Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull’Ucraina e la Russia,
– vista la Carta delle Nazioni Unite,
– visto l’Atto finale di Helsinki del 1975,
– viste le dichiarazioni rese il 30 settembre 2022 dai membri del Consiglio europeo e dai ministri degli Esteri del G7 sull’Ucraina,
– vista la dichiarazione resa il 28 settembre 2022 dall’alto rappresentante, a nome dell’Unione europea, sui “referendum” farsa illegali organizzati dalla Russia nelle regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia,
– visti il comunicato stampa della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, del 28 settembre 2022, su un nuovo pacchetto di misure restrittive nei confronti della Russia e il messaggio del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, del 30 settembre 2022, sull’annessione illegale di regioni ucraine da parte della Russia,
– viste le dichiarazioni dell’alto rappresentante a nome dell’Unione europea del 22 settembre 2022 sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e del 28 settembre 2022 sulle fughe di gas nei gasdotti Nord Stream,
– visto l’articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che, in conformità della Carta delle Nazioni Unite e dei principi del diritto internazionale, tutti gli Stati godono di pari sovranità e devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato; che l’annessione del territorio di uno Stato da parte di un altro Stato ricorrendo alla minaccia o all’uso della forza costituisce una violazione della Carta delle Nazioni Unite nonché dei principi del diritto internazionale; che tale principio è stato recentemente ribadito dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres;
B. considerando che la Federazione russa, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha una responsabilità politica particolare nel mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo e che, ciononostante, ha violato ripetutamente i principi della Carta delle Nazioni Unite a causa delle sue azioni aggressive contro la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, nonché ha sfidato apertamente la comunità internazionale annunciando i suoi atti illeciti in violazione della Carta delle Nazioni Unite mentre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite era riunita;
C. considerando che negli ultimi mesi la Federazione russa ha proseguito la sua guerra illegale, non provocata e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina; che a seguito della controffensiva ucraina, avviata con successo all’inizio di settembre 2022, la Russia ha perso una parte significativa dei territori occupati nella regione ucraina di Kharkiv e in altre regioni dell’Ucraina orientale e meridionale; che tale liberazione ha portato alla scoperta di nuove prove delle gravi violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra commessi dalle forze russe e dai loro associati, come le fosse comuni contenenti oltre 440 corpi a Izyum;
D. considerando che migliaia di civili sono già stati assassinati e molti altri sono stati torturati, molestati, aggrediti sessualmente, rapiti o sfollati con la forza; che tale condotta disumana da parte delle forze russe e dei loro associati è in totale spregio del diritto internazionale umanitario;
E. considerando che le forze russe hanno subito la perdita di decine di migliaia di soldati, uccisi in combattimento o dispersi dall’inizio dell’invasione, e la distruzione del loro materiale militare;
F. considerando che la comunità internazionale continua a sostenere l’Ucraina con attrezzature moderne, munizioni, addestramento e condivisione di intelligence, e che l’esempio più recente di tale sostegno è l’approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti di un progetto di legge che fornirà assistenza per oltre 12,3 miliardi di dollari;
G. considerando che, secondo i funzionari ucraini, l’esercito ucraino necessita di moderni carri armati da combattimento, di un maggior numero di sistemi terra-aria e terra-terra, di veicoli corazzati da trasporto truppa, nonché di centri di addestramento supplementari e di ulteriori contributi sotto forma di munizioni;
H. considerando che dal 9 all’11 settembre 2022 si sono svolte elezioni regionali e locali in Russia, nonché nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli, annesse illegalmente, e che l’UE non riconosce tali elezioni;
I. considerando che tra il 23 e il 27 settembre 2022 si sono tenuti “referendum” farsa, organizzati frettolosamente, nelle zone dell’Ucraina parzialmente occupate dalla Russia nelle regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia e tra gli ucraini deportati con la forza in Russia, e che le autorità russe hanno annunciato percentuali prestabilite e irrealisticamente elevate di affluenza alle urne e di voti a favore dell’annessione da parte della Russia; che durante il processo di votazione si sono verificate violazioni sistematiche dei diritti umani e intimidazioni, in particolare la presenza di soldati russi armati; che tali referendum farsa ricordano il referendum organizzato dalla Russia in Crimea a seguito dell’occupazione della penisola all’inizio del 2014; che il 30 settembre 2022 la Russia ha annunciato l’annessione illegale formale di tali territori, cui ha fatto seguito l’approvazione unanime da parte della Duma di Stato e del Consiglio federale;
