Il Giornale, 27 Ottobre 2022 – All’inizio della nuova legislatura, il senatore Pd Andrea Crisanti ha fatto una scelta fondamentale, di campo: quella sul proprio stipendio. Il microbiologo, eletto tra le fila dei dem nella circoscrizione Estero, ha infatti deciso di rinunciare al compenso che gli spetterebbe al Senato per mantenere quello – più alto – da ricercatore universitario e medico. Una mossa dettata da motivi ideologici e dalla vocazione all’impegno civico? Macché. Piuttosto una questione di “convenienza” legata ai contributi previdenziali. Lo ha spiegato lo stesso professore
Le due buste paga e la scelta
“Dovendo scegliere, ho deciso di mantenere la retribuzione che percepisco dall’Università di Padova, in qualità di direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia. Dopo l’elezione mi sono messo in aspettativa, ma con stipendio, e allora non potendo ovviamente cumulare due buste paga sono stato chiamato a scegliere tra quella da senatore e quella da specialista. Ho optato per quest’ultima, per motivi contributivi”, ha argomentato Crisanti, come riporta il Corriere Veneto. “Mi conviene, è un compenso più alto e poi è una questione di contributi previdenziali, di continuità nel versamento”, ha aggiunto il senatore 68enne.
“Lo fanno già molti magistrati”
“Non cambia molto come importo ma per la pensione conveniva. È una cosa legittima, consentita dalla legge”, ha aggiunto Crisanti, sottolineando di aver compiuto una scelta regolarmente prevista. “Me l’hanno consigliato in Senato. Lo fanno già molti magistrati, non c’è nulla di nuovo”. Interepellato sull’argomento dal Messaggero Veneto, il senatore romano ha anche spiegato come gli sia possibile guadagnare più da medico che da senatore. “Ricopro una posizione apicale sia all’Università che in azienda ospedaliera. La mia classe di stipendio è elevata, perché fui chiamato come professore di ‘chiara fama’, poi ho l’indennità di direzione di dipartimento, di unità complessa e di Malattie infettive. La somma è interessante ma non è che sono stato lì a contare le centinaia di euro”, ha dichiarato.
L’attività politica e quella scientifica
Dribblando alcune possibili polemiche, Crisanti ha quindi assicurato che verserà comunque e “certamente” l’obolo richiesto dal Pd ai propri eletti, sia regionali che nazionali. Oltre alla nuova esperienza in Senato, il professore continuerà poi a seguire la propria vocazione scientifica. “Accanto all’attività politica posso continuare a fare ricerca e a insegnare. Sicuramente ora privilegerò il lavoro in Parlamento, perché ho preso un impegno con gli elettori che intendo mantenere. Ho tantissime idee, ne parlerò nel dettaglio più avanti”, ha assicurato.
https://www.ilgiornale.it/news/politica/medico-guadagno-pi-crisanti-rinuncia-stipendio-senatore-2079701.html
Leggo le parole di Crisanti ” è una cosa legittima, è previsto dalla legge, lo fanno già molti magistrati ” e immediatamente mi si affaccia alla mente il detto “excusatio non pœtita, accusatio manifesta”.
Quando ci si sente così in dovere di giustificare le proprie scelte, evidentemente queste ultime sono eticamente quantomeno discutibili.
Se ha scelto di farsi eleggere, egli deve essere vincolato a questa scelta. Deve dedicarsi a svolgere pienamente il mandato che gli è stato affidato.
Optando per mantenere la retribuzione da professore in quanto più alta ha mostrato di essere una persona gretta, attaccata al denaro.
Non percependo indennità per il mandato da senatore non sentirà nemmeno così forte il dovere morale di impegnarsi in questo ruolo, tant’è che ha dichiarato che continuerà a lavorare.
Ha persino mostrato di sentirsi più vincolato all’obolo da versare al PD rispetto al suo ruolo istituzionale.
Avrebbe fatto miglior figura a dire: “Grazie ma preferisco restare a fare il prof. Lascio il posto di senatore a chi ha più tempo e voglia di me per impegnarsi”.
Certamente questo dovrà essere un punto fermo nella nostra proposta per un nuovo Stato: chi sceglie di impegnarsi nelle istituzioni deve dedicarcisi totalmente.