La madre del terrorista islamico che ha tentato di uccidere Salman Rushdie rivela che aveva subito un «lavaggio di cervello» nel 2018 in un viaggio in territorio libanese controllato dai terroristi islamici dell’Hezbollah: «Era tranquillo e amorevole. È tornato lunatico e fanatico»

Cari amici buongiorno. Come da copione, Hadi Matar da giovane «molto tranquillo, amato da tutti», è diventato un terrorista islamico dopo aver subito un «lavaggio di cervello» durante un suo viaggio nel 2018 a Yaroun, villaggio natale dei suoi genitori, nel Libano meridionale alla frontiera con Israele controllato dal Hezbollah filo-iraniano. Come gran parte del Libano, dopo essere stato un villaggio prevalentemente cristiano, nel Settimo secolo veniva indicato come «Yaroun dei cristiani», oggi ha una maggioranza musulmana dopo l’emigrazione di circa il 70% dei suoi abitanti.

L’Hezbollah, letteralmente «Partito di Allah», è stato creato dall’Iran, si ispira all’imam Khomeini, la sua milizia viene armata e addestrata dai Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniani. I terroristi dell’Hezbollah compirono all’inizio degli Anni ’80 una trentina di attacchi suicidi, il più grave nel 1983 quando in un duplice attentato alla «Forza di pace internazionale » a Beirut Ovest provocarono la morte di 241 Marines statunitensi e di 56 parà francesi. È condannato come «organizzazione terroristica» da Stati Uniti, Israele, Australia, Canada, Egitto. L’Unione Europea condanna come «organizzazione terroristica» solo l’ala militare del Hezbollah. Il Parlamento Europeo ha adottato il 10 marzo 2005 una risoluzione, non vincolante, che accusa Hezbollah di aver condotto «attività terroristiche». Il Consiglio d’Europa ha condannato Imad Mughiyah, il fondatore dell’ala militare dell’Hezbollah, la mente degli attentati terroristici, ucciso dalla Cia a Damasco nel febbraio 2008. L’Hezbollah, pur essendo l’unica milizia armata in Libano, svolge anche attività politica ed è attualmente il secondo partito in Parlamento.

I genitori di Hadi Matar sono entrambi musulmani e si sono separati nel 2004. Il padre Hassan Matar è tornato a vivere a Yaroun. La madre, che si chiama Silvana Fardos, è un’insegnante di sostegno e traduttrice di arabo al liceo, ha acquistato una casa indipendente da 400 mila dollari a Fairview, nel New Jersey, dove vive con due figlie gemelle di 14 anni e dove fino a venerdì scorso 12 agosto, viveva anche suo figlio Hadi Matar.
Silvana deriva dal latino «silvanus» e significa «abitante del bosco». È un nome tipicamente italiano. Non è comunque un nome musulmano. Evidentemente la realtà di convivenza tra cristiani e musulmani nel villaggio di Yaroun, circa un migliaio di abitanti di cui circa 365 cristiani melchiti cattolici, ha consentito che una donna musulmana abbia un nome prettamente italiano e cristiano.

Di sicuro Silvana Fardos è una donna laica, non è una musulmana praticante. «Non mi interessa la politica, non sono religiosa. Sono nata musulmana e fondamentalmente è tutto. Non ho spinto i miei figli alla religione né imposto nulla a mio figlio. Non conosco nessuno in Iran, tutta la mia famiglia è qui.», ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano britannico Daily Mail.
«Non riesco proprio a credere che fosse in grado di fare qualcosa del genere. Era molto tranquillo, tutti lo amavano. Come ho detto all’FBI, non mi preoccuperò di parlare di nuovo con lui. È responsabile delle sue azioni. Ho altre due figlie minori di cui devo prendermi cura. Sono sconvolte, sono scioccate. Tutto quello che possiamo fare è provare ad andare avanti da questo, senza di lui.»
«È stato durante un viaggio in Libano nel 2018 per visitare suo padre che Hadi è cambiato da un figlio popolare e amorevole a un lunatico introverso»; «Appena è arrivato mi ha chiamato, voleva tornare. Rimase per circa 28 giorni, ma il viaggio non andò bene con suo padre, si sentiva molto solo»; «Mi aspettavo che tornasse motivato, che completasse la scuola, che prendesse la laurea e un lavoro. Ma invece si è rinchiuso nel seminterrato. Era cambiato molto, non diceva niente a me o alle sue sorelle da mesi. Non potrei dire molto della sua vita dopo, perché mi ha isolato dal 2018. Se mi avvicino a lui a volte mi saluta, a volte mi ignora e se ne va. Dorme durante il giorno e si sveglia e mangia durante la notte. Vive nel seminterrato. Si cucina da solo.»,
«Una volta ha discusso con me chiedendomi perché lo incoraggiassi a ricevere un’istruzione invece di concentrarsi sulla religione. Era arrabbiato perché non l’avevo introdotto all’islam fin dalla giovane età. Sono libanese ma sono qui da 26 anni. Sto vivendo una vita semplice come una mamma single, cercando di mantenere un tetto sopra le nostre teste e cibo in tavola per i miei figli.»
Silvana ha raccontato che nonostante il crescente zelo del figlio Hadi per l’islam non si vestì mai in modo diverso, portandola a sperare che fosse solo una fase passeggera: «Quando ho saputo che si era iscritto in una palestra, ero felice. L’ho incoraggiato a trovare un lavoro, a tornare a scuola. In realtà ha iniziato un lavoro alcuni mesi fa alla Marshalls. Ha anche condiviso con me che sarebbe tornato a scuola a settembre per studiare Sicurezza informatica ed ero super entusiasta. Mi sentivo come se fosse stato in una depressione a lungo termine e ora era tempo che si riprendesse e tornasse alla vita normale, tornare dalla sua famiglia».

