Sembra che l’unica cosa certa dei risultati elettorali del prossimo 25 settembre sarà la vittoria del partito del non-voto. La relazione tra povertà e astensionismo elettorale

di Riccardo Cesari, Università di Bologna

Corriere della Sera, 16 ago 2022 – Sembra che l’unica cosa certa dei risultati elettorali del prossimo 25 settembre sarà la vittoria del partito del non-voto. Non si può considerare una novità, considerato che la quota dell’astensione è in forte crescita dal 1979 e se si dovesse ripresentare a settembre 2022 il boom di astensioni delle Comunali 2021 (45%), il prossimo dato nazionale sfonderà di molto la soglia del 30%, 5 volte il minimo storico degli anni ’70.
Come è stato di recente sottolineato per l’Italia da Geraci e Taddei su Lavoce.info e da Symonds sul New York Timesin un confronto internazionale, la componente degli elettori giovani è tendenzialmente più assente al momento del voto rispetto agli anziani. Tra gli aspetti che aiutano a spiegare questi fatti, oltre a questioni logistiche, di costi-opportunità, di habit formation e di forme alternative di partecipazione attiva, credo abbia un ruolo la morsa della povertà, nella doppia tenaglia dei problemi più pressanti che incombono sul potenziale elettore e della forte disillusione che la politica sia capace di darvi una risposta.
La relazione tra povertà e astensionismo elettorale oltre a spiegare una quota elevatissima (63%) della variabilità interregionale dell’astensione mostra molto nettamente, nei dati 2018, il ritorno di un dualismo Nord-Sud che si pensava almeno in parte superato. Elaborazioni su dati Istat. La povertà relativa è definita con riferimento allo standard di una famiglia di due persone con consumi totali uguali o inferiori al consumo medio pro capite. Con l’eccezione virtuosa dell’Abruzzo, tutte le regioni del Sud mostrano livelli record di astensione e di povertà.
Guardando dentro il dato di povertà, che come noto colpisce in misura più che doppia i giovani rispetto agli anziani (https://www.istat.it/it/files/2022/06/Report_Povert%C3%A0_2021_14-06.pdf), si trovano due fattori di grave disagio sociale: l’abbandono scolastico e la disoccupazione (NEET, Not in employment, education or training), vale a dire rispettivamente la povertà educativa e la povertà economica che si sommano e si combinano per corrodere alla base i fondamenti democratici della società civile. Aggiungendo questi due fattori alla regressione si vede come la povertà famigliare perde di significato in favore delle altre due componenti. L’R2 sale dal 63% all’85% e le stime indicano quasi mezzo punto di astensionismo per ogni punto di abbandono prematuro degli studi e oltre un quarto di punto di astensione elettorale per ogni punto di NEET. Il risultato finale indica che le politiche educative ed economiche per i giovani rappresentano la chiave fondamentale per ridare senso e vigore a un sistema politico-sociale avviato su una pericolosa deriva che sta togliendo il “demos” alla democrazia.

https://www.corriere.it/economia/lavoro/22_agosto_16/elezioni-2022-cresce-l-astensione-rischio-una-democrazia-senza-demos-a05ba79e-1d66-11ed-9bc5-36542fd1b108.shtml

2 commenti su “Sembra che l’unica cosa certa dei risultati elettorali del prossimo 25 settembre sarà la vittoria del partito del non-voto. La relazione tra povertà e astensionismo elettorale

  1. Il popolo non va a votare quando si sente ridotto a uno stato di sudditanza, quando sente di non essere più sovrano. Cresce la povertà, e di pari passo l’astensionismo, proprio in coloro che sono socialmente più distanti da una classe politica indifferente e corrotta. Che democrazia è quella in cui i cittadini hanno perso la sovranità poiché coloro delegati a rappresentarli sono eterodiretti da poteri economici superiori o perseguono solamente il proprio interesse?

  2. Purtroppo il grafico ben sintetizza la realtà dei fatti. Il non voto, la non partecipazione oltre ad essere indubbiamente legata ad espetti economici ed alla mancanza diretta di interessi personali da difendere, è figlia anche della incapacità dei movimenti attuali di raccogliere consenso e fiducia tra il corpo elettorale. Nessuno crede più a nessuno…

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