ESCLUSIVO – Il Parlamento è ridotto? Il numero dei politici in corsa è crollato? I partiti sono riusciti in ogni caso a riempire le loro liste di esponenti alle prese con problemi giudiziari più o meno gravi. Secondo calcoli e verifiche de ilfattoquotidiano.it sono oltre 100 su un totale di circa 5 mila nomi. In testa a questa poco lusinghiera classifica c’è la Lega, davanti a Fi, Pd e Fdi. La Lombardia “batte” Sicilia e Campania
A cura di Daniele Fiori, Salvatore Frequente, Paolo Frosina, Thomas Mackinson, Andrea Tundo.
Hanno collaborato Vincenzo Bisbiglia, Andrea Giambartolomei, Vincenzo Iurillo, Giuseppe Pietrobelli
Il Fatto Quotidiano, 12 settembre 2022 – Tra listini bloccati, assenza di preferenze e impossibilità di voto disgiunto tra uninominale e plurinominale, il Rosatellum concede all’elettore pochi margini di libertà: una X sul candidato del collegio o una X sul partito. L’eventuale elezione avverrà quindi secondo un ordine già più o meno stabilito dai partiti. E quindi chi c’è tra gli oltre 5 mila candidati in corsa alle elezioni politiche del 25 settembre? IlFattoQuotidiano.it ha analizzato la quasi totalità di questi nomi per dare agli elettori gli strumenti per scegliere in modo consapevole.
In questa lista troverete i nomi dei candidati che attualmente sono sotto inchiesta, sotto processo, hanno avuto condanne o hanno patteggiato pene nei tribunali penali o dalla Corte dei Conti. Dal campo di ricerca sono state escluse le piccole liste che, stando ai sondaggi, difficilmente potranno ambire al superamento della soglia di sbarramento del 3%. Per quanto riguarda Italexit, infine, la verifica è stata effettuata solo per i capilista, cioè coloro che hanno un’eventuale speranza di essere eletti. Le verifiche dei giornalisti de ilfattoquotidiano.it sono ancora in corso su altri nomi e quindi il numero totale potrebbe aumentare.
L’avvertenza è d’obbligo: questa non vuole essere una “lista di proscrizione” e vale il principio costituzionale della presunzione di innocenza, vale a dire che sono tutti innocenti fino a condanna definitiva. Ma per contro vale anche il diritto del cittadino-elettore di essere informato su chi segnerà la propria X in questa tornata elettorale che si annuncia di particolare rilevanza in tempi complicati come questi: conoscere la classe dirigente aiuta a decidere. Il termine “candidato”, tra l’altro, deriva dal latino candidatus (“vestito della toga candida”), propria di chi aspirava a una carica. In questo elenco potrebbe esserci chi quella toga potrebbe non averla immacolata.
Quello che sorprende è che il numero di candidati che hanno questioni aperte con i tribunali raggiunge quota 100, nonostante il fatto che il numero totale di chi si presenta al voto si sia ridotto di parecchio per via della riduzione del Parlamento dopo il taglio dei seggi: dal 26 settembre ci saranno 400 deputati e 200 senatori. Molti di questi 100 si trovano in posizioni molto favorevoli nelle liste, altri sono candidati in più collegi e circoscrizioni regionali quindi con un implicito paracadute per essere ripescati per un seggio. Tra loro non mancano alcuni leader di partito.
Alcuni dati “macro”. Tra le coalizioni è il centrodestra a guidare la classifica con il maggior numero di “impresentabili”. Mentre tra i partiti è la Lega a primeggiare, con 27 tra condannati, imputati, indagati e candidati che hanno patteggiato una pena. Segue Forza Italia con 15 tra i quali il condannato e imputato leader Silvio Berlusconi che prova a rientrare in Senato, dopo essere decaduto da Palazzo Madama proprio per una condanna definitiva. Seguono il Partito Democratico (15), Fratelli d’Italia (13) e, a ruota, l’accoppiata Azione-Italia Viva e Noi Moderati (la lista che mette insieme i piccoli partiti del centrodestra), entrambi con 12. Dal punto di vista geografico è la Lombardia la Regione con il numero maggiore di impresentabili in lista: sul podio salgono anche Sicilia e Campania.
Antonio Angelucci – Camera Capolista Lazio 1 e Lazio 2
E’ il “re delle cliniche romane”, editore dei quotidiani Libero e Il Tempo. Nel 2017 è stato condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per truffa e falso per i contributi pubblici ai suoi giornali. E’ anche imputato per istigazione alla corruzione. I pm per lui hanno chiesto il processo perché, secondo l’inchiesta, il 19 dicembre 2017, a margine di un incontro in Prefettura, Angelucci ha promesso 250mila euro ad Alessio D’Amato, attuale assessore alla sanità della Regione Lazio, in cambio del suo impegno per il riconoscimento di crediti che una delle cliniche di famiglia, il San Raffaele Velletri, sosteneva di vantare verso la Regione Lazio.
Jari Colla – Plurinominale Camera Lombardia 2
Nel luglio del 2021 è stato condannato a 1 anno e 8 mesi in secondo grado nel processo sulle “spese pazze” della Regione Lombardia, la cosiddetta “Rimborsopoli Lombardia”, insieme ad altre 51 persone. Messo sotto inchiesta anche dalla Corte dei Conti, ha restituito alla Regione 37mila euro.
Umberto Bossi – Capolista plurinominale Camera Lombardia 2 – P01
E’ stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, per i 200 milioni della maxi-tangente Enimont. Al processo Cusani, durato sedici mesi e conclusosi il 27 ottobre del 1995, era emerso che anche la Lega aveva usufruito di finanziamenti illeciti. Per i fatti di via Bellerio del 18 settembre del 1996, quando i leghisti opposero resistenza agli agenti di polizia che cercavano documentazione nella sede della Lega su ordine della magistratura di Verona, Bossi è stato condannato a 4 mesi. La Cassazione, il 15 giugno del 2007, conferma invece la condanna per vilipendio alla bandiera. Nel gennaio 2019 la IV Corte d’appello di Milano ha disposto il non luogo a procedere per il Senatur e il figlio Renzo imputati per appropriazione indebita con l’ex tesoriere Francesco Belsito. E lo ha fatto in virtù della mancata querela nei loro confronti, che in base alla norma introdotta dal governo Gentiloni e voluta dal Pd, è necessaria per procedere per quel tipo di reato. Il Carroccio, guidato da Salvini, ha presentato la denuncia nei soli confronti dell’ex amministratore per cui i giudici hanno rideterminato la condanna a un anno e 8 mesi e 750 euro di multa pena sospesa. In primo grado Umberto Bossi era stato condannato a 2 anni e 3 mesi.
Fabrizio Cecchetti – Capolista plurinominale Camera Lombardia 1 – P02
Anche lui è stato condannato a 1 anno e 8 mesi in secondo grado nel processo sulle “spese pazze” della Regione Lombardia, la cosiddetta “Rimborsopoli Lombardia”.