«A dire il vero non ho mai sentito parlare dello scrittore Rushdie prima d’ora. Non ho mai letto nessuno dei suoi libri, non sapevo nemmeno che esistesse uno scrittore del genere. Non sapevo che mio figlio avesse mai letto il suo libro». Con le lacrime agli occhi ha detto: «Non ho visto il video di quello che è successo, non voglio. Tutto quello che so è ciò che è stato scritto. L’FBI mi ha dato un documento da firmare dicendo che avevano preso il suo computer, la sua PlayStation, alcuni libri, alcuni altri oggetti tra cui coltelli e un temperamatite. Mi dispiace per il signor Rushdie. Spero che si riprenda, ma non c’è molto che posso dire o fare perché questo non è stato un mio atto.»La pagina Facebook di Hadi Matar, che è stata cancellata, era tappezzata di foto dei leader religiosi iraniani. Sembra che Hadi avesse con sé una patente intestata al capo terrorista islamico dell’Hezbollah Imad Mughniyeh, con un indirizzo di un appartamento a West New York nel New Jersey.

Cari amici, le dichiarazioni della madre del terrorista islamico Hadi Matar che ha tentato di uccidere Rushdie infliggendogli 15 pugnalate al volto, alla gola e all’addome, confermano che non è stato un gesto improvviso, ma la conseguenza di un «lavaggio di cervello» subito durante i 28 giorni trascorsi a Yaroun controllata dai terroristi islamici libanesi dell’Hezbollah. È possibile che il suo indottrinamento sia proseguito in territorio americano.
Tocchiamo ancora una volta con mano che la radice del male è l’ideologia islamica che promuove la cultura della morte anziché la cultura della vita. Prendiamo atto che il nemico è ormai dentro casa nostra. Abbiamo il diritto e il dovere di difenderci e di salvaguardare la nostra umanità e civiltà, mettendo fuori legge l’islam dentro casa nostra e combattendo il terrorismo islamico ovunque nel mondo.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Mercoledì 17 agosto 2022

7 commenti su “La madre del terrorista islamico che ha tentato di uccidere Salman Rushdie rivela che aveva subito un «lavaggio di cervello» nel 2018 in un viaggio in territorio libanese controllato dai terroristi islamici dell’Hezbollah: «Era tranquillo e amorevole. È tornato lunatico e fanatico»

  1. Come ha detto Ersilia Lia Barracca, quando ho avuto notizia dell’attentato ho immediatamente pensato alla tua situazione Magdi. Ho ritenuto giusto condividere l’appello a Mattarella,pur essendo consapevole che del fatto che questa azione non comporterà alcun esito. Ho tuttavia voluto aderire
    alla tua richiesta affinché restasse traccia di queste nostre richieste e chissà mai che un giorno la storia venga raccontata correttamente.
    Riguardo alla mamma dell’attentatore ho la sensazione che ella, nonostante l’evidente cambiamento nel carattere e nel comportamento del figlio, abbia agito esattamente come tutto il mondo occidentale: ha fatto finta di niente.
    Credo che lasciare libertà di azione ai propri figli senza trasmettere loro dei principi non possa affatto essere considerata educazione. È semplicemente uno scaricarsi della responsabilità.

  2. Caro Magdi, non appena ho letto dell’attentato a Rashdi, ho subito pensato a te. Credo che scrivere a Mattarella non sortirà alcun risultato . È necessario dichiarare l’islam fuori legge. Questo attentato ha dimostrato che la fatwa non decade mai ed ogni momento è buono per realizzarla. Come presidente del PAI Partito Anti Islamizzazione regione Lazio, mi sento in dovere di intervenire ed a tal fine ritengo sia necessario invitare gli organi istituzionali ad incrementare la tua scorta. Caro Magdi, ti ammiro e ti sostengo. Conta sempre su di me. Ti voglio bene. Lia

  3. Un uomo rischia di morire perché pubblica il suo pensiero, un altro rovina la propria vita e quella degli altri perché diviene lo strumento di un odio camuffato da religione. Mi dispiace pensare che Hadi sia arrivato a questo anche perché non è arrivato forte ed equilibrato alla sua maturità, la sua famiglia non era unita. La famiglia è il primo cardine da cui ripartire.

  4. Mi sono fatto l’opinione che la questione islamica e il conseguente terrorismo, non sia del tutto autonomo ma conviva con quello che chiamano “stato profondo o occulto”. Credo che il terrorismo islamico, come a suo tempo il terrorismo italiano del ventennio tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Novanta, è una elaborazione del potere economico politico, col fine di ingigantire un nemico esterno allo Stato, su cui dirottare il malcontento e far dimenticare il vero terrorismo quotidiano della politica interna, e stringere tutto il popolo intorno ad un totem di unità nazionale.
    Se ci fossero dei veri e autonomi servizi segreti si scoprirebbe che l’attentatore dello scrittore S. Rushdie, come ha fatto capire la madre, è un soggetto psichicamente fragile. E tali soggetti sono facilmente manovrabili e ipnotizzabili.
    Ovviamente, non per questo, bisogna togliere la protezione a persone come Magdi Cristiano, che in questi ultimi decenni ha evidenziato il fanatismo criminale di certi gruppi islamici che pensano di conquistarsi il paradiso mediante atti criminali che piacerebbero al Dio di Maometto.

  5. Figli cresciuti quasi senza un padre, che cercano una identità persa o non conosciuta, irretiti da criminali religiosi che se ne servono quali killer, facendoli trovare una paternità religiosa forte e ossessiva che li porti ad atti criminali per i loro scopi. La famiglia che non li segue o che li indirizza nell’errore e li condiziona, questo è il problema che porta sempre lutti e lacrime.

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