La vera storia del rialzo del costo dell’energia

FASE 1.Tutto ha inizio il 14 Luglio del 2021 quando viene approvato dalla Commissione Europea il pacchetto di misure ed interventi legati alla transizione green denominato Fit for 55.

Nel concreto, le misure stabilite sono volte a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli raggiunti nel 1990.

Per realizzare questa transizione green viene inoltre stabilito che, ogni impianto rientrante nella categorie energivore,  deve monitorare annualmente le proprie emissioni e compensarle con quote di emissione europee che possono essere successivamente comprate e vendute sul mercato da parte di altri impianti.

Al centro del pacchetto, il cui scopo sarebbe quello di ridurre le emissioni dei gas serra, ci sono le “quote di emissione di CO2”. Nato nel 2005, il sistema europeo delle quote di emissione (Emissions Trading System o ETS) opera secondo una logica cap & trade, in cui si stabilisce un tetto (cap) al numero di quote che vengono messe a disposizione ogni anno per gli operatori appartenenti ai settori assoggettati (oltre 15000 installazioni fisse e, dal 2012, anche l’aviazione commerciale). Dato tale vincolo, ogni operatore deve restituire annualmente un numero di quote pari alle emissioni prodotte per evitare pesanti multe. Chi si trova in deficit, può acquistare le quote mancanti in asta (da uno degli Stati membri dell’UE) o sul mercato da operatori che si trovino in surplus o da soggetti terzi abilitati.

Fino al 2012 il sistema ha visto i prezzi delle” quote “ restare a livelli bassi per via della crescita costante dei certificati in eccedenza (molti dei quali peraltro assegnati a titolo gratuito) e della soglia di emissione consentita di CO2 piuttosto alta. Dal 2013  il numero di quote assegnate gratuitamente è stato progressivamente ridotto  ed il mercato ha cominciato a scambiare i certificati a prezzi leggermente maggiori. Ma nulla di paragonabile a quanto successo dal Luglio 2021.

Dopo Fit for 55, la decisone di ridurre le quote di emissione gratuite, l’abbassamento dei limiti di CO2 e l’estensione degli obblighi di riduzione anche per altri settori finora rimasti fuori dal pacchetto dell’UE, ha innescato un forte rialzo del valore del quote, a  cui è immediatamente seguito quello del gas.

Ricapitolando: la primaria causa del rialzo dei prezzi del gas,delle matrie prime e dell’elettricità è legata all’approvazione da parte dell’UE del pacchetto green Fit for 55.

Ecco dove ha origine il rialzo del gas, non dalla guerra in Ucraina, non dalla pandemia, non dalla mancanza di gas, ma da una folle regolamentazione delle UE.

Ma perché è cresciuto il prezzo del gas?

Perché il gas ha un livello di emissioni di CO2 del 50% inferiore del carbone e l’idea che in futuro le norme relative alla transizione green possano diventare sempre più stringenti, ha indotto una forzata riconversione di impianti produttivi dal carbone al gas, meno inquinante.

Ed ecco il risultato finale sul prezzo delle quote di emissione di CO2 che sono quasi quintuplicate in meno di 12 mesi:

Quindi, non c’era ancora la guerra, non c’erano le sanzioni alla Russia e le bollette erano solo leggermente più care. Il mercato TTF , dove si tratta la consegna del gas liquefatto LNG,  non si sapeva ancora cosa fosse.

FASE 2. Con  le sanzioni alla Russia, la situazione peggiora. La Russia ha continuato e continua a rifornire di gas l’Europa: quest’anno la riduzione di gas via oleodotto dalla Russia è stata finora di 45 miliardi di metri cubi , compensati con l’acquisto di 40 miliardi di gas liquefatto ( quello trattato al TTF).

L’incremento della domanda di gas LNG ha ovviamente fatto salire i prezzi per la consegna del gas di 10, 15 volte ed il prezzo al TTF è decuplicato, arrivando oltre i 300 euro per mwh.

Tiriamo quindi le somme. Il gas aumentato 10 volte di prezzo è quello, in prevalenza, che arriva per nave, estratto in America (e in Qatar), scambiato con contratti derivati al mercato TTF in Olanda. Non è quello russo che arriva per gasdotto. Questo gas quotato al TTF è solo un 27% del totale, ma è usato per fare il prezzo del gas che arriva dalla Russia o Algeria per gasdotto ( una cosa senza logica). Il gas russo costerebbe sui 2$ MBtu (nessuno dice il prezzo contrattuale, ma lo si stima), il gas che invece arriva per nave dagli USA (e alcuni altri paesi) costa ora più di 80$ Mbtu.( dove Mbtu è l’unità di misura nei paesi anglosassoni, mentre noi utilizziamo i metri cubi o Megawatt orari)

Stiamo quindi sostituendo gas russo che costava sui 2$ con gas che arriva dagli Stati Uniti e da altri paesi che costa ora 80$.

Il prezzo del gas liquefatto trattato al TTF è oggi utilizzato per calcolare il costo della bolletta di famiglie ed imprese, sulla base della normativa vigente.

                                       

Perché si utilizza il prezzo del TTF, che copre meno di 1/3 del consumo di gas complessivo per la formazione del prezzo finale?

Perché si permette ad enti come ENI di realizzare profitti record senza limitare in alcun modo la crescita esponenziale e non giustificata delle bollette per gli utenti finali?

Perché non è possibile conoscere i prezzi ai quali gli operatori italiani acquistano il gas dalle controparti?

Perché si continua ad utilizzare come riferimento per la formazione del prezzo del gas quello del TTF, un mercato piccolo e manipolabile dalla speculazione e non ad esempio il prezzo dell’Henry Hub americano, dove i prezzi del gas liquefatto sono 6 volte più bassi?

In conclusione e riassumendo:

-il costo esorbitante delle materia prime deriva essenzialmente da due fattori che hanno poi formato un mix esplosivo: l’ approvazione del pacchetto per la transizione green in UE e poi le sanzioni alla Russia;

– il costo esorbitante delle bollette per famiglie ed imprese italiane deriva inoltre dal fatto di aver agganciato il prezzo delle forniture al valore del gas liquefatto trattato al TTF, che è decuplicato in 18 mesi.

In pratica stiamo distruggendo l’economia ed il sistema industriale della Ue non per scarsità di beni e materie prime, ma per “legge”.

Ce la faranno i Migliori a far digerire anche questo al popolo italiano?

3 commenti su “La vera storia del rialzo del costo dell’energia

  1. Cari amici, vi invito vivamente a leggere attentamente l’analisi di Stefano Di Francesco sulle cause reali che hanno portato all’incremento stratosferico del prezzo del gas. Leggiamo che l’origine del rialzo del gas risiede “non dalla guerra in Ucraina, non dalla pandemia, non dalla mancanza di gas, ma da una folle regolamentazione delle UE”. E ancora: “Il costo esorbitante delle bollette per famiglie ed imprese italiane deriva inoltre dal fatto di aver agganciato il prezzo delle forniture al valore del gas liquefatto trattato al TTF, che è decuplicato in 18 mesi.”
    Solo conoscendo correttamente la realtà potremo individuare una soluzione qualitativamente migliore.
    Magdi Cristiano Allam

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