Cari amici buongiorno. Alla base del grave scontro diplomatico tra l’Italia e la Francia c’è il disaccordo su chi abbia la responsabilità di accogliere i clandestini, che ci obbligano a chiamarli “migranti”, che arrivano via mare sulle navi delle cosiddette Ong (Organizzazioni non governative), tutte di sinistra, tutte strumenti della grande finanza speculativa globalizzata per sottometterci al Nuovo Ordine Mondiale, promuovendo la meticizzazione e la sostituzione etnica delle popolazioni europee prevalentemente anziane e afflitte dal tracollo demografico.
La Francia, oltre a sostenere che è l’Italia che deve assumersi quest’onere, in quanto «Paese più vicino» alle navi, afferma che l’Italia viene espressamente pagata per adempiere a questa funzione.
Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha deplorato «profondamente la scelta dell’Italia di non considerarsi come uno Stato europeo responsabile», perché in quanto «Paese più vicino» aveva «il dovere di aprire i suoi porti», oltre al fatto che è «il primo beneficiario» del meccanismo di solidarietà europeo per i ricollocamenti.
Il Sottosegretario francese agli Affari Europei, Laurence Boone, ha detto: «Il governo italiano attuale non ha rispettato il Meccanismo europeo per il quale l’Italia si era impegnata, c’è una rottura di fiducia perché c’è stata una decisione unilaterale che mette delle vite in pericolo e che non è conforme al diritto internazionale. I trattati si applicano oltre la vita di un governo».
Per contro, il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi ha detto: «Si vuole imporre il principio che l’Italia sia l’unico approdo d’Europa possibile per gli immigrati illegali, determinando così un flusso di ingressi in notevole crescita in questi ultimi tre anni». Con il risultato che «il nostro sistema di accoglienza è in gravissima difficoltà».
Negli scorsi giorni il ministro Piantedosi aveva detto che le navi che battono bandiera di un certo Stato devono essere trattate «come un’isola», parte del territorio di quello Stato e, di conseguenza, deve essere quello Stato e non l’Italia a farsi carico del soccorso dei migranti che ha fatto salire a bordo.
Tuttavia nel luglio 2017 Emma Bonino, che era stata ministro degli Esteri nel Governo Letta (28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014), rivolse una pesante accusa a Matteo Renzi, che con un colpo di mano liquidò il Governo Letta e formò un nuovo Governo da lui presieduto. Queste le parole della Bonino:
«Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino. All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli. Un po’ ci siamo legati i piedi e un po’ francamente abbiamo sottovalutato la situazione. Ora quindi si cerca di correre ai ripari, si litiga con Bruxelles e con gli altri Stati membri e facciamo fatica a farci ascoltare. Ma disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato».
La Bonino spiegò perché l’Italia non può accollarsi tutti i migranti:
«E’ verissimo che il regolamento di Dublino parla dei paesi di primo approdo ma quello che semplicemente sostengo e soprattutto sostiene il diritto internazionale del mare, è che se un migrante sale su una nave battente bandiera francese, per esempio, lo Stato da considerarsi di primo approdo del migrante stesso è la Francia. E quindi le navi europee che fanno parte di Triton e adesso di Sophia, che battono bandiera di uno Stato europeo, sono parte integrante di quello Stato, sicché se un emigrante o un rifugiato viene salvato e preso su una nave francese, deve ritenersi approdato in Francia come stato di primo approdo».
Sempre nel luglio 2017 Luigi Di Maio, all’epoca vice-Presidente alla Camera dei Deputati, intervenuto a Bruxelles a un’audizione pubblica nella Commissione libertà civili del Parlamento Europeo, a cui partecipò Fabrice Leggeri, direttore di Frontex, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, disse: «Abbiamo incontrato l’agenzia che si occupa della sicurezza delle nostre frontiere e ci ha confermato che l’Italia ha accettato e autorizzato gli sbarchi esclusivamente nei suoi porti. Renzi ci ha venduti come nazione per 80 euro».
In pratica, sostenne Di Maio e con lui il M-5S, l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in cambio dell’assenso dell’Unione Europeo a uno sforamento di bilancio per poter dare agli italiani gli 80 euro che aveva promesso, acconsentì di accollare all’Italia la responsabilità esclusiva dell’accoglienza dei cosiddetti “migranti”.
Eppure sempre nel luglio 2017 Matteo Renzi pubblicò un libro «Avanti. Perché l’Italia non si ferma», in cui contestò la tesi secondo cui l’Italia debba accogliere tutti i migranti. Questa la posizione di Renzi:
«Dobbiamo avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Ma non possiamo accoglierli tutti noi. E aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi italiani del 2003 e del 2013, è stato un errore clamoroso. Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro».