Antonino Minardo – Camera uninominale Sicilia 2, capolista Sicilia 1 e Sicilia 2
Deputato di Forza Italia e poi del Nuovo centrodestra, nel dicembre 2019 passa alla Lega di Salvini. Condannato in via definitiva a 8 mesi per abuso d’ufficio per una consulenza affidata da presidente del Consorzio Autostrade Siciliane.
Giulio Centemero – Camera capolista Lombardia 3 – P01
Il tesoriere della Lega è stato condannato in primo grado a 8 mesi per il finanziamento illecito da Esselunga alla Lega arrivato tramite l’associazione “Più Voci” di cui era legale rappresentante. È anche a processo a Roma per un altro presunto finanziamento illecito dall’imprenditore romano Luca Parnasi.
Massimiliano Romeo – Senato uninominale Lombardia – U01
E’ stato condannato in appello a 1 anno e 8 mesi per peculato per le spese pazze in Regione Lombardia.
Matteo Salvini – Senato capolista Calabria, Basilicata, Lombardia P02 e Puglia P01
E’ a processo a Palermo per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio nel caso Open Arms, per non avere fatto sbarcare 147 migranti nell’agosto del 2019 quando era ministro dell’Interno. Il reato di sequestro di persona, con minori coinvolti, è punito con una pena che arriva fino a 15 anni di carcere.
Riccardo Molinari – Camera Uninominale Piemonte 2 – U01, plurinominale Piemonte 2
Rinviato a giudizio per falso: “Fece eliminare un candidato da una lista già chiusa”. La prima udienza del processo è fissata al 24 novembre 2022.
Domenico Furgiuele – Camera uninominale Calabria – U01
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio di 50 persone a conclusione dell’inchiesta “Waterfront” su presunti illeciti in una serie di gare d’appalto bandite da amministrazioni pubbliche del Reggino, ed in particolare della Piana di Gioia Tauro. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo c’è il deputato della Lega Domenico Furgiuele, accusato di turbativa d’asta in concorso in relazione ad una singola gara d’appalto.
Francesco Bruzzone – Camera capolista Liguria – P01
Senatore e già presidente del Consiglio regionale ligure. Condannato in primo grado a tre anni e otto mesi nel processo sulle “spese pazze” in Regione Liguria nel periodo 2008-2010. Appello in corso. Condannato dalla Corte Conti ligure a risarcire oltre 33mila euro.
Armando Siri – Plurinominale Camera Emilia-Romagna P01
E’ a processo per corruzione con l’accusa di essersi dato da fare, a colpi di provvedimenti ed emendamenti vari (in cambio della promessa di una mazzetta da 30mila euro), per favorire Paolo Arata, l’imprenditore in affari con il re dell’eolico Vito Nicastri. Inchiesta che gli è costata il posto da sottosegretario nel Governo Conte-1. È stato indagato anche per autoriciclaggio a Milano per l’acquisto di una palazzina grazie a un mutuo a prezzi di favore da parte della Banca di San Marino. A marzo 2022 Palazzo Madama ha negato l’autorizzazione a usare le intercettazioni che riguardano Siri nel processo per corruzione in corso a Roma. Ma ora deve decidere la Consulta. Nel 2014 ha patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta. Tre anni e mezzo fa un giudice ha accolto l’accordo tra accusa e difesa per il fallimento della MediaItalia, società che avrebbe lasciato debiti per oltre 1 milione di euro.
Giuliano Pazzaglini – Camera plurinominale Marche – P01
Senatore, ex sindaco di Visso (Macerata). E’ imputato per truffa, peculato e abuso d’ufficio in relazione all’utilizzo di donazioni ai terremotati nel 2017. E’ accusato dalla Procura di aver tratto un profitto di 50mila euro dalle donazioni per la sua comunità colpita dal sisma.
Davide Bordoni – Plurinominale Senato Lazio
Ex capogruppo di Forza Italia in Campidoglio (passato alla Lega a fine 2019) è stato rinviato a giudizio per finanziamento illecito ai partiti nel filone principale del processo sullo stadio della Roma, pendente in primo grado. È accusato di aver ricevuto un’ “imprecisata somma di denaro” dal costruttore Luca Parnasi.
Alessandro Benvenuto – Plurinominale Camera Piemonte 1 – P02
Deputato uscente e segretario torinese della Lega è stato rinviato a giudizio (insieme al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e a Fabrizio Bruno) per aver violato l’articolo 90 del testo unico sulle elezioni amministrative: secondo la procura, hanno falsificato un atto destinato alle operazioni elettorali. In vista delle elezioni amministrative del 2020 a Moncalieri (Torino), la Lega ha cancellato dalla lista di candidati Stefano Zacà, un ex di Forza Italia, per non fare un torto agli alleati.
Vittorio Zizza – Plurinominale Camera Puglia – P04
Ex senatore, è imputato (assieme ad altri 31) nel procedimento scaturito dall’inchiesta Hydra sulla gestione dei rifiuti a Brindisi. Il suo capo di imputazione inizialmente contestato, ossia quello di corruzione, è già stato derubricato a finanziamento illecito. Secondo quanto dichiarato dai suoi legali a brindisireport.it, si va verso la prescrizione.
Anastasio Carrà – Plurinominale Camera Sicilia 2 – P02
Sindaco di Motta Sant’Anastasia (Catania), è imputato per delitto colposo contro la salute pubblica. Il Gup di Catania a maggio del 2021 lo ha rinviato a giudizio (insieme ad altre 4 persone) per reati ambientali nella gestione degli scarichi di acque reflue nel Comune.
Fabio Cantarella – Plurinominale Camera Sicilia 2 – P03
E’ imputato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di istigazione razziale, etnica e religiosi. L’imputazione coatta era arrivata anche per il senatore Stefano Candiani. Quest’ultimo però ha ottenuto nel febbraio del 2022 l’immunità parlamentare mentre per l’ex assessore al Comune di Catania e vice segretario isolano, Fabio Cantarella, il processo prosegue. La prima udienza si svolgerà il 12 ottobre. Al centro del procedimento un video diretta su Facebook del 6 luglio 2018, girato insieme al senatore nel rione San Berillo di Catania
Mirco Carloni – Uninominale U04 Marche per la Camera
A processo in primo grado, insieme ad altri 54, imputato di peculato per i rimborsi in consiglio regionale tra il 2008 e il 2012.
Sabrina Bocchino – Plurinominale Senato Abruzzo
Consigliera regionale uscente, è indagata nell’inchiesta della Procura di Pescara sugli appalti della sanità e dei trasporti che ha portato all’arresto di Vincenzo Marinelli, imprenditore e presidente onorario del Pescara Calcio. Le accuse a vario titolo sono di corruzione e turbativa d’asta.
