Finalmente il Presidente della Commissione Europea dice che contro il caro bolletta dell’energia bisogna abbandonare la quotazione di natura speculativa della Borsa del gas di Amsterdam: «Il principale parametro di prezzo per tutto il gas scambiato nell’Ue, il Title Transfer Facility (Ttf), non è più rappresentativo del gas importato»

AGI, 5 ottobre 2022 – Acquisti comuni e limitazioni di prezzo temporanee sul gas in generale, price cap su quello usato per la sola elettricità, rimpiazzare il Ttf e riformare il mercato energetico europeo. E’ la ricetta contro il caro bollette proposta dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla vigilia del vertice informale a Praga tra i leader europei. Nella due giorni di riunioni tra i Ventisette non verrà presa alcuna decisione definitiva né verrà adottato un documento di conclusioni: queste sono le regole del gioco del vertice convocato nella capitale ceca esclusivamente per discutere.
La sintesi è attesa al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre, forse l’ultima chiamata per l’Europa per agire unita di fronte alla crisi energetica. In questo contesto vanno viste le proposte contenute nella lettera che la presidente von der Leyen ha mandato ai leader. «Siamo di nuovo in un momento difficile», ha esordito la presidente ammettendo che «la crisi energetica è grave ed è entrata in una nuova fase». «Solo una risposta europea comune può ridurre i costi energetici per le famiglie e le imprese e fornire sicurezza energetica per questo inverno e quelli futuri», ha auspicato von der Leyen prima di arrivare alle quattro proposte.

Le quattro proposte
Primo: «Intensificare i negoziati con i nostri fornitori affidabili per ridurre i prezzi del gas importato di ogni tipo». In altre parole, bisogna sedersi attorno a un tavolo con Norvegia, Algeria e Stati Uniti per creare «un corridoio negoziato che riduca i costi delle forniture».

Ma per fare ciò occorre che l’Ue si rivolga agli Stati fornitori con una voce sola. Per questo «la Piattaforma energetica europea dovrebbe svolgere un ruolo centrale nel garantire il nostro accesso a forniture di gas competitive a livello mondiale» e affinché ciò accada la Commissione è pronta a presentare «una proposta per stabilire regole per la partecipazione degli Stati membri e dell’industria» alla piattaforma di acquisto congiunto, un modello già visto per l’acquisto dei vaccini anti-Covid. In secondo luogo, ha aggiunto von der Leyen nella parte più innovativa del piano d’azione, «propongo di collaborare con gli Stati membri per sviluppare un intervento per limitare i prezzi nel mercato del gas naturale».
Tradotto: «Il principale parametro di prezzo per tutto il gas scambiato nell’Ue, il Title Transfer Facility (Ttf), non è più rappresentativo del gas importato», si legge nella lettera che segna una svolta rispetto a precedenti prese di posizione che non mettevano in discussione il valore di riferimento del metano nell’Ue. «La Commissione ha avviato i lavori su un indice dei prezzi dell’Ue complementare per riflettere meglio la realtà energetica europea di oggi e garantire un mercato più funzionante che favorisca prezzi più bassi», ha aggiunto von der Leyen.

Come funzionerebbe il price cap
Questo intervento, già annunciato nel “non paper” della Commissione europea alla vigilia del Consiglio Energia straordinario del 30 settembre, in origine era pensato per abbassare il prezzo del solo gas naturale liquefatto. Il nuovo indice che l’esecutivo Ue (stando al non paper) spera di mettere a punto entro l’inizio dell’inverno servirà invece (stando alle nuove proposte della Commissione) a indicizzare meglio tutto il gas in arrivo nell’Ue.

«In attesa dell’introduzione di tale benchmark complementare – ha sottolineato von der Leyen – dovremmo considerare una limitazione del prezzo in relazione al Ttf», ovvero un price cap. Ma attenzione: «Poichè l’Ue importa quasi tutto il gas che consuma, più profondo è l’intervento pubblico sui prezzi del gas che prevediamo, maggiore è la riduzione della domanda e la solidarietà dell’offerta di cui abbiamo bisogno”.

In caso di introduzione di un price cap “dovranno essere preparati obblighi di risparmio di gas più impegnativi, resi possibili da aste di riduzione della domanda a livello dell’Ue, nonchè accordi vincolanti di solidarietà tra gli Stati membri”, ha avvertito la presidente. In terzo luogo, la Commissione ha confermato che per limitare l’impatto inflazionistico del gas sull’elettricità occorre “discutere l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica”. “Ciò dovrebbe ridurre i prezzi dell’energia elettrica, in previsione di una riforma strutturale del mercato elettrico», che Palazzo Berlaymont intende presentare «entro la fine dell’anno al Consiglio e al Parlamento».

La quarta e ultima proposta guarda agli inverni dei prossimi anni e mira ad «aumentare gli investimenti per accelerare la transizione verso l’indipendenza energetica» mettendo eventualmente sul piatto degli Stati membri «fonti di finanziamento complementari per aumentare la potenza di fuoco di REPowerEU», il piano per rendere al più presto l’Ue autonoma dall’energia russa e dalle fonti fossili. Le proposte dovranno ora confrontarsi con le diverse sensibilità degli Stati membri basate sui rispettivi interessi nazionali.

https://www.agi.it/estero/news/2022-10-05/price-cap-e-stop-ttf-ricetta-von-der-leyen-caro-energia-18339133/

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