DAVIDE MARIA ROSARIO FICARRA: “Il bizzarro mondo fiabesco di Capuana”

Spesso, in classe, un docente le prova tutte per riuscire a mantenere il silenzio e la tranquillità dei propri studenti. A volte la soluzione più semplice si presenta da sé: leggere a voce alta e lasciarsi ascoltare dai ragazzi. Sì perché ascoltare la voce del proprio professore può essere la soluzione perfetta affinché gli alunni mantengano una condizione di calma e, allo stesso tempo, di curiosità e vivacità intellettiva. E allora diciamocelo: quando si tratta di leggere a voce alta l’ideale è quello di leggere delle fiabe. Magari quelle scritte da un grande scrittore siciliano verista: Luigi Capuana.

Le fiabe di Capuana si prestano perfettamente al mio scopo di incantare il mio uditorio. Il bizzarro mondo fiabesco di Capuana è un originalissimo incontro tra magico e verosimile, nel quale a fantomatici capricciosi re, regine e principesse, si accostano contadini e uomini del popolo, ritratti all’interno di un agire quotidiano viziato dall’imperante valore formulare dell’abitudine e del rito, che scandiscono un tempo che perde subito i tratti denotativi della realtà, si connota in senso magico e straordinario, e si intona a un mondo storpiato e straniato.

Le metamorfosi grottesche delle quali sono spesso vittime i personaggi, rappresentano il veicolo imprevedibile attraverso il quale la trama si snoda, in alcuni casi anche articolandosi abbastanza a lungo prima di giungere a una conclusione, che quasi mai presenta un lieto fine tradizionale o una risoluzione pienamente appagante della vicenda. È nella terminologia linguistica fantasiosa e proprio nel suo carattere formulare, oltre che nella curiosità ironica e scanzonata che dà il timbro alla narrazione, e che trova nel momento conclusivo della storia il suo culmine grottesco e il suo risvolto più stimolante, che si intende il valore didattico meno tradizionalmente pedagogico che la lettura di queste fiabe permette di ottenere.

Ma i testi di Capuana possiedono una venatura veristica che si intuisce nell’atto stesso di insistere, pur in maniera divertita ed eccessiva, da fiaba appunto, sul ritmo rituale della vita dei piccoli personaggi dei borghi o delle realtà agresti, protagonisti, antagonisti o personaggi secondari di una vita che, seppur alterata dalle fantasticherie del racconto, ha una sua veridicità. Essa è sempre uguale a se stessa, si propone immobile e stantia nella sua ripetitività, richiama la circolarità narrativa dei romanzi verghiani.

Capuana non sembra affatto inquadrare in senso nettamente antitetico, manicheo, il rapporto tra il bene e il male. Non necessariamente gli uomini del popolo sono portatori di valori, contro le angherie dei potenti. Si percepisce però una tendenziale inclinazione positiva verso un mondo antico, del quale tessuto connettivo è l’insieme di valori semplici che sostanziano la vita genuina dei poveri, e nei confronti del quale l’autore sembra nutrire un sentimento di nostalgia.

Nelle fiabe di Capuana si respira il vago sapore di una società antica, tradizionale, fatta di una quotidianità spicciola, abitudinaria, che rappresenta un riparo dalle alterazioni di un mondo che, è evidente, l’autore percepisce in decadenza. Ma tale non è, un’operazione nostalgica cioè, la mia scelta di preferire ad altre forme più all’avanguardia, l’attuazione di un’attività didattica che privilegi la sfera dell’ascolto. Si tratta di una scelta tesa a valorizzare il potere pedagogico insostituibile della lettura dei testi fiabeschi, per eccellenza indirizzati all’infanzia.

Anche interpretare il testo, recitarlo, coinvolgere l’uditorio attraverso un’attenta modulazione della voce, si tratta di una attività capace di ridare potere edificante all’entusiasmo della giovinezza e alla facoltà catartica del ritorno alla vitalità giovanile, che anche chi racconta o legge sperimenta.

 

 

6 commenti su “DAVIDE MARIA ROSARIO FICARRA: “Il bizzarro mondo fiabesco di Capuana”

  1. Caro Davide,
    sono entusiasmato da quel tuo “leggere a voce alta” che rispecchia fedelmente un mio principio di qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento applicabile naturalmente all’individuo nel senso dell’apprezzamento dell’armonia che sprigionano i suoni della nostra lingua. Quale migliore scenario questo per imparare ad amare e a far amare la musicalità delle poesie e delle prose dei nostri grandi autori del passato!
    L’altro aspetto che ho particolarmente gradito è quel senso di “venatura veristica ” così celebrato nella nostra grande Sicilia verghiana. Non dimentichiamo poi “quel vago sapore di …tradizione” che da un tocco magistrale che la didattica moderna non dovrebbe colpevolmente trascurare a vantaggio di un’innovazione vuota di contenuti se non spesso inesistente.
    Grazie Davide degli spunti di riflessione che hai celebrato nel tuo articolo e che l’atmosfera fiabesca di Capuana richiama nel più giovani virgulti del nostro uditorio e non solo in loro.

    1. Grazie Giorgio. Capuana, un autore verista pieno di fantasia. Leggere e intonare le fiabe di Capuana in classe è stato davvero spassoso per il mio uditorio, ma anche per me. Abbiamo davvero bisogno di genitori che tornino a raccontare fiabe ai propri figli. Il potere della parola è davvero insostituibile. Io ricordo che non ne avevo mai abbastanza delle fiabe raccontate da mamma o da papà. Prima di dormire li costringevo a continuare e continuare nel racconto, senza sazio!

  2. Davvero edificante la presentazione delle fiabe di Luigi Capuana da parte di Davide Ficarra. Colpisce la percezione di un mondo decadente e l’individuazione di una prospettiva che coincide con il recupero della propria tradizione. Il riscatto del presente che passa attraverso la riscoperta del passato per forgiare un futuro qualitativamente migliore.
    Non è quello che anche noi diciamo oggi? Capuana partecipò al Risorgimento e morì poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Si potrebbero ricercare delle similitudini tra le due epoche, ma forse quella percezione è una costante dei tempi. Il tema merita un approfondimento.
    Ringrazio l’amico e letterato Davide Ficarra per offrirci in modo magistrale questo spunto.
    Magdi Cristiano Allam

    1. Proprio così, Magdi. Si tratta di una costante dei tempi ma è anche vero che i grandi scrittori veristi italiani, Verga su tutti, avevano letto bene la loro realtà: i tempi che viviamo oggi sono l’ultimo tassello di un percorso di cambiamento storico di cui si percepivano già chiari effetti nella seconda metà dell’Ottocento. Grazie della lettura e del lusinghiero commento!

  3. Grazie Gianni. E ti assicuro che proposte didattiche di questo tipo funzionano davvero. C’è un potere atavico nella capacità educativa della parola attraverso la lettura e, di conseguenza, l’ascolto che i genitori dovrebbero decisamente tornare a scoprire. Le mamme e i papà devono rallentare e spendere più tempo in compagnia dei propri figli, divertendosi insieme, attraverso le fiabe, a riscoprire il fascino ringiovanente della lettura, della fantasia e, come dici anche tu, dei valori e del passato.

  4. Ottimo sistema di sollecitare interesse ed attenzione oltre che cultura nei giovani, che li porta a scoprire con la fiaba fantastica il micromondo, il villaggio la dimensione della propria esistenza e storia. Quello che tutti nella Casa della Civiltà auspichiamo quale ritorno alla nostra storia, cultura, valori, identità spesso negata. Viva Capuana e bravo Davide.

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