Vincenzo Pepe – Plurinominale Senato Campania
E’ indagato per evasione fiscale e truffa aggravata. Nel marzo 2020 la Procura di Vallo della Lucania (Salerno) eseguì un sequestro preventivo di circa un milione e 800mila euro nei confronti di cinque indagati tra cui Pepe, all’epoca presidente della Fondazione Gian Battista Vico di Vatolla e attualmente presidente del movimento ecologista FareAmbiente. Secondo l’accusa, la Fondazione di cui era presidente ottenne 300mila euro di contributi “per lo sviluppo di imprese innovative nel settore del turismo sostenibile” presentando fattore false. Contestata anche l’omissione di redditi per quattro milioni di euro e un’evasione di imposta da un milione e mezzo.
Donatella Merra – Plurinominale Camera Basilicata
Assessora regionale alle Infrastrutture, è indagata per peculato – insieme al governatore Vito Bardi e all’assessore alla Sanità Francesco Fanelli – nell’ambito di un’inchiesta, cominciata nel 2020, su presunti favori ricevuti per usufruire di tamponi all’inizio della pandemia.
Carmelo Pullara – Plurinominale Camera Sicilia 1 – P02
Deputato regionale in Sicilia è indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta “Sorella Sanità”. Il riesame aveva disposto i domiciliari. Poi la Cassazione ha annullato l’ordinanza. In più nelle carte dell’inchiesta “Oro bianco” della Dda di Palermo, compare il suo nome. Secondo i magistrati, i componenti della cosca guidata da Rosario Pace avrebbero avuto nell’onorevole originario di Licata il cavallo su cui puntare in occasione delle Regionali 2017, che videro Pullara trionfare nel collegio di Agrigento con oltre 8mila preferenze. Il deputato non risulta indagato e per gli inquirenti non ha “avuto consapevolezza” di chi avesse di fronte.
Pasquale Cariello – Plurinominale Camera Basilicata
Capogruppo della Lega in Regione Basilicata. E’ indagato per abuso d’ufficio aggravato dall’aver agevolato un’organizzazione mafiosa. La vicenda risale al 2018 quando Cariello era consigliere comunale di Scanzano Jonico e riguarda un concerto neomelodico del cantante siciliano Daniele De Martino, durante il quale, sostiene la procura, si sarebbero elogiate le gesta di un clan mafioso radicato nella città. La stessa inchiesta ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scanzano per infiltrazioni mafiose.
E’ stato anche condannato in via definitiva per “minaccia e lesioni personali (aggravate dall’uso di un bastone)”. I fatti contestati in questo caso risalivano al 2016 e si erano verificati lungo la strada Pisticci-San Basilio, dove Cariello aggredì per futili motivi un uomo che viaggiava a bordo di un’altra auto in compagnia della moglie.
Elena Maccanti – Camera Uninominale Piemonte 1- U03, Plurinominale Piemonte 1 e 2
Ha patteggiato una pena di un anno per il processo “Rimborsopoli” Piemonte.
Giovanni Battista Tombolato – Plurinominale Camera Emilia-Romagna – P01
Ha patteggiato 11 mesi per falso ideologico al termine di un’inchiesta su presunte firme false per la Lega per le Comunali del 2012 a Parma.
Edit – Riceviamo e pubblichiamo: “Le 100 firme in discussione non sono state imputate al sottoscritto ma ad un altro. A me sono state contestate poco più di 15 firme, tutte con il documento esatto e in regola, raccolte a un nostro gazebo. Le firme in questione erano ininfluenti su 580 presentate. Cordialmente, Giovanni Battista Tombolato”.
Giovanna Quaglia – Senato plurinominale Piemonte
Ex consigliere ed ex assessore in Regione Piemonte, ha patteggiato un anno per peculato nel 2014 nell’inchiesta per le “spese pazze”.
Giovanni Battista Tombolato – Camera plurinominale Emilia-Romagna
Deputato di Fidenza (Parma), nell’inchiesta per le firme false alle comunali del 2012 ha patteggiato 11 mesi per falso in atto pubblico.
Silvio Berlusconi – Uninominale Senato Lombardia – U06 + Plurinominale in Lombardia (P02 + P03), Piemonte (P02), Lazio (P02) e Campania (P01)
Si ricandida al Senato da dove è stato espulso il 27 novembre del 2013, dichiarato decaduto dopo la condanna in via definitiva a 4 anni di carcere per frode fiscale. Nel 2018 ha incassato la riabilitazione, dopo l’affidamento ai servizi sociali. Nel curriculum giudiziario dell’ex presidente del Consiglio – tra prescrizioni, assoluzioni, amnistie e archiviazioni – rimangono ancora altri nodi da sciogliere. È attesa per l’autunno la sentenza nel processo Ruby ter: Berlusconi è tra gli imputati ed è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver pagato alcuni testimoni delle cosiddette “cene eleganti” di Arcore. Per lui la procura di Milano ha chiesto una condanna a sei anni. Poi ci sono le indagini in corso. Al momento Berlusconi risulta ancora personalmente indagato (insieme allo storico braccio destro Marcello Dell’Utri) dalla procura di Firenze come presunto mandante occulto delle stragi del 1993 di Milano, Roma e Firenze. L’indagine – di cui non si ha fino ad oggi alcuna notizia di archiviazione – era stata confermata implicitamente nel novembre del 2019 dallo stesso leader di Forza Italia. I legali dell’ex premier avevano prodotto i documenti per dimostrare come il loro cliente fosse ancora sotto inchiesta da parte della procura competente per le “stragi continentali” commesse da Cosa nostra. In questo modo Berlusconi si era potuto presentare con lo status di “indagato di reato connesso” davanti alla corte d’Assise d’Appello di Palermo, che stava celebrando il processo di secondo grado sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra.
Claudio Lotito – Uninominale Senato Molise – U01
Prescritto nel processo penale (dove era stato condannato in appello a 18 mesi) e squalificato 4 mesi in quello sportivo per Calciopoli. Condannato in via definitiva a 3 mesi convertiti in pena pecuniaria per omessa alienazione delle partecipazioni della Lazio (nello stesso processo prescritto per aggiotaggio). E nuovamente prescritto, in fase di udienza preliminare, nell’inchiesta ribattezzata Multopoli e che riguardava la cancellazione di una serie di contravvenzioni.
Roberto Cota – Plurinominale Camera Piemonte 2 – P01
Ex governatore del Piemonte, nel dicembre del 2021 è stato condannato a un anno e sette mesi di carcere dalla Corte di Appello di Torino per la vicenda Rimborsopoli degli ex consiglieri regionali del Piemonte. Il processo si è celebrato per iniziativa della Corte di Cassazione, che aveva annullato una sentenza precedente.
Fiammetta Modena – Plurinominale Senato Umbria – P01
Rinviata a giudizio nell’inchiesta sui rimborsi della Regione Umbria. Processo iniziato nel novembre del 2021. Con la corte dei conti ha deciso di patteggiare versando, come prescrive il codice di procedura contabile, la metà della somma richiesta.
