Vince la destra, ma governerà sempre l’Ue?

Il risultato elettorale, in realtà scontato da mesi, parla di una larga vittoria della coalizione di centro destra con Fratelli d’Italia  capace di arrivare al 26% delle preferenze e oltre 7 milioni di voti.

Purtroppo, però fosche nubi già si profilano all’orizzonte e sono quelle legate alla finanza ed all’economia.

Il debito italiano infatti, il BTP per essere più chiari, rappresenta l’unica possibilità di ricatto per  il futuro governo italiano.

Già ieri, il lunedì successivo al voto, il BTP è sceso al prezzo di  110 , un livello che non toccava dal 2012/2013, portando il rendimento sul titolo decennale al 4,7%.



 Stiamo arrivano in una zona, la zona MES, nella quale il costo del debito potrebbe diventare assai oneroso per le finanze del Paese ed obbligare il nascente governo a manovre lacrime e sangue.

Ricordiamo che nel 2011, il rendimento era cresciuto sopra il 6% e questo determinò la caduta del governo Berlusconi e la calata del Prof. Monti direttamente dalla UE.

Questa volta potrebbe accadere la stessa identica cosa.

La BCE non perde occasione per ricordare che farà un passo indietro sull’acquisto netto di BTP, facendo intendere il venir meno progressivo del sostegno della banca centrale. A questo punto basterà una piccola crisi, in un contesto di un graduale quanto sbagliatissimo contesto di rialzo dei tassi, per scatenare vendite sul debito italiano con il prezzo che rapidamente affonderà forse fin sotto la parità.


Che fare allora?…il Governo potrà scegliere se cedere ed obbedire a Bruxelles, accettare l’aiuto “compassionevole” del MES, con tutto il corredo di compiti e riforme da assolvere oppure preparare un piano in grado di assorbire le vendite dei titoli di Stato e permettere al Paese di mantenere un saldo equilibrio nel conti pubblici.

Accettare il MES significherebbe, per il popolo italiano, una disfatta totale; l’intervento del  fondo rappresenta la cessione incondizionata della  governance economica ad una tecnocrazia che sta progressivamente  depotenziando la sovranità degli Stati.

Il Piano invece per mettere in sicurezza il Paese è quello di dotarsi in primo luogo, di un sistema di banche pubbliche in grado di assorbire la quantità di titoli che verranno eventualmente venduti sul mercato, impedendone così il crollo del prezzo ed il rialzo fuori controllo dei rendimenti.

E’ una prassi che ad esempio si utilizza in Germania, laddove  oltre il 50% del sistema bancario è pubblico, in cui i titoli del debito tedeschi vengono acquistati dalle banche pubbliche e poi eventualmente collocali ad altri investitori in un secondo momento.

La seconda strada necessaria per sottrarre il Paese al ricatto dei mercati, è iniziare ad utilizzare una nuova forma di debito pubblico, i Conti correnti di Risparmio e smettere di emettere nuovi BTP.

Se non si proverà a realizzare un Piano alternativo basato su questi due semplici strumenti, con  la nuova crisi che verrà, l’aver eletto un nuovo governo , anche votato in massa dal popolo, non servirà a nulla e finiremo strangolati dalla politiche di austerity, privatizzazioni e liberalizzazioni della UE.

SARA’ ANCHE QUESTA UNA VITTORIA DI PIRRO?

 

 

 

 

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