Akesson in Svezia e la Meloni in Italia attestano che i leader politici che aspirano al Governo dello Stato devono prima rinunciare all’identità sovranista e assicurare la loro irreversibile adesione a Euro, Unione Europea, Nato e Nuovo Ordine Mondiale

Cari amici buongiorno. L’ascesa al potere di Jimmie Akesson, leader di “Democratici svedesi”, diventato il primo partito in Svezia alle elezioni legislative dell’11 settembre, e di Giorgia Meloni, Presidente di “Fratelli d’Italia”, che secondo tutti i sondaggi sarà il primo partito in Italia alle imminenti elezioni legislative del 25 settembre, attesta in modo inequivocabile che i partiti e i leader politici, a prescindere dalla loro collocazione a destra, al centro o a sinistra, se vogliono accedere al Palazzo del Potere, cioè al Governo, e alla “Stanza dei bottoni”, cioè assumere la guida del Governo, devono rinunciare all’identità sovranista e alla rivendicazione di riscattare la sovranità nazionale, assicurando la loro assoluta lealtà e la loro irreversibile adesione all’Euro, all’Unione Europea, all’Alleanza Atlantica e all’insieme delle istituzioni e delle decisioni che promuovono il “Nuovo Ordine Mondiale”, dal Fondo Monetario Internazionale alla gestione globalizzata della cosiddetta “pandemia di Covid-19”.

In parallelo alla sua prima dichiarazione pubblica dopo la vittoria, «È ora di mettere gli svedesi al primo posto», che riecheggia la parola d’ordine di Donald Trump «Prima l’America», la vittoria di Akesson è stata preceduta dalla revisione radicale delle posizioni storiche del suo partito:
Ha rifiutato qualunque accostamento ai nostalgici del fascismo o del nazismo, ha espulso dal suo Partito gli esponenti più estremisti;
Mentre fino al 2019 era per l’uscita della Svezia dall’Unione Europea, ha cambiato posizione, dicendo «non sono più a favore della Swexit» e ha eletto due rappresentanti all’Europarlamento, che fanno parte del Gruppo dei «Conservatori e Riformisti Europei», di cui Giorgia Meloni è la Presidente;
È passato da posizioni filo-Putin a un aperto appoggio all’Ucraina, sostenendo «Oggi la Russia è più o meno una dittatura su vasta scala che inoltre sta perpetrando crimini contro il diritto internazionale nei confronti dei suoi vicini»;
Dopo essere stato contrario alla Nato, ha votato a favore dell’ingresso della Svezia nella Nato, dopo oltre 70 anni di neutralismo tra la Nato e il Blocco di Varsavia, una scelta decisa dalla Premier socialdemocratica uscente Magdalena Andersson;
Ha cambiato il simbolo del partito sostituendo la torcia con la fiamma, simile a quella che ancora campeggia nel logo di Fratelli d’Italia, con un fiore.

In Italia Giorgia Meloni si sta ugualmente prodigando per assicurare l’assoluta lealtà e l’irreversibile adesione all’Euro, all’Unione Europea, all’Alleanza Atlantica e al Nuovo Ordine Mondiale. In un video in tre lingue destinato alla stampa estera e pubblicato lo scorso 10 agosto sul canale Youtube del suo Partito, ha detto: «Ho letto che la vittoria di Fratelli d’Italia nelle elezioni di settembre sarebbe un disastro verso una svolta autoritaria, l’uscita dall’euro e altre sciocchezze di questo genere. Nulla di tutto ciò è vero. La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia da decenni ormai, condannando senza ambiguità la soppressione della democrazia e le vergognose leggi contro gli ebrei. Da anni ho l’onore di guidare il Partito Conservatore Europeo, che condivide valori ed esperienze con i Tory britannici, i Repubblicani statunitensi e il Likud israeliano. La nostra posizione nel campo occidentale è cristallina, come abbiamo dimostrato di nuovo condannando senza se e senza ma la brutale aggressione della Russia contro l’Ucraina, e aiutando dall’opposizione a rafforzare la posizione dell’Italia nei forum europei e internazionali».
In una intervista al “Washington Post” il 13 settembre, Giorgia Meloni ha chiarito: «Non ho bisogno di sentirmi accettata dall’Unione Europea. Non mi considero una minaccia, una mostro o una persona pericolosa».

Cari amici, Akesson in Svezia e la Meloni in Italia ci fanno toccare con mano che in questa Unione Europea, ma più in generale in Occidente come evidenzia la realtà dell’ex Presidente americano Donald Trump, che l’idea sovranista e la rivendicazione di riscattare la sovranità nazionale siano considerati il “Male assoluto”, un’ideologia eversiva da mettere fuori legge.
Eppure le fondamenta che sostanziano l’indipendenza dello Stato sono la sovranità monetaria, la sovranità legislativa e la sovranità sul piano della Sicurezza e della Difesa. Uno Stato che non è padrone della propria moneta, delle proprie leggi e delle proprie Forze dell’ordine e della difesa non è semplicemente uno Stato, ma una entità geografica e amministrativa assoggettata a un potere politico, finanziario e militare superiore.
Criminalizzare la sovranità nazionale significa negare la sostanza della nostra Costituzione che, non a caso, sin dall’Articolo 1 recita «la sovranità appartiene al popolo».
Noi ci impegniamo sul piano culturale, della mobilitazione civile e dell’azione politica costruttiva ad affermare e a riscattare la sovranità nazionale dell’Italia, per salvaguardare il dovere e il diritto naturale e inalienabile nostro dei nostri figli alla vita, alla dignità e alla libertà, per essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta. Forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.

Magdi Cristiano Allam
Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Venerdì 16 settembre 2022

2 commenti su “Akesson in Svezia e la Meloni in Italia attestano che i leader politici che aspirano al Governo dello Stato devono prima rinunciare all’identità sovranista e assicurare la loro irreversibile adesione a Euro, Unione Europea, Nato e Nuovo Ordine Mondiale

  1. Mi trovo assolutamente d’accordo. Probabilmente, anzi sono convinta che, avendo avuto un ruolo in primo piano nel mondo della politica, abbia dato modo a Magdi di analizzare profondamente il complesso delle istituzioni, gli equilibri, i compromessi che inevitabilmente conducono ad atteggiamenti accomodanti, a seconda di con chi si deve avere un confronto.
    Alla fine tutti ci hanno dimostrato che è un “adeguarsi” per non perdere.
    Dire Sì in questo momento a queste formazioni politiche è come dire No a noi stessi. I partiti di sistema dicono in coro la stessa cosa, basta leggere i loro programmi. I movimenti anti sistema sono contro a tutto, ma non sono stati in grado di formare un fronte comune. Disobbedienza civile esprime il non volersi adeguare alla mediocrità, significa costruire un’alternanza perché tutto non diventi cattiva abitudine.

    “Hanno pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo!”
    F. M. Dostoevskij

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