Ugo Cappellacci – Uninominale Camera Sardegna – U01 + Plurinominale Sardegna – P01
Il 10 febbraio è stato rinviato a giudizio. Imputato per corruzione e peculato nell’inchiesta su una presunta tangente da 80mila euro legata all’assegnazione di contributi pubblici quando Cappellacci era presidente della Regione. Condannato in appello dalla Corte dei conti a 220mila euro per il licenziamento del capo ufficio stampa della Regione. Coinvolto nel processo P3: mentre per gli altri imputati il 16 marzo 2018 arrivano le condanne in primo grado, per Cappellacci scatta la prescrizione.
Francesco Silvestro – Plurinominale Senato Campania – P01 + P02
A processo per tentata concussione e falso per fatti risalenti al 2013, anno in cui ricopriva la carica di presidente del Consiglio comunale di Arzano (Napoli), un’amministrazione sciolta per camorra due anni dopo. Con queste imputazioni è in corso da anni un processo che vede alla sbarra Francesco Silvestro, ricco imprenditore detto “il principe della notte” dall’alto delle cinquemila piazze di materassi sfornate ogni giorno dall’azienda di famiglia.
Mario Occhiuto – Plurinominale Camera Calabria – P01
Fratello del governatore calabrese, è sotto processo per bancarotta fraudolenta per il fallimento la società Ofin. La sorella è stata condannata in primo e secondo grado con rito abbreviato. A luglio scorso gli è stato notificato un atto di chiusura delle indagini. Gli viene contestata sempre la bancarotta ma per il fallimento di altre due società.
Gianfranco Miccichè – Plurinominale Senato Sicilia 1
Per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana a febbraio la procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio per finanziamento illecito al partito, nell’ambito dell’inchiesta “Waterloo” della Dia, Guardia di finanza e Carabinieri. L’indagine sostiene come professionisti, politici, istituzioni e forze dell’ordine fossero – secondo l’accusa – asserviti a Girgenti Acque (la società che si occupava della gestione del servizio idrico nell’Agrigentino) in cambio di favori e posti di lavoro per familiari, amici e amanti.
Jessica Marcozzi – Plurinominale Senato Marche
Capogruppo al Consiglio regionale delle Marche, è a processo per bancarotta fraudolenta. Nel luglio del 2021 ha chiesto e ottenuto di essere processata con rito abbreviato.
Cosmo Mitrano – Plurinominale Camera Lazio 2 – P02
Ex sindaco di Gaeta, è indagato in un’inchiesta per lottizzazione abusiva nel comune in provincia di Latina.
Francesco Piro – Plurinominale Senato in Basilicata
Capogruppo di Forza Italia in regione, a giugno gli è stata notificata la proroga delle indagini sul presunto “sistema Basilicata” che coinvolge amministratori e politici lucani. La procura di Potenza ipotizza, a vario titolo, reati che vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione elettorale, dalla corruzione alla tentata concussione.
Lorenzo Sospiri – Plurinominale Senato Abruzzo
Presidente del Consiglio Regionale abruzzese è indagato per concorso in turbativa d’asta in una recente inchiesta sulla sanità pescarese. Secondo le indagini si sarebbe adoperato per turbare una gara d’appalto per la gestione dell’affidamento dei servizi in favore dei pazienti in stato di fragilità. Per Sospiri si tratta di una nuova indagine dopo la prima del maggio 2021 che lo vede indagato per corruzione e associazione per delinquere: l’indagine riguarda appalti nella sanità e nei trasporti e vede al centro la figura dell’imprenditore Vincenzo Marinelli, già dirigente della Federcalcio e presidente onorario del Pescara.
Michela Vittoria Brambilla – Uninominale Camera Sicilia 1 – U04
Ha patteggiato nel luglio 2019 in udienza preliminare a Lecco, un anno e 4 mesi, con pena sospesa, per il fallimento delle Trafilerie del Lario di Calolziocorte (Lecco). Il padre Vittorio Brambilla ha patteggiato un anno e 6 mesi.
Ada Lai – Uninominale Camera Sardegna
Da dirigente del Comune di Cagliari ha patteggiato un anno e 11 mesi a conclusione del processo che l’ha vista imputata di peculato nell’ambito dell’inchiesta su “Abitare Assistito”, un progetto per l’inserimento dei sofferenti di disturbi psichiatrici in case affittate dal Comune e tenute a lungo vuote. Per lo stesso caso è stata anche condannata a pagare 255.671 euro per danno erariale dalla Corte dei Conti sarda, in primo grado.
Pietro Vignali – Plurinominale Camera Emilia-Romagna 1 P01
Ex sindaco di Parma. Si era dimesso nell’estate del 2011 dopo le proteste di piazze e sette successive inchieste aperte dalla Magistratura. La tesi degli inquirenti era che tra il 2007 e il 2011 erano state sottratte ingenti somme di danaro pubblico tramite società partecipate e finte fatturazioni. Arrestato nel 2013, posto agli arresti domiciliari, sottoposti a sequestro quasi 2 milioni di suoi beni, Vignali nel 2015 ha patteggiato una pena di due anni (sospesa) dopo aver accettato di versare un cospicuo risarcimento, 550.000 euro, al Comune di Parma, che si era costituito parte civile. In quanto rito alternativo, tra i benefici connessi, oltre ad uno sconto di pena e alla mancata applicazione di pene accessorie, prevede l’estinzione del reato.
Piero De Luca – Capolista plurinominale Camera in Campania 2 – P02
Deputato e figlio del governatore della Campania, è imputato per bancarotta per il crac della società immobiliare Ifil C&D, coinvolta nel crac Amato. A De Luca junior, nella fattispecie, viene contestato di aver beneficiato tra il 2009 ed il 2011 del pagamento di viaggi in Lussemburgo, sede lavorativa del rampollo dell’ex sindaco di Salerno: secondo l’accusa, quei voli sono stati pagati con denaro della Ifil dall’imprenditore Mario Del Mese.
Carlo Iannace – Uninominale Senato Campania – U02
Ex consigliere regionale in Campania, condannato in primo grado per peculato, tentata truffa e falso a 6 anni per presunte irregolarità nella gestione dell’ospedale Moscati di Avellino. Pena ridotta a quattro anni in Appello. A maggio del 2022 la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna con rinvio alla Corte d’Appello.
Vito De Filippo – Capolista plurinominale Senato Basilicata
E’ imputato per truffa e peculato per la vicenda dei rimborsi non dovuti della Regione Basilicata. Il processo è in corso a Potenza. Per la stessa vicenda è stato condannato in appello dalla Corte dei conti per il periodo 2009-2010. Assolto, invece, per il periodo dal 2010 e il 2012.
Luciano D’Alfonso – Capolista plurinominale Camera Abruzzo
Ex governatore abruzzese e attuale senatore, è a processo insieme al suo ex capo di gabinetto, l’ex segretario della presidenza e gli ex assessori regionali per falso ideologico in concorso in quanto avrebbero certificato o contribuito a certificare, nella delibera di indirizzo per la riqualificazione e realizzazione del parco Villa delle Rose di Lanciano (Chieti), redatta il 3 giugno del 2016, la presenza del presidente in giunta, mentre D’Alfonso si trovava altrove.