J. considerando che il 21 settembre 2022 Vladimir Putin ha annunciato la prima mobilitazione della Russia dalla seconda guerra mondiale; che, secondo quanto riportato dai media, la mobilitazione riguarda tra i 300 000 e gli 1,2 milioni di riservisti che saranno chiamati alle armi; che, contrariamente all’annuncio ufficiale secondo cui le autorità avrebbero arruolato cittadini che hanno recentemente prestato servizio nell’esercito e hanno esperienza di combattimento, le segnalazioni indicano che vengono arruolate anche persone senza alcuna esperienza militare, in particolare provenienti da regioni più povere e appartenenti a minoranze etniche, e che la chiamata alle armi costituisce una misura repressiva, come nel caso della Crimea occupata, dove sono stati arruolati oltre 1 500 tatari di Crimea; che vi sono inoltre segnalazioni di mobilitazione forzata nelle regioni dell’Ucraina annesse illegalmente di recente; che vi sono segnalazioni di nuove reclute inviate al fronte quasi immediatamente;
K. considerando che l’annuncio della mobilitazione della Russia ha dato luogo a proteste e che finora le autorità russe hanno arrestato oltre 2 400 manifestanti; che, dall’annuncio della mobilitazione, diverse centinaia di migliaia di cittadini russi sono fuggite dal paese per evitare la leva; che le autorità russe hanno allestito centri di coscrizione presso diversi valichi di frontiera al fine di consegnare in loco gli avvisi di chiamata alle armi e scoraggiare i cittadini dal lasciare il paese;
L. considerando che le forze russe continuano a occupare la centrale nucleare di Zaporizhzhia; considerando che Ihor Murashov, direttore generale della centrale, è stato rapito dalle forze russe il 30 settembre 2022 e successivamente rilasciato; che la centrale di Zaporizhzhia è la più grande centrale nucleare in Europa e che il suo ultimo reattore è stato disconnesso dalla rete elettrica all’inizio di settembre 2022 a causa dei combattimenti all’interno e nei dintorni della centrale; che, tuttavia, permane il rischio di una catastrofe nucleare;
M. considerando che, in un discorso televisivo tenuto il 21 settembre 2022, Vladimir Putin ha avvertito che se fosse minacciata l’integrità territoriale della Russia, ossia i territori ucraini illegalmente annessi, utilizzerebbe certamente “tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e il nostro popolo”; che l’espressione “tutti i mezzi a nostra disposizione” sottende una minaccia nucleare neppure tanto velata;
N. considerando che il 26 e 27 settembre 2022 si è osservato un drastico calo della pressione nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 a causa di fughe di gas che si sospetta siano il risultato di esplosioni subacquee deliberate, probabilmente architettate da un attore statale; che, sebbene il volume esatto di metano che fuoriesce nell’atmosfera sia difficile da misurare, è probabile che la quantità sia significativa e avrà un impatto negativo sull’ambiente;
O. considerando che il 30 settembre 2022 il presidente Volodymyr Zelenskyy ha annunciato che l’Ucraina ha ufficialmente presentato domanda di adesione all’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO);
1. ricorda il fermo sostegno dell’Unione europea all’Ucraina, nonché alla sua sovranità, indipendenza e integrità territoriale entro i confini riconosciuti a livello internazionale; condanna con la massima fermezza la guerra di aggressione ingiustificata, non provocata e illegale della Russia contro l’Ucraina; ricorda che la responsabilità della guerra ricade interamente sulla Russia, la quale deve immediatamente porre fine alla guerra e ritirare tutte le sue forze e le forze per procura da tutti i territori riconosciuti a livello internazionale appartenenti all’Ucraina;
2. elogia il grande coraggio del popolo ucraino, che sta compiendo enormi sacrifici per difendere il proprio paese e i valori europei, quali la libertà, la dignità e la democrazia; ricorda il diritto legittimo dell’Ucraina, in linea con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, di difendersi dalla guerra di aggressione della Russia al fine di riacquisire il pieno controllo di tutto il territorio entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale; elogia il coraggio delle forze armate ucraine e le loro azioni altamente efficaci sia sul campo di combattimento che da un punto di vista morale, e riconosce il loro importante contributo alla sicurezza europea;
3. invita tutti i paesi e tutte le organizzazioni internazionali a condannare inequivocabilmente la guerra di aggressione della Russia e i suoi tentativi di acquisire territori con la forza e mediante referendum farsa; invita l’UE e i suoi Stati membri a dialogare attivamente con i numerosi governi che hanno adottato una posizione neutrale rispetto all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, al fine di costruire una forte opposizione internazionale a qualsiasi modifica con la forza dei confini ucraini e in difesa del diritto internazionale;
