Cari amici buongiorno. Alcuni nostri amici e personaggi che condividono i nostri valori e si sono candidati alle elezioni legislative invitano, comprensibilmente, a votarli ma denunciano, sbagliando, chi boicotterà le urne.
Personalmente ritengo che si debbano rispettare sia chi andrà a votare sia chi boicotterà le urne, sostenendo esplicitamente sia il diritto a votare sia il diritto a non votare.
La scelta di non votare si è accreditata e si è consolidata nel corso dei 74 anni che ci separano dalle prime elezioni legislative del 1948, raggiungendo il picco del 27% di astenuti alle ultime elezioni legislative del 4 marzo 2018.
La stessa Costituzione, che all’articolo 48 afferma «Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico», non contempla alcuna valutazione critica o sanzione nei confronti di chi non esercita il «diritto di voto», pur precisando che si tratta di un «dovere civico».
Il boicottaggio del voto può avvenire sia non recandosi al seggio elettorale, sia recandosi e inserendo nell’urna una scheda scarabocchiata o una scheda in bianco. In tutti i casi si intende manifestare la propria contrarietà all’insieme del sistema di potere e nei confronti di tutti i partiti.
Io rispetto, comprendo e apprezzo il sentimento genuino delle persone perbene, oneste, competenti e animate dalle migliori intenzioni, che scelgono di candidarsi al Parlamento con la volontà di mettercela tutta per far sentire la propria voce dissenziente nei confronti del sistema di potere, pur nella consapevolezza che si tratterà di una semplice testimonianza senza conseguenze pratiche, concependosi come un granellino di sabbia che potrebbe rallentare o ostacolare il motore del sistema di potere che si denuncia e che si vorrebbe cambiare.
Al riguardo vorrei precisare che diverse di queste persone, che il pensiero dominante le ha etichettate come «antisistema», sono già presenti in Parlamento da almeno cinque anni e abbiamo già preso atto del fatto che non solo sono state sostanzialmente impossibilitate a cambiare il sistema di potere, ma che si prestano a fare il gioco del sistema di potere che vorrebbero cambiare perché gli consente di sostenere che proprio la loro presenza in Parlamento conferma che noi siamo in democrazia, che la loro totale e forte denuncia è la prova che c’è la piena libertà di parola. Una «dittatura illuminata» si auto-giustifica e auto-perpetua proprio grazie alla presenza di una infima minoranza di oppositori che, limitandosi a manifestare il proprio dissenso ma senza incidere in alcun modo sull’operato dello Stato, la legittima quale democrazia formalmente ineccepibile anche se nella sostanza opera come una dittatura.
Questa pattuglia di amici «antisistema» difficilmente nel nuovo Parlamento sarà in numero maggiore rispetto all’attuale legislatura, considerando, per un verso, che il totale dei parlamentari calerà da 945 a 600, e per l’altro verso, che i partiti «antisistema» si sono presentati alle elezioni divisi in quattro principali liste: “Italexit per l’Italia”, “Italia sovrana e popolare”, “Vita” e “Alternativa per l’Italia”. Questa divisione, da un lato, tradisce la prevalenza delle aspirazioni di potere individuali sulle scelte ideali collegiali, e dall’altro, rende più difficile per ciascuna lista superare da sola la soglia di sbarramento del 3%.
Cari amici, ho già chiarito la ragione essenziale perché ho personalmente scelto di non andare a votare domenica prossima 25 settembre, e cioè che ho maturato il fermo convincimento che non sia in alcun modo possibile riformare questo sistema di potere dall’interno delle istituzioni dello Stato.
Per esperienza diretta e consapevolezza maturata dalla conoscenza corretta e dall’adeguata valutazione, sono più che mai convinto che siamo sottomessi alla dittatura della grande finanza speculativa globalizzata che si è già manifestata nelle vesti di una dittatura sanitaria; che si sta confermando nelle vesti di una dittatura energetica; che ci condiziona come dittatura bellica imponendoci lo stato di emergenza strumentalizzando e manipolando una guerra che non solo non ci riguarda ma che si è trasformata in un’azione di autolesionismo; che prossimamente si preannuncia come dittatura alimentare.
Personalmente sono più che mai convinto che siamo una civiltà decaduta, una popolazione condannata a estinguersi, uno Stato collassato, una democrazia marcia, una Giustizia morta, un’economia devastata e che tutto ciò non sia affatto casuale, ma il frutto di una strategia deliberata, pianificata e finanziata che mira a farci fagocitare nel “Nuovo Ordine Mondiale” assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata.
Di fronte al crollo dell’Occidente e alla fine di un’epoca storica, mi pongo una riflessione sulle fondamenta della civiltà, della democrazia, dello Stato di diritto, sul suffragio universale. Se siamo arrivati al punto di doverci sottomettere a Mario Draghi, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky, Sanna Marin, Ursula von der Leyen ed altri dirigenti asserviti alla grande finanza speculativa globalizzata, ebbene io credo che abbiamo il diritto e il dovere di non legittimare in alcun modo il sistema di potere che loro incarnano.
Il mio augurio è che sin dal giorno dopo le elezioni legislative, gli amici che hanno scelto di votare e gli amici che hanno scelto di non votare si incontrino e convergano sulla proposta che sostanzia una prospettiva di vita qualitativamente migliore, che si mobilitino civilmente per testimoniare la propria scelta a favore della vita, dignità e libertà, che operino sul piano della politica che costruisce un nuovo modello di civiltà, di società, di Stato e di sviluppo.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Martedì 20 settembre 2022
Caro Magdi, il tuo augurio che gli amici pro e contro il voto, si possano incontrare e tirarci fuori da questa crisi generale, è anche il mio augurio. Ho ancora fede e speranza in una società migliore, in un mondo più giusto ed umano. E’ mio personale convincimento che se non metterò una firma su una scheda elettorale, in entrambi i casi in cui l’esito delle elezioni sia quello da me desiderato o no, io mi sentirò estraneo a quanto e come la Società evolverà. Mi sentirò come colui che alla battaglia, all’agone politico si è sottratto, un reduce di battaglia senza gloria e senza infamia, perché ha rinunciato ad impugnare la sola arma disponibile, la penna per il voto.
In più come ho già scritto, andrò al voto e voterò convintamente Giorgia Meloni nella speranza e fede nel Signore che le cose in futuro non potranno che andare meglio.