Piero Fassino – Plurinominale Camera Veneto 1 – P01
A processo per la gestione del Salone del libro. Fassino è processato (insieme ad altri) per due vicende. La prima si riferisce al bando per l’organizzazione delle edizioni 2016-2018, che sarebbe stato confezionato su misura per GL Events. Si procede per turbativa d’asta. La seconda è legata alle mosse che accompagnarono ricerca di grossi finanziatori per il 2016. La procura è del parere che pur di aprire le porte a Intesa San Paolo, garantendogli la posizione di sponsor esclusivo, siano stati concepiti bandi di gara ad hoc. E’ anche indagato insieme a tutti i componenti della giunta Appendino e Chiamparino per la vicenda dell’eccesso di morti legati allo smog. La procura ha avanzato richiesta di archiviazione.
Carlo Guccione – Plurinominale Camera Calabria
A processo per rimborsopoli regione Calabria. Primo grado ancora in corso.
Eva Avossa – Plurinominale 2 in Campania per il Senato
Ex vicesindaca di Salerno, è imputata, insieme agli altri membri dell’allora giunta di Vincenzo De Luca, per un presunto falso in atto pubblico nella delibera che nel 2011 approvò una variante da otto milioni di euro in favore della Esa costruzioni, la ditta che stava svolgendo i lavori per la costruzione di piazza della Libertà.
Debora Ciliento – Plurinominale Camera Puglia – P01
Nel luglio del 2021 le è stata notificata la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Trani per falso e abuso d’ufficio in concorso. Ancora in corso le udienze preliminari. Da ex assessore comunale a Trani, viene contestato a lei, ad altri colleghi assessori, al sindaco e ad alcuni dirigenti dell’Ente, una delibera del 2016 relativa al recupero debiti di una società.
Claudio Stefanazzi – Capolista plurinominale Camera Puglia – P04
Capogabinetto di Emiliano, è imputato a Torino, insieme al presidente della Regione per finanziamento illecito ai partiti nella vicenda giudiziaria legata alle primarie per la segreteria nazionale Pd del 2017. Ultimo rinvio a marzo. Nello stesso mese a lui e al dirigente della Regione Puglia Elio Sannicandro, è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini. Avrebbe “attestato falsamente” l’idoneità del secondo a ricoprire il ruolo di componente della commissione che ha aggiudicato l’appalto da oltre 160 milioni di euro per la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto, pur essendo a conoscenza di una serie di motivi che lo rendevano incompatibile.
Valentina Scialfa – Capolista plurinominale Camera Sicilia 2 – P02
Ex assessore della giunta di Enzo Bianco a Catania è a processo per falso ideologico in merito al buco di bilancio del comune. Imputata l’intera ex giunta (anni 2013-2018) e i revisori dei conti del Comune.
Enrico Rossi – Uninominale Camera Toscana – U01
Ex presidente della Regione Toscana, è a processo per falso ideologico per presunte irregolarità nelle spese sostenute nella campagna elettorale per le regionali del 2015. Per l’accusa, Rossi ha allegato “i relativi rendiconti da cui risultava il ricevimento di contributi per euro 70.275,00, mentre in effetti avevano ricevuto e speso l’ulteriore somma di circa 600.000 euro, inducendo in errore lo stesso collegio regionale di garanzia elettorale”. Rossi è anche indagato per la gara regionale per il trasporto pubblico locale, bando da 4 miliardi per 11 anni. Nell’inchiesta, nella quale vengono ipotizzati a vario titolo i reati di turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità, risultano indagate almeno altre sette persone, tra cui l’ex assessore regionale Vincenzo Ceccarelli.
Vincenzo Ceccarelli – Uninominale Camera Toscana – U09
Attuale consigliere regionale in Toscana ed ex assessore regionale ai Trasporti, come detto, anche lui risulta indagato nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione per la gara del trasporto pubblico locale.
Fulvio Bonavitacola – Uninominale Camera Campania 2 – U06
Vice di De Luca in regione Campania, nel giugno del 2021 riceve notifica della proroga delle indagini nell’ambito di un’inchiesta che punta a fare luce sulla gestione delle ecoballe e sulla raccolta differenziata. I magistrati ipotizzano, nei confronti della Regione, i reati di omissione di atti d’ufficio in relazione al mancato smaltimento delle “ecoballe” e anche in relazione al mancato commissariamento degli enti inadempienti agli standard imposti dalla Ue. Archiviato, invece, per la vicenda Universiadi.
Marco Meloni – Capolista plurinominale Sardegna Senato
Braccio destro di Letta, ex consigliere regionale sardo, è indagato nel procedimento per peculato relativo a presunti rimborsi illegittimi del gruppo Pd nella consiliatura 2009-2014 (285mila euro totali). Archiviata, invece, l’indagine a suo carico per lo stesso motivo nella consiliatura precedente (2004-2009).
Nunzio Senatore – Plurinominale Camera Campania 2 P02 e Uninominale Campania 2 P02
Nel gennaio del 2021 la Guardia di Finanza sequestra 80mila euro al sindaco, Vincenzo Servalli, e dell’assessore ai Lavori Pubblici (già vicesindaco) di Cava de’ Tirreni (Salerno), Nunzio Senatore, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore, su alcuni versamenti eseguiti dall’Amministrazione comunale – ritenute assistenziali, previdenziali e assicurative – a favore dei dirigenti. I due amministratori, facendo risultare un rapporto di lavoro “esclusivo” con il Comune, avevano fatto sì che i loro contributi gravassero sul bilancio dell’Ente.
Augusta Montaruli – Uninominale Camera Piemonte 1, capolista Piemonte 1 P01 e P02
Attuale deputata. Condannata a un anno e 7 mesi nel processo d’Appello bis “Rimborsopoli” Piemonte per concorso in peculato. Il processo riguardava la regolarità dell’utilizzo dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi politici rappresentati in consiglio regionale fra il 2010 e il 2014. Si è trattato dell’appello bis, celebrato per iniziativa della Corte di Cassazione che aveva annullato una sentenza precedente.
Salvo Pogliese – Plurinominale Senato Sicilia 2
Ex sindaco di Catania (sospeso per la legge Severino) nelle vesti di deputato regionale il 23 luglio 2020 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Palermo per peculato a 4 anni e 3 mesi di reclusione nel processo su rimborsi all’Ars. Tutte le accuse nei confronti degli imputati si riferivano alla legislatura 2008–2012 del governo di Raffaele Lombardo (Mpa). In quegli anni Pogliese era vicepresidente del gruppo del Pdl e secondo l’accusa si sarebbe appropriato di circa 80mila euro “per finalità personali e comunque estranee alla previsione normativa”. Tra le contestazioni ci sono 41.183,13 euro utilizzati per pagamenti eseguiti con carte bancomat per “spese riguardanti rifornimenti di carburante, consumazione di pasti presso ristoranti, trattorie, pizzerie, bar” e soggiorni in hotel palermitani. Ma anche 31.395,75 “attraverso l’emissione di assegni bancari a se stesso”.