4. condanna fermamente le massicce e gravi violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra commessi dalle forze armate russe, dai mandatari e dalle autorità di occupazione insediate dalla Russia in Ucraina; insiste affinché i funzionari governativi e i leader militari responsabili e gli autori di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, compreso il genocidio, siano chiamati a rispondere delle loro azioni;
5. invita gli Stati membri e gli altri paesi che sostengono l’Ucraina a rafforzare massicciamente la loro assistenza militare, in particolare negli ambiti in cui è richiesta dal governo ucraino, al fine di consentire all’Ucraina di riacquisire il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale e di difendersi efficacemente da qualsiasi ulteriore aggressione da parte della Russia; chiede che sia presa in considerazione la possibilità di istituire uno strumento di assistenza militare a lungo termine del tipo “lend-lease” (affitto e prestito) per l’Ucraina; invita in particolare gli Stati membri esitanti a fornire la loro giusta parte di assistenza militare necessaria per contribuire a una conclusione più rapida della guerra; ricorda che l’esitazione tra coloro che sostengono l’Ucraina non fa che prolungare la guerra e costa la vita a ucraini innocenti; fa appello ai leader dell’UE affinché costruiscano un’unità duratura tra gli Stati membri e i paesi che condividono gli stessi principi al fine di sostenere pienamente e incondizionatamente l’Ucraina contro la guerra di aggressione della Russia;
6. invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a coordinare le forniture di armi attraverso il meccanismo di coordinamento del servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), compresa un’iniziativa dell’UE per la fornitura di sistemi di armamento avanzati come i carri armati Leopard; invita gli Stati membri ad avviare immediatamente l’addestramento dei soldati ucraini in tal senso;
7. condanna inequivocabilmente, in quanto illegali e illegittimi, i referendum farsa condotti sotto la minaccia delle armi per annettere le regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia; ricorda che i referendum sono stati condotti in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale; respinge e non riconosce i risultati falsificati dei referendum e la successiva annessione di tali territori da parte della Russia; considera detti risultati nulli e privi di effetti; ritiene che l’annessione annunciata costituisca un’escalation pericolosa e irresponsabile nonché una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, che garantiscono la pace, la sicurezza, l’integrità territoriale e la sovranità di tutti gli Stati a livello internazionale, e che tale atto non possa restare né resterà senza risposta da parte della comunità internazionale;
8. denuncia il decreto presidenziale russo del 29 settembre 2022 sul riconoscimento dell'”indipendenza” delle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia, nonché i trattati illegali di integrazione nella Federazione russa firmati il 30 settembre 2022; esprime il suo fermo sostegno alla politica dell’UE di non riconoscimento delle azioni illegali della Russia contro l’Ucraina, compresa l’annessione, e invita pertanto il Consiglio ad applicare ulteriori severe sanzioni in risposta a tali atti;
9. accoglie con favore le proposte della Commissione concernenti un ottavo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia; invita tutti gli Stati membri ad approvare rapidamente il pacchetto di sanzioni, ad evitare ritardi dovuti a interessi personali e ad applicare pienamente le sanzioni; chiede che le sanzioni siano estese a nuovi settori, tra cui l’esclusione dal sistema SWIFT delle banche Gazprombank, Alfa Bank, Rosbank, Tinkoff Bank, Saint Petersburg Bank, Banca russa per lo sviluppo regionale e Far Eastern Bank, e che nel frattempo siano rafforzate ulteriormente le sanzioni contro le cripto-attività e le criptovalute; chiede che le istituzioni dell’UE e gli Stati membri preservino l’unità dell’Unione e incrementino la pressione sul Cremlino, anche attraverso ulteriori pacchetti di sanzioni, tra cui un divieto di esportazione di qualsiasi prodotto ad alta tecnologia e bene strategico, nonché altre sanzioni volte a indebolire strategicamente l’economia e la base industriale russe, in particolare il complesso militare-industriale; sostiene l’adozione di sanzioni individuali nei confronti di persone ed entità direttamente coinvolte nella deportazione e adozione forzate di minori ucraini e nell’organizzazione e osservazione dei referendum farsa illegali, nonché nei confronti di tutti i membri dei partiti della Duma che ricoprono cariche nei parlamenti eletti a tutti i livelli, anche a livello regionale e comunale; invita gli Stati membri a prevenire, investigare e perseguire attivamente qualsiasi tentativo di elusione delle sanzioni; invita la Commissione e i colegislatori ad agire rapidamente per finalizzare il regime giuridico per la confisca dei beni congelati dalle sanzioni;