Cari amici, questa è la realtà dell’Unione Europea in cui siamo calati, che ci ha spogliato della nostra sovranità, che ci sottomette con l’euro, le regole finanziarie, le leggi relativiste, l’ideologia globalista, immigrazionista, multiculturalista, omossessualista e islamofila.
Basta un nulla per far traballare l’insieme di questa sovrastruttura, perché è priva di una base valoriale e di una prospettiva che realizzi autenticamente l’interesse degli Stati e il bene dei popoli. Tutti parlano bene e razzolano male.
Da ex immigrato, orgogliosamente cittadino italiano da quasi 40 anni, ho sempre sostenuto che è un errore incentivare e finanziare lo sradicamento dei giovani dal cosiddetto “Terzo Mondo” e trasformarli nello strumento della sostituzione etnica delle popolazioni europee e, più precisamente, dell’islamizzazione demografica dell’Europa. Questi giovani vanno doverosamente aiutati a vivere dignitosamente a casa loro. Poi chi vuole comunque emigrare, lo potrà fare rispettando le regole dello Stato che lo accoglie.
Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Buongiorno, amici!
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà
Venerdì 11 novembre 2022
No, Caro Cristiano
ti sbagli di grosso! L’europa si fonda su un valore solido, incrollabile e transnazionale, una immensa omogenea e granitica IPOCRISIA! Ipocriti sono gli stati che a parole si battono per i diritti umani e sono poi rimasti fermamente colonialisti e schiavisti, che battono moneta d’occupazione, leggasi cartastraccia, e pretendono la conversione in oro e uranio. Ipocriti sono i paese che predicano il rigore essendo di fatto dei paradisi fiscali e basi per speculazioni basata contro ogni etica nazionale su beni di prima necessità. Ipocriti sono gli stati che hanno preteso il pagamento dei debiti di un altro stato distruggendone l’economia e impossessandosi di tesori a prezzi di realizzo. Ipocriti sono quei politici che hanno aderito a una moneta basata sull’aria senza neanche avere il buon gusto di coinvolgere il popolo in un referendum di approvazione. Una ipocrisia così solida da sembrare opera di entità diabolica.
Ha ragione Enrico Dessy quando ricorda che la bandiera battuta dalla nave ne determina la nazionalità: è un principio del diritto internazionale.
Pertanto quando i trattati stabiliscono che il compito di accogliere questi clandestini spetta al paese di primo approdo, si riferisce anche a questa situazione. La sinistra però sembra ricordare solo quello che fa loro comodo. In maniera ipocrita.
E noi si dovrà ogni giorno rimettere in ordine quanto viene distortamente rappresentato.
Senza paura, perché la verità fa paura solo a chi non la tollera.
Se avessimo dovuto vivere sulla base dei principi e dei valori sbandierati e mai seriamente implementati da questa Europa, saremmo già morti. Seppelliti dallo tsunami di solidarietà dei vicini di casa e dalla facilità con cui essi cugini storici di stampo latino approfittano dei saldi industriali e commerciali delle nostre aziende oltre ad ospitare nostri terroristi che si sono macchiati di piccole trasgressioni come omicidi su larga scala e violenze “rivoluzionarie” del tutto esemplari. Il “mea culpa” comunque di questo andazzo e di queste “sanzioni amiche” (che farebbero comodo anche ad altri cugini storici alleati che amerebbero forse scegliere la ristretta cerchia dei loro migranti come si sceglie la frutta sugli scaffali del supermercato) dovrebbe essere recitato in parlamento come premessa a tutte le riunioni legislative a a Palazzo Chigi quale fucina e sede delle decisioni che ci hanno portato a godere di “tanta” ormai evidente solidarietà dei partner e dei figuranti europei sui temi più svariati delle migrazioni in atto sil fronte Mediterraneo. Una volta che ammettiamo di essere stati noi ad accettare se non anche a proporre (sui temi dell’accoglienza) la nostra crocefissione in termini di condivisione e cooperazione (finora quasi nulle) potremmo dire che c’è qualcosa di salvabile, una esile speranza nel prossimo futuro . Adesso si è arrivati al primo conflitto aperto che fra l’altro, oltre alla sua evidente negatività, ha anche il vantaggio di rendere pubblica e operativamente nota a tutti questa eclatante vergogna. E forse sarà proprio la vergogna umana, sociale, politica ed economica che certe posizioni mostrano, la molla più efficace che potrà finalmente portare il colosso d’argilla a qualche utile oltre che dovuta riflessione.
Mi sembra sia chiaro che le navi battenti la bandiera di uno Stato fanno parte integrante di quello Stato che se ne deve occupare in maniera integrale. E’ inutile e ideologicamente deplorevole “parcheggiare” le navi per settimane in acque internazionali in attesa di uno sbarco in Italia mentre con gli stessi tempi potrebbero raggiungere i porti di destinazione ad esempio in Germania o in Norvegia, tanto per citare gli ultimi esempi.