Francesco Zaffini – Uninominale Senato Umbria
Rinviato a giudizio nell’inchiesta sui rimborsi della Regione Umbria. Processo iniziato nel novembre 2021
Salvatore Caiata – Uninominale Camera Basilicata
Si era candidato con i 5 Stelle senza la trafila delle parlamentarie per decisione del candidato premier Luigi Di Maio. In piena campagna elettorale per le politiche 2018 però salta fuori che Salvatore Caiata, imprenditore e presidente del Potenza Calcio, era indagato a Siena con l’ipotesi di autoriciclaggio fin dal 2016, posizione poi archiviata ad agosto 2018. Nel frattempo Caiata era stato effettivamente eletto ma espulso dai grillini e viene accolto dalla Meloni che ne fa il segretario regionale di Fratelli d’Italia in Basilicata. Nel 2018 viene però coinvolto in un’altra indagine, attivata stavolta dalla Gdf di Siena, sugli affari del magnate kazako del petrolio e re dei bar toscani Igor Bidilo. I pm di Siena ipotizzano reati di corruzione e riciclaggio e tra i 12 indagati compare proprio Caiata che a marzo del 2021 rimette il mandato nelle mani della Meloni e resta in Parlamento. Lo scorso maggio gli investigatori hanno chiesto una seconda proroga d’indagine di sei mesi.
Tommaso Foti – Uninominale Camera Emilia-Romagna, capolista Camera Emila-Romagna P01 e P03
Indagato per corruzione e traffico di influenze illecite. Per la Procura avrebbe ricevuto 3.000 euro per aiutare un’azienda, attraverso i suoi rapporti con l’assessore comunale e collega di partito, Erika Opizzi, anche lei indagata. Un “sistema corruttivo diffuso” che secondo le indagini andava avanti da anni, senza trovare resistenza e che ha riguardato i lavori pubblici e gli appalti in una parte del territorio appenninico piacentino, la Val Trebbia e la Val Luretta.
Daniela Santanchè – Uninominale Senato Lombardia, capolista Senato Lazio P01 Lombardia P03 e Piemonte P01, seconda nel listino in Lombardia P02 e Toscana P01
A febbraio i pm di Milano Romanelli e Filippini hanno chiuso l’indagine per frode fiscale a carico di Daniela Santanché, senatrice di Fratelli d’Italia indagata per concorso in una presunta sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte contestata all’ex marito Giovanni Canio Mazzaro da un milione e mezzo di euro. Secondo l’accusa la senatrice avrebbe concorso acquistando nel 2019 l’imbarcazione “Unica” di cui era proprietario Mazzaro con un corrispettivo di poco inferiore a 400mila euro in realtà mai versato. Venti giorni dopo la stessa barca sarebbe stata ceduta dalla Biofood della Santanché a una società di diritto maltese. Secondo le indagini, la prima vendita dell’imbarcazione sarebbe avvenuta dopo la notifica dell’avviso di accertamento all’imprenditore per i presunti debiti tributari. Dunque la Santanché avrebbe di fatto concorso a “nascondere” la barca, bene dell’ex marito, al Fisco. Dalla Procura fanno sapere che il procedimento non è stato ancora deciso ma che la decisione è “non lontana”.
Giangiacomo Calovini – Uninominale Camera Lombardia 3 U05
Consigliere comunale di Fdi a Brescia,è indagato nell’inchiesta della Procura di Milano che vede accusato, sempre di corruzione “per atti contrari ai doveri d’ufficio”, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, assieme all’ormai ex consigliere bresciano Giovanni Acri, che nell’ipotesi d’accusa avrebbe lasciato il suo incarico, il 25 giugno 2021, facendo subentrare il primo dei non eletti, proprio Calovini, vicino alla corrente politica di Fidanza. E in cambio, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio, Jacopo Acri, come assistente.
Stefano Maullu – Secondo in lista Camera Lombardia P01
Indagato a Bergamo per false comunicazione a pm nell’ambito di una inchiesta relativa al fallimento della Maxwork in cui è indagato anche il senatore Paolo Romani. A fine marzo la Procura di Bergamo indaga per corruzione il senatore Paolo Romani, storico forzista poi passato a “Cambiamo”. E’ accusato di aver ricevuto una tangente di 12mila euro nel gennaio del 2015 da tre dirigenti della società di lavoro interinale Maxwork, dichiarata poi fallita nel giugno dello stesso anno. Secondo la procura la tangente sarebbe stata ricevuta materialmente nella sede della società, a Bergamo, da Antonio Sandro Maullu, su incarico di suo fratello Stefano, ex europarlamentare di Forza Italia e oggi coordinatore milanese del partito della Meloni. La richiesta di ritirare la tangente, secondo la procura, sarebbe arrivata direttamente da Romani, come emergerebbe da una registrazione. Maullu, uno dei papabili candidati alle elezioni, è accusato di aver fornito false informazioni ai magistrati. L’inchiesta su Romani è stata spostata a Milano seguendo la presunta bustarella che lì era stata data, il procedimento su Maullu è rimasto a Bergamo, in attesa della definizione del procedimento principale.
Antonio Tavani – Camera plurinominale Abruzzo
Indagato nell’ottobre 2021 per il rischio crollo di una palazzina di edilizia popolare in qualità di presidente dell’Ater Chieti. L’accusa è delitto colposo di danno
Guerino Testa – Uninominale Camera Abruzzo
Imputato insieme ad altre 17 persone nel procedimento sul fallimento delle società riconducibili all’imprenditore Carmine De Nicola, Testa ha chiesto di patteggiare 1 anno e 6 mesi di reclusione per alcune bancarotte (pena sospesa) ed è stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere. In un’inchiesta corollario di questa, però, a marzo 2022 – come riportato da il Centro – Testa è finito nuovamente tra gli indagati con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Nel mirino delle indagini la sua attività da commercialista. Tesla è capogruppo di FdI nel Consiglio regionale Abruzzo.
Gianni Rosa – Capolista plurinominale Senato Basilicata
Ex assessore regionale ha ricevuto a metà giugno la notifica della proroga delle indagini preliminari nell’ambito di un’inchiesta, cominciata nel 2020, su presunti favori ricevuti per usufruire di tamponi all’inizio della pandemia. Nell’inchiesta sui “Tamponi ai vip” sono indagati per peculato, tra gli altri, anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi e due assessori in carica, entrambi della Lega.
Lara Magoni – Plurinominale Camera Lombardia 3 – P01
Nell’ambito dell’inchiesta sulle carceri di Bergamo è indagata per voto di scambio.
Giulio Tremonti – Plurimoniale Camera Lombardia 1
Patteggiò 4 mesi reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 30mila euro e 10mila euro di di multa, per la vicenda dell’alloggio di via Campo Marzio a Roma, pagato da Mauro Milanese.