10. ribadisce la richiesta di un embargo immediato e totale sulle importazioni russe di combustibili fossili e uranio nonché la completa dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, per porre fine ai finanziamenti dell’UE che alimentano la macchina bellica di Putin; chiede un ulteriore divieto di acquisto, importazione e trasporto di titanio, alluminio, rame, nichel, palladio, rodio e diamanti grezzi e lavorati dalla Russia o attraverso la Russia verso l’UE, nonché delle importazioni di prodotti siderurgici originari della Russia o esportati dalla Russia, compresi minerali di ferro e prodotti semilavorati, con l’obiettivo di ridurre le entrate della Russia; chiede che l’accesso della Russia alle risorse, alle tecnologie e ai servizi industriali di base sia ridotto al minimo, in particolare quelli necessari all’industria militare dello Stato aggressore;
11. mette in guardia il regime di Aliaksandr Lukashenko dal sostenere la Russia nella sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, anche nei suoi sforzi di mobilitazione e nell’accoglienza di militari di leva sul suo territorio; invita la Commissione e il Consiglio a includere la Bielorussia nella nuova ondata di sanzioni connesse alla mobilitazione;
12. condanna la mobilitazione in Russia e chiede la cessazione immediata della coscrizione forzata; condanna le misure che obbligano i residenti dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina a prestare servizio nelle forze armate o ausiliarie della Russia, pratica vietata dalla quarta Convenzione di Ginevra; si appella fermamente a tutto il popolo russo affinché eviti di essere trascinato in questa guerra che, violando il diritto internazionale, è stata condannata da gran parte dei paesi, è stata orchestrata esclusivamente per affermare un regime cleptocratico in Russia e finirà per distruggere l’economia russa e le prospettive del popolo russo per un futuro sicuro e prospero; esorta gli Stati membri a rilasciare visti umanitari ai cittadini russi che necessitano di protezione, quali quelli soggetti a persecuzioni politiche;
13. invita gli Stati membri ad attuare pienamente gli orientamenti della Commissione per il sistema generale di rilascio dei visti in relazione ai richiedenti russi e ai controlli dei cittadini russi alle frontiere esterne, nel pieno rispetto del diritto unionale e internazionale, nonché a garantire che tutte le richieste di asilo presentate, tra l’altro, da dissidenti, disertori, renitenti alla leva e attivisti siano trattate su base individuale, tenendo conto delle preoccupazioni in materia di sicurezza dello Stato membro ospitante, e siano conformi all’acquis dell’UE in materia di asilo; invita il Consiglio e la Commissione a monitorare attentamente la situazione relativa ai visti russi;
14. invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri ad aumentare il sostegno ai paesi del Caucaso meridionale e dell’Asia centrale, che stanno accogliendo un numero considerevole di cittadini russi, in particolare Georgia, Kazakhstan, Uzbekistan, Armenia e Kirghizistan, al fine di mantenere la stabilità in tali regioni;
15. denuncia il decreto presidenziale russo del 5 ottobre 2022 che designa la centrale nucleare di Zaporizhzhia come “proprietà federale” e incarica il governo russo di assumerne il controllo; chiede l’immediato ritiro del personale militare russo dalla centrale di Zaporizhzhia e dalla zona circostante e la creazione di una zona demilitarizzata in tale area; ricorda che i combattimenti intorno alla centrale potrebbero portare a una grave catastrofe con conseguenze inimmaginabili;
16. condanna le recenti minacce russe circa l’utilizzo di armi nucleari, ritenendole irresponsabili e pericolose; invita gli Stati membri e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisa qualora la Russia compia un attacco nucleare contro l’Ucraina; invita la Russia a porre immediatamente fine alle minacce di un’escalation nucleare, date le ripercussioni globali che un’eventuale catastrofe nucleare avrebbe sulla vita umana e l’ambiente per decenni a venire; ricorda che qualsiasi tentativo da parte della Russia di far passare gli attacchi ai territori occupati come un’aggressione contro la Russia e quindi come un pretesto per un’offensiva nucleare è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione europea dal fornire ulteriore assistenza all’Ucraina ai fini della sua autodifesa;
17. invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri ad aumentare il sostegno e la cooperazione con la società civile e i media liberi in Ucraina e in Russia; sottolinea che la resilienza dell’Ucraina e la sua capacità di resistere alla guerra di aggressione russa richiedono una maggiore attenzione e un maggiore sostegno agli attori umanitari in Ucraina, compresa un’attenzione specifica a quelli che sostengono le donne; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a continuare a fornire rifugio temporaneo nell’UE a coloro che fuggono dalla guerra e a contribuire al rilascio di documenti di viaggio temporanei che consentano ai cittadini ucraini bloccati in Russia senza documenti d’identità o di viaggio di lasciare il paese se lo desiderano; condanna i tentativi sistematici da parte russa di rallentare l’ingresso dei rifugiati ucraini nell’UE alle frontiere estoni e lettoni, che potrebbero presto portare a una grave crisi umanitaria; invita gli Stati membri e i loro servizi di controllo alle frontiere a non ostacolare l’ingresso di tali rifugiati nell’UE;
