Cari amici buongiorno. Le micro, piccole e medie imprese italiane che costituiscono circa il 90% del nostro sistema di sviluppo, rischiano di chiudere a causa delle bollette del gas, della luce e dell’intero ciclo produttivo.
Ieri Francesco Franzese, Amministratore delegato dell’azienda «La Fiammante», produttrice del rinomato «Pomodoro di Buccino», Comune di 4.611 abitanti in Provincia di Salerno, un’azienda che da cinquant’anni si occupa di trasformazione e commercio di pomodori attraverso una filiera etica completamente tracciata, ha pubblicato sul suo profilo Facebook la bolletta del gas di luglio 2022 di 978.618,51 euro, e a fianco la bolletta del gas di luglio 2021 di 120.432,59 euro, ovvero con un aumento di oltre otto volte.
Comprensibilmente Franzese si è rivolto con toni fortemente critici all’intera classe politica: «Mentre i nostri politici litigano per una poltrona calda, gli imprenditori sono lasciati soli in mezzo alla giungla energetica. Per lavorare 15 giorni di luglio, mi tocca pagare una bolletta di gas di 978.000,00 a fronte di circa 120.000 dello scorso anno (per 20 giorni di lavoro). Non era meglio andare al mare?».
«La Fiammante», proprio nel periodo di massima produzione per le conserve di pomodori, oltre alla super-bolletta del gas, denuncia l’aumento smisurato di altri costi relativi al ciclo della produzione e della commercializzazione: +80% per le scatole, +25% per imballi in plastica e cartoni, in aggiunta agli aumenti dei trasporti.
Marianna D’Auria, giovane imprenditrice titolare dell’azienda agricola biologica «Dama» che sulla collina di Quisisana, frazione di circa 3 mila abitanti del Comune di Castellammare di Stabia in Provincia di Napoli, che produce le conserve dei pomodorini «lampadino» e «pendolino», ha ugualmente denunciato l’aumento insostenibile di tutti i costi della produzione in un commento alla pubblicazione di Franzese: «Molto preoccupante. Io sono una virgola rispetto a te ma anche noi piccoli stiamo subendo, tra imballaggi, trasporti, acquisto materiale per coltivazione, aumenti ai dipendenti che giustamente anche loro devono campare, latte e vetro costano il doppio. È inevitabile l’aumento sul prodotto finale. Ma fino a quando si può continuare così?»
Alberto Rovati, titolare della pizzeria “Funky Gallo” a Roncadello, frazione del Comune di Casalmaggiore in Provincia di Cremona, ha affisso in vetrina la fotocopia della bolletta della luce di 4.059,09 euro per il solo mese di luglio con questa scritta a mano: «Quando le spese diventano insostenibili. Mettere una pizza Margherita a 10 euro e passare da ladro o chiudere l’attività ???»
Rovati ha detto: «La stessa bolletta lo scorso anno, per lo stesso periodo, era di 1.350 euro, un rincaro del 300%. Ho pensato di esporre la bolletta non per spaventare i clienti, ma per lanciare un messaggio, che così non si può andare avanti».
Sempre ieri la Russia, il primo produttore mondiale di gas e da cui l’Italia importa circa il 40% del proprio fabbisogno di gas, ha annunciato il raddoppio del prezzo del gas per quest’anno. Secondo il ministero dell’Economia russo il prezzo medio dell’export balzerà a 730 dollari per 1.000 metri cubi, più del doppio dei 304,6 dollari per 1.000 metri cubi dello scorso anno.
Cari amici, le denunce di Francesco Franzese, Marianna D’Auria e Alberto Rovati sono degli appelli disperati a chi governa l’Italia, testimoniando in modo incontrovertibile che gli aumenti smisurati, inarrestabili e dilaganti dei costi del ciclo produttivo sono delle condanne a morte delle nostre imprese radicate sul territorio, spesso a gestione familiare, che garantiscono la sopravvivenza delle nostre famiglie e il futuro dei nostri figli, i cui proventi e profitti restano e vengono reinvestiti in Italia.
Chi governa l’Italia, in ultimo l’ampia coalizione dei partiti di destra, centro e sinistra che hanno sostenuto il Governo di Mario Draghi, ha un’indubbia responsabilità. La scelta del Governo Draghi, sostenuta anche da Fratelli d’Italia che stava all’opposizione, di schierarsi insieme all’Unione Europea e alla Nato contro la Russia e di sostenere militarmente l’Ucraina in un conflitto annoso che concerne la presenza e la violenta repressione delle comunità russofone in territorio ucraino, ha provocato la riduzione delle esportazione del gas russo e l’impennata dei prezzi favorita dalla speculazione sui mercati finanziari.
Ma ancor prima del Governo Draghi, chi ha finora governato l’Italia ha promosso la vessazione soprattutto delle micro, piccole e medie imprese, più in generale delle famiglie, imponendo un sovraccarico di tasse indirette sulle bollette che è di circa il 100% del costo delle utenze o dei servizi offerti. Se, ad esempio, il costo effettivo del gas consumato è pari a 100 euro, sulla bolletta gravano circa 100 euro ulteriori che, al di là delle diciture impiegate, sono sostanzialmente tasse indirette che le imprese e le famiglie sono costrette a pagare.
La Casa della Civiltà propone innanzitutto un drastico abbattimento del costo di uno Stato che oggi, oltre ad essere collassato, continua ad essere onerosissimo, corrottissimo, inefficientissimo, vessatorio e aguzzino.
In secondo luogo la Casa della Civiltà propone un’unica tassa da versare ai Comuni, con una quota che i Comuni devolvono allo Stato per le competenze di sua esclusiva pertinenza, affermando il principio che non si possono pagare tasse ulteriori con denaro già tassato.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Giovedì 18 agosto 2022
Temo che ci aspettino tempi più bui, per prezzi e lavoro. Concordo con l’analisi di Magdi e con le proposte di soluzione. Per altro ci vogliono tecnici preparati.
Solo una chiosa : ho letto un commento dove si diceva, se non vado errato, che l’ENI, nei primi 6 mesi 2022 ha fatto utili (=ricavi-costi) di 7miliardi, il 700% in più. Quindi gli aumenti dell’energia non sono frutto diretto della guerra alla Russia, ma solo speculazione finanziaria. Oltretutto non mi pare che la materia energia sia aumentata all’origine così tanto quanto gli aumenti in bolletta. Mi sbaglio? Allora attendo smentite o spiegazioni.
Come non sentirsi coinvolti e drammaticamente solidali con questi titolari di aziende, quando si appartiene alla categoria delle piccole imprese vessate, spremute dalle tasse inique, dalla burocrazia e dalle bollette con cifre fuori da ogni logica di reali consumi che questo Stato sanguisuga continua imperterrito ad emettere.
Prendo dolorosamente atto che non è più sostenibile vivere in un Paese dove la gente è pagata per non lavorare, dove fanno chiudere le aziende che lavorano e dove governa chi non ha mai lavorato. E per fortuna l’Italia doveva essere una Repubblica fondata sul lavoro.
Non per infierire ma se a tutto questo aggiungiamo il desolante e pietoso teatrino dell’orrore con la sfilata a turno di personaggi impresentabili e strafottenti che in questi giorni a turno per prendere un voto si alternano sui media, impregnati della miseria umana che avrebbe fatto arrossire anche il personaggio Dostoevskiano più malvagio viene spontaneo ricordare le parole di Gesualdo Bufalino:
“Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com’è difficile scegliere!”
Con la differenza che io so esattamente cosa farò.