Matteo Renzi – Plurinominale Senato in Lombardia (P02 e P03), Toscana (P01) e Campania (P01)
Imputato per finanziamento illecito nel processo sulla fondazione Open in quanto “direttore di fatto”, insieme a Lotti, Boschi, Bianchi e Carrai (membri del Consiglio direttivo), perché “riceveva, in violazione della normativa”, 3.567.562 euro che i finanziatori consegnavano alla Fondazione Open; somme utilizzate per sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana”.
Maria Elena Boschi – Plurinominale Camera in Lazio (P01, P02 e P03) e Calabria (P01)
Imputata per finanziamento illecito nel processo sulla fondazione Open in quanto membro del Consiglio direttivo. Stesse accuse degli altri.
Luca Braia – Uninominale Camera Basilicata – U01
Consigliere regionale in Basilicata. E’ imputato a Potenza per truffa e peculato per i rimborsi percepiti alla Regione. E’ tra i 22 consiglieri regionali condannati dalla Corte dei Conti.
Francesco Bonifazi – Plurinominale Camera Toscana (P01, P02 e P03)
Ex tesoriere del Pd, è stato rinviato a giudizio nel novembre 2021 per finanziamento illecito legato all’inchiesta sullo stadio della Roma. L’indagine è legata ai presunti contributi illegali alla politica partiti dalla società Pentapigna di Parnasi. Per Bonifazi oltre al finanziamento illecito l’accusa è anche di emissione di fatture per operazioni inesistenti: in questo caso i magistrati contestano 150mila euro ricevuti dalla Fondazione Eyu, presieduta all’epoca dei fatti dall’ex tesoriere dem.
Giuseppe Castiglione – Plurinominale Camera Sicilia 2 – P02
Ex alfaniano e appena uscito da Forza Italia, re delle preferenze in Sicilia orientale, imputato per corruzione elettorale e turbativa d’asta nel processo sulla gestione del Cara di Mineo. Quando nel 2015 l’inchiesta è diventata di dominio pubblico, Giuseppe Castiglione era sottosegretario all’Agricoltura del governo Renzi. Ha anche chiesto e ottenuto il giudizio immediato, ma il processo è ancora in corso. A Mineo, secondo l’accusa, andava in scena “una spregiudicata gestione dei posti di lavoro (circa 400) per l’illecita acquisizione di consenso elettorale”. Addirittura ai dipendenti del Cara veniva chiesto di prendere la tessera del Nuovo centrodestra.
Andrea Moltrasio – Uninominale Senato Lombardia – U07
Imputato e assolto in primo grado per ostacolo alla vigilanza nella vicenda Ubi. La procura ha dato poco fatto ricorso in appello
Giancarlo Garozzo – Plurinominale Senato Sicilia – P01
Ex sindaco di Siracusa è stato prescritto nel maggio 2021 per falso ideologico per “Firmopoli” ai tempi della candidatura a sindaco di Siracusa (2013). E’ stato rinviato a giudizio a giugno per induzione indebita in una vicenda riguardante il servizio idrico. L’ipotesi di reato è induzione indebita e si tratta di un ramo di un’altra inchiesta giudiziaria, per turbativa d’asta, per cui Giancarlo Garozzo è stato assolto. La vicenda riguarda l’affidamento del servizio idrico all’attuale gestore, la Siam.
Giusy Occhionero – Plurinominale Camera Molise – P01
A processo per falso per la vicenda delle visite in carcere. La parlamentare, secondo l’accusa, consentì ad Antonello Nicosia, poi fermato per mafia, di entrare con lei nelle carceri senza autorizzazione e di avere incontri con i boss. Solo in un secondo momento, dopo tre ispezioni in istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione.
Marcello Pittella – Plurinominale Senato Basilicata – P01
Consigliere regionale in Basilicata, è imputato per truffa e peculato per rimborsi non dovuti alla Regione. Per la stessa vicenda è stato condannato dalla Corte dei conti in secondo grado. Sotto processo anche per falso ideologico e abuso d’ufficio, per le nomine nella sanità lucana: la procura di Matera ha impugnato l’assoluzione in primo grado del dicembre scorso.
Michele Termini – Uninominale Senato Sicilia – U03
Ex sindaco di Campobello di Licata, è indagato nella vicenda Girgenti Acque. Per gli inquirenti professionisti, politici, istituzioni e forze dell’ordine erano asserviti alla società che si occupava della gestione del servizio idrico nell’Agrigentino in cambio di favori e posti di lavoro per familiari, amici e amanti.
Massimo Cassano – Plurinominale Camera Puglia – P02
Indagato per bancarotta fraudolenta. Contestata l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta consumata tramite la società Work Sistem, che gestiva un deposito franco doganale nel porto di Bari.
Tiziano Lauri – Uninominale Camera Lazio 2 – U03
Ex assessore all’ambiente e all’economia del mare a Sabaudia, risulta indagato nell’inchiesta “Dune” della Procura di Latina. Gli inquirenti ipotizzano un sistema di illeciti a Sabaudia, tra gestione opaca delle spiagge, canoni gratis per i balneari in cambio di consenso elettorale e gare pilotate.
Vittorio Sgarbi – Uninominale Senato Emilia-Romagna – U03 e capolista plurinominale Senato Lombardia – P02
Eletto con FI nel 2018, poi ha fondato “Rinascimento”. Una condanna definitiva per truffa ai danni dello Stato (assenteismo alla soprintendenza), plurime per diffamazione. Ha risarcito 10mila euro a quattro Carabinieri per oltraggio, per un diverbio davanti agli ingressi dell’Expo.
Sandro Biasotti – Uninominale Camera Liguria – U03
Il 25 marzo del 2021 è stato condannato in primo grado a due anni e due mesi nel processo sulle “spese pazze” in Regione Liguria nel periodo 2005-2010. L’appello è in corso. A Novembre del 2021 la procura di Genova ha chiuso le indagini nei confronti di 11 persone nell’ambito dell’inchiesta nata su una presunta frode fiscale sulla compravendita di automobili ed evasione di Iva. Tra le persone indagate c’è il senatore Sandro Biasotti, ex presidente della Regione Liguria e in forza a Coraggio Italia, indagato per falso in bilancio. Secondo gli investigatori alcune aziende “fantasma”, non inserite nella galassia Biasotti e mascherate da ditte autorizzate al commercio di macchine con l’estero, erano state usate per aggirare il pagamento dell’Iva.
Mariarosaria Rossi – Uninominale Camera Campania 1 – U02
Ex fedelissima di Berlusconi è imputata di falsa testimonianza nel processo Ruby Ter. Nel mese di maggio scorso i pm hanno chiesto di condannare la senatrice a 1 anno e 4 mesi. La sentenza arriverà non prima di settembre.