18. invita la Commissione a lavorare a un pacchetto globale per la ripresa dell’Ucraina che sia incentrato sul soccorso, la ricostruzione e la ripresa immediati, a medio e a lungo termine del paese e che contribuisca ulteriormente a rafforzare la crescita dell’economia iniziando sin da ora, se opportuno; ricorda che il pacchetto per la ripresa dovrebbe essere guidato congiuntamente dall’UE, dalle istituzioni finanziarie internazionali e da partner che condividono gli stessi principi; chiede che il pacchetto per la ripresa sia sostenuto dalla necessaria capacità di bilancio dell’Unione;
19. esprime apprezzamento per i cittadini russi che condannano la guerra; condanna l’arresto da parte delle autorità russe di migliaia di manifestanti pacifici e chiede il loro rilascio immediato;
20. invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a iniziare a riflettere su come rapportarsi con la Russia in futuro e assisterla perché riesca nella transizione da un regime autoritario a un paese democratico che rinunci a politiche revisioniste e imperialistiche; ritiene che, come primo passo, le istituzioni dell’UE potrebbero avviare un confronto con i leader democratici e la società civile russi e mobilitare sostegno a favore della loro agenda per una Russia democratica; sostiene la creazione di un laboratorio democratico per la Russia in seno al Parlamento europeo;
21. ricorda che le esplosioni subacquee dei gasdotti Nord Stream hanno avuto luogo una volta inaugurato il nuovo gasdotto baltico che collega la Norvegia alla Polonia attraverso la Danimarca; ritiene che le esplosioni subacquee dei gasdotti Nord Stream non siano una coincidenza e vi sono sempre più ipotesi secondo cui si tratterebbe del risultato di un atto coordinato e deliberato per mano di un attore statale; ritiene che le esplosioni dei gasdotti Nord Stream dimostrino quanto sia stata pericolosa la politica di crescente dipendenza dai combustibili fossili russi e che la strumentalizzazione dell’energia a fini bellici sia stata portata a un nuovo livello; invita gli Stati membri a rafforzare e considerare prioritaria la protezione delle infrastrutture critiche europee, compresi i gasdotti e i cavi offshore, e ad aumentarne la resilienza agli attacchi esterni, nonché a sostenere ulteriormente la resilienza dei partner dell’UE nell’Europa orientale e nei Balcani occidentali; invita gli Stati membri a condurre un’indagine sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream; ritiene che le esplosioni subacquee deliberate costituiscano un attacco ambientale contro l’UE;
22. invita l’UE e i suoi Stati membri a collaborare con gli organismi internazionali per raccogliere prove e sostenere le indagini della Corte penale internazionale sui crimini di guerra commessi nel territorio dell’Ucraina dal 20 febbraio 2014 in poi;
23. chiede l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, dinanzi al quale Putin e tutti i funzionari civili e militari russi nonché i loro mandatari responsabili di aver orchestrato, avviato e condotto la guerra in Ucraina sarebbero perseguiti;
24. condanna la strategia multilivello della Russia intesa a introdurre, amplificare e diffondere narrazioni false e distorte e l’ideologia neoimperialista del Russkiy Mir in tutto il mondo; invita l’UE e i suoi Stati membri a sanzionare le entità, le persone fisiche e altri mandatari che diffondono la disinformazione russa e ad adottare ulteriori misure per far fronte all’utilizzo, da parte della Russia, delle informazioni come un’arma;
25. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d’Europa, all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, all’Organizzazione internazionale per le migrazioni, al Comitato internazionale della Croce Rossa, alla Corte penale internazionale, al Presidente, al governo e al parlamento dell’Ucraina, al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa, nonché alle autorità bielorusse.
Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2022 sull’escalation della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (2022/2851(RSP))
2 commenti su “Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2022 sull’escalation della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (2022/2851(RSP))”
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Che dire …questa risoluzione mi pare una vagonata di benzina sul fuoco. Il risultato è stata l’esplosione sul ponte in Crimea e la contro reazione da parte della Russia all’esplosione? Se questo è l’uso della diplomazia da parte della UE c’è poco da stare tranquilli.
È tutto di una ipocrisia spaventosa, dalla prima parola all’ultima, questo manipolo di burocrati della UE può solo vergognarsi.