è soggettiva, dove ognuno risponde solo delle proprie azioni.

Cari amici, il fatto che se l’assassino è un italiano allora la responsabilità del suo crimine non è solo soggettiva ma oggettiva, perché ricadrebbe su tutti gli italiani che pensano e dicono che l’ingresso e la presenza degli stranieri dovrebbe essere regolamentata nel rispetto delle nostre leggi e valori, ci fa toccare con mano l’odio di se stessi, perché non ci vogliamo del bene e scegliamo di infierire contro noi stessi, mentre accordiamo solo agli stranieri il beneficio di essere giudicati conformemente alla legge.

La Casa della Civiltà promuove l’educazione al sano e legittimo amor proprio, al diritto e dovere di esigere da tutti gli stranieri che scelgono di condividere la nostra amata Italia il rispetto delle leggi, delle regole e dei valori, affermando sempre il principio della responsabilità soggettiva su cui si fonda lo stato di diritto.
Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità Casa della Civiltà

Martedì 2 agosto 2022

7 commenti su “Il fatto che se è uno straniero a uccidere la responsabilità è soggettiva, mentre se è un italiano a uccidere uno straniero la responsabilità è di tutti gli italiani che chiedono il rispetto delle leggi, regole e valori, ci fa toccare con mano l’odio di se stessi

  1. E’ la ripetizione martellante di un concetto che come un mantra diventa la base del pensiero, è il luogo comune che asfalta la capacità di analisi. E’ il modo di operare della classe economo-politica che ha in mano l’Italia. Del resto questa pratica di insistenza nei ribadire i soliti concetti è così in tutti i regimi. La democrazia è un’altra cosa.

  2. Purtroppo, il peggior nemico di un Italiano è un altro italiano. Oltre agli ordini più o meno velati dall’alto corrispondenti alla ideologia globalista e perdonista pavloviana, siamo vittime di noi stessi, del nostro individualismo ed autodenigrazione. Della nostra scarsa autostima e invidia sociale. Tanto da non rispettare noi stessi e le nostre leggi uguali per tutti fuorché per noi.
    Il sistema ci domina su questo, gioca sulla nostra disunione sulla scarsa propensione al sacrificio sui valori fondanti ed umani, usa trucchetti cone vediamo in questi giorni riguardo le elezioni, dove la fata ravvicinata, in pieno agosto impedisce l’unità oltre che la raccolta firme per i nuovi gruppi di vera opposizione, che non essendo coesi in un unico programma e gruppo, rischiano di non superare lo sbarramento e non poter nemmeno portare una voce nell’immediato, sempre che possa servire a qualcosa in un sistema marcio. E non trovano di meglio che azzuffarsi come i manzoniani polli di Renzo. Ma questo è un altro discorso.
    Il fatto è che il main stream mediatico propina sempre contrapposizioni anti Italiani : italiani cattivi e razzisti, stranieri buoni o al massimo squilibrati,
    si vax buoni e generosi, no vax egoisti e malvagi; chi vota buono, chi si astiene complice del male, ecc.
    Il solito divide et impera, la solita torre di Babele. La solita fretta di vincere qui e subito, senza sapere come, sperando nell’uomo risolutivo che combatta per noi, senza troppo sforzarci.
    Animum debes mutare non caelum.

  3. Italiano uccide un nigeriano: tutti gli italiani sono razzisti, brutti e cattivi.
    Nigeriano uccide una persona che vive e lavora in Italia, ma potrebbe essere pure italiano:solo l’assassino è colpevole di omicidio.
    Non è così che funziona.Non dobbiamo cadere nel tranello di sentirci giudicare come un popolo razzista e per questo doverci scusare.
    Io la vedo così. Secondo me il vero colpevole,in entrambi i casi, sia nel primo che vede vittima il nigeriano disabile, sia nel secondo caso ove un altro nigeriano uccide a martellete un commerciante cinese dentro un negozio,il colpevole non è il singolo omicida, ma è lo Stato, per quanto proverò a dire.
    La Società civile deve curare e non lasciare libero di circolare una persona, il Filippo,come attestato portatore di disturbi mentali e comportamentali per poi abbandonare e scaricare sulla povera madre la “custodia”,la tutela di un giovane bisognoso di cure particolari.
    Pure nel secondo caso intravedo la responsabilità di uno Stato latente, permissivo che dopo avere rinunciato alla difesa della propria sovranità territoriale lasciando chiunque di entrare in Italia, lascia il clandestino girare liberamente e come si è visto diventare pericoloso per la Comunità

  4. Il solito sinistro autolesionismo frutto di una falsa e nociva patologia di squilibrio mentale cronico di una certa parte politica e di una turpe faziosità sociale della stessa. Il tutto ovviamente sostenuto da una turba di pennivendoli insensibili alla vergogna da essi stessi maldestramente perpetrata .

    1. Ma è possibile che questo stato di sinistro autolesionismo, nasca nel dopoguerra innestatosi con il titolo di antifascismo per un bisogno inconscio di autoassoluzione…? Poiché è opinione diffusa che in Italia erano tutti fascisti, dopo l’8 settembre 1943 erano tutti antifascisti…!

  5. Due pesi due misure!!! Purtroppo in Italia la stampa segue l’onda politica … uno schifo. Ci troviamo difronte alla peggiore epoca storica , anche la violenza è diversa se è nera o extra comunitaria o bianca nazionale ? incredibile come i media sono lontani lontanissimi dalla realtà… gli italiani non la pensano come loro e lo si può leggere nei commenti sui social! Grazie Magdi di avere trattato la questione.

  6. Condivido in pieno la scelta di mettere a confronto i due diversi tipi di reazione mediatica in occasione di due eventi accomunati dalla medesima tragicità ed efferatezza. Si tratta di un dato di fatto: il clamore e lo sdegno risultano sempre impari. Basta davvero! Io non mi sento colpevole né nel primo nè nel secondo caso. In quanto individuo e cittadino italiano non mi sento addosso nessuna responsabilità per l’accanimento dell’uno né dell’altro evento. Sono entrambi accomunati dalla follia di due esseri umani pazzi e mentalmente instabili.

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