Giuseppe Galati – Uninominale Camera Emilia-Romagna – U07
Ex sottosegretario nel febbraio del 2020 è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Catanzaro sulla Fondazione «Calabresi nel Mondo», ente in house della Regione Calabria. L’inchiesta riguarda una presunta distrazione di fondi comunitari. Le accuse contestate sono, a vario titolo, abuso d’ufficio, falsità ideologica e peculato. Sempre nel febbraio del 2020 è stato invece prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio aggravato dalle modalità mafiose in un’inchiesta della Procura Antimafia di Catanzaro.
Adriano Palozzi – Capolista plurinominale Camera Lazio 1 – P02
Ex sindaco di Marino e attuale Consigliere regionale nel Lazio, è imputato assieme all’imprenditore Luca Parnasi e altre 10 persone per reati che vanno, a seconda delle posizioni specifiche, dall’associazione a delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito in relazione a presunte irregolarità legate alla realizzazione del nuovo stadio della Roma nell’area di Tor di Valle.
Giuseppe Tarantino – Plurinominale Camera Puglia – P03
Sindaco di San Marzano di San Giuseppe ed ex parlamentare di Forza Italia. Per lui è stato richiesto il rinvio a giudizio. L’inchiesta riguarda gli uomini che ruotavano intorno all’ex presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, arrestato per le tangenti sull’ampliamento di una discarica della provincia ionica a marzo 2019.
Francesco Quargnenti – Plurinominale Camera Sardegna – P01
L’ex assessore Lavori pubblici del Comune di Tempio è stato rinviato a giudizio in merito all’inchiesta sui finanziamenti regionali per la sistemazione delle strade rurali. Per la Procura era stata messa su un’organizzazione criminale che tramite influenze e informazioni riservate mirava a ottenere finanziamenti comunitari su bandi di gara pubblicati dalla Regione Sardegna.
Daniele Nunzio Lentini – Capolista plurinominale Camera Sicilia 2 – P03
Sindaco di Francofonte è stato rinviato a giudizio per un episodio di turbativa d’asta. Risponde dell’accusa in qualità di vicedirigente del comune di Melilli. Il gup del Tribunale di Siracusa ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di altre 7 persone coinvolte nel febbraio del 2019 nell’inchiesta denominata «Muddica» su un presunto giro di appalti pilotati. La Procura di Siracusa aveva posto l’attenzione su alcuni servizi pubblici del Comune di Melilli che non superavano importi di 40 mila euro: secondo l’accusa i lavori sarebbero stati affidati in modo diretto dagli uffici comunali per aggirare i bandi pubblici.
Annalisa Iaccarino – Capolista plurinominale Senato Campania – P02
Esponente di punta del comitato di terremotati di Casamicciola “Risorgeremo Nuovamente”, è stata rinviata a giudizio a fine giugno scorso. Per la procura avrebbe ottenuto senza averne i requisiti – mediante false attestazioni – il sussidio economico per far fronte ai danni del sisma del 2017. I reati ipotizzati sono truffa ai danni dello Stato, falsità ideologica e indebita percezione di erogazioni pubbliche.
Giuseppe La Brocca – Plurinominale Senato Campania – P02
Nel luglio 2021 è stato rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio, insieme all’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello e ad una dozzina di altri indagati a vario titolo nel sistema di diffusa illegalità amministrativa ricostruito dalle indagini dal pm di Salerno Francesco Rotondo e dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. La prossima udienza è fissata al 26 settembre.
Francesco Saverio Romano – Uninominale Sicilia 1 – U03 e plurinominale Camera Sicilia 1 – P01
L’ex ministro dell’Agricoltura è indagato in uno dei filoni della maxindagine della Procura di Roma sulla fornitura di dispositivi di protezione individuali distribuiti da una società milanese nel marzo del 2020, nella primissima fase della pandemia da Covid. E’ stato assolto da un’accusa di concorso esterno e nel 2009 indagato per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra (poi archiviato).
Alessandro Colucci – Uninominale Camera Puglia – U10
Attuale deputato, nel 2021 ha patteggiato una pena di un anno, 8 mesi e 20 giorni per lo scandalo “Rimborsopoli” alla Regione Lombardia. In primo grado era stato condannato a 2 anni e 2 mesi.
Chiara Appendino – Uninominale Camera Piemonte 1 – U02 e Plurinominale Piemonte 1 (P01 e P02) e Piemonte 2 (P01 e P02)
Condannata in primo grado a 1 anno e 6 mesi per disastro, lesioni e omicidio colposo per la tragedia di piazza San Carlo a Torino, di cui era sindaca, del maggio 2017. Con tutti i componenti della sua vecchia giunta e quelli della giunta Chiamparino è indagata per la vicenda dell’eccesso di morti legati allo smog. Tra gli indagati c’è anche Fassino. La procura ha avanzato richiesta di archiviazione.
Riccardo Tucci – Uninominale Camera Calabria – U04 e Plurinominale Calabria – P01
Deputato uscente, è stato richiesto il rinvio a giudizio per frode fiscale. E’ accusato di aver consentito al suo ex socio di evadere le tasse emettendo fatture per 701.500 euro per “operazioni oggettivamente inesistenti”. L’udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della procura di Vibo Valentia, per reati fiscali è stata rinviata tre volte e la prossima data è stata fissata al 15 dicembre.
Alberto Unia – Uninominale Senato Piemonte 1
Da ex assessore all’ambiente del Comune di Torino è indagato insieme a tutti i componenti della giunta Appendino e Chiamparino per la vicenda dell’eccesso di morti legati allo smog. Tra gli indagati c’è anche Fassino. La procura ha avanzato richiesta di archiviazione.
Stefano Puzzer – Plurinominale Camera Emilia-Romagna 2 e Trentino Alto Adige P01 e Uninominale Marche U04
L’ex leader dei portuali triestini e diventato uno dei principali esponenti del movimento “No vax” e “No Green pass” è sotto processo per una manifestazione non autorizzata del 2015 ed è finito indagato anche per i disordini durante le proteste dello scorso ottobre.
Alessandro Balocco – Plurinominale Camera Piemonte 2
Ex militane di Forza Nuova, nell’ottobre 2021, sono state chiuse le indagini per uno striscione apparso a Torino che recitava “Spezza le catene dell’usura, vota fascista, vota Forza nuova”. L’accusa è apologia di fascismo. Non si hanno notizie relative al proseguo del procedimento, che è un frammento di una più ampia indagine sull’estrema destra piemontese. Gli altri filoni sono stati in larga parte archiviati.
Giuseppe D’Ippolito – Plurinominale Senato Calabria – P01
Avvocato e deputato eletto con il M5s, è statorinviato a giudizio a Lamezia Terme con l’accusa di frode processuale. Il reato sarebbe stato commesso il 7 maggio 2018 in un processo nel quale D’Ippolito è stato condannato per diffamazione nei confronti dell’ex senatore Pietro Aiello. In quel contesto, avrebbe prodotto in giudizio, secondo la ricostruzione dei legai di Aiello, “una registrazione della conferenza stampa nel corso della quale aveva pronunziato le espressioni che Aiello aveva giudicato diffamatorie, sostenendo di non averle pronunciate”.
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