La crisi educativa si conferma dalla drammatica realtà di 83 mila studenti bocciati nell’ultimo anno per troppe assenze, mancando da scuola per oltre un quarto dell’orario annuale. L’abbandono scolastico è un dramma che il nuovo Governo dovrà affrontare

1 commento su “La crisi educativa si conferma dalla drammatica realtà di 83 mila studenti bocciati nell’ultimo anno per troppe assenze, mancando da scuola per oltre un quarto dell’orario annuale. L’abbandono scolastico è un dramma che il nuovo Governo dovrà affrontare

  1. La scuola e i dirigenti, nella loro autonomia, cercano di evitare le bocciature dovute a un numero di assenze oltre il limite consentito stabilendo delle deroghe al regolamento e analizzando le situazioni singolarmente. Questo però non risolve il problema, che nella maggior parte dei casi si ripresenta negli anni scolastici successivi, fino all’abbandono definitivo. Attribuire la causa del problema esclusivamente alla scuola e a questa delegare il compito di risolverlo è riduttivo e non considera le cause a monte. Nella maggioranza dei casi il fenomeno dell’abbandono e collegato allo svantaggio socioeconomico, culturale e al disagio abitativo della famiglia d’origine. L’istruzione scolastica non è più considerata un valore e tantomeno un investimento a garanzia di un riscatto sociale, di un progetto lavorativo futuro. Le prime vittime dei messaggi ed esempi negativi che sviliscono il valore dell’istruzione e denigrano l’impegno scolastico sono oggi proprio quei giovani che vivono nella propria famiglia varie forme di disagio e l’angoscia della disoccupazione, sempre più diffusa. Davanti alle innumerevoli problematiche giovanili, la politica si rifugia nella retorica di parole inutili e non tenta altra cura che quella delle chiacchiere. Occorre investire per ricostruire la persona e la società. Il tessuto sociale con prospettive lavorative e di un ambiente di vita dignitosi, la persona con l’impegno educativo, rivalutando il valore dell’istruzione, dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’attenzione. I giovani sono il futuro, dobbiamo far sì che possano tornare a guardare al loro futuro con serenità, a fare progetti, perché oggi sentono di non avere un domani nella nostra società e questo è molto grave. Quando si pensa di non avere un futuro si smette d’investire in esso.

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