ALESSANDRO DI GREGORIO: “L’Italia delle tv caccia Montesano per una maglietta della X MAS della Marina Regia e poi Repubblica Sociale, ma ospita Maistrouk apologeta dei nazisti di Azov”

Prima della guerra russo-ucraina, il nome Vladislav Maistrouk mi era totalmente sconosciuto. Certamente per mia profonda lacuna ed indifferenza per ciò che riguardava le faccende interne al fu Impero Sovietico.
Nome e persona piombarono pesantemente nel mio spazio cognitivo sin dai primi giorni dell’entrata russa nel Donbass. Efficace presenza scenica, capacità di attirare l’attenzione e l’interesse del pubblico: Maistrouk è un personaggio perfetto per la televisione urlata dei nostri tempi.

Con il compiacimento di tutti i conduttori dei talk-show nostrani, vomita odio nei confronti del “Satana” russo, osannando, con la stessa enfasi, gli elementi di matrice nazista propri dell’Ucraina: dal Battaglione Azov (fondato dal suprematista bianco Andrіj Bіlec’kyj, con un uso aperto della simbologia nazista, come il Wolfsangel nello scudetto dell’unità ed accusata tra il 2014 e il 2016 di crimini di guerra e tortura, tra gli altri, dall’OSCE, dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e da Human Rights Watch), a Stepan Bandera (eroe nazionale ucraino, alllineato al progetto nazista, sostenitore delle pratiche di riproduzione selettiva volte alla creazione di una razza ucraina “pura”, con l’intento di creare uno Stato monoetnico tramite operazioni di pulizia etnica ai danni di ebrei, polacchi, russi e ungheresi).

Con Maistrouk, il nazismo entra nelle nostre case attraverso canali di informazione, statali e privati, per la prima volta depurato da tutta la dietrologia che ha accompagnato – giustamente – la sua memoria dal dopoguerra ad oggi.

Sempre nelle stesse televisioni, per la precisione quella pagata dai contribuenti attraverso il canone, il noto showman Enrico Montesano viene espulso da un programma di intrattenimento serale per aver indossato la maglietta della Decima Flottiglia MAS, il corpo di Marina Regia nato nel 1939 e scisso in due tronconi dopo l’8 settembre 1943, fedele uno alla Repubblica Sociale e l’altro all’accordo con gli Alleati anglo-americani.

A scanso di equivoci, la scelta inopportuna di Montesano è da condannare. Un trattamento che, tuttavia e senza alcun dubbio, dovrebbe essere ampliato anche al signor Vladislav Maistrouk di cui sopra, le cui scorribande televisive condite di idolatria per la simbologia nazista non sono state stigmatizzate né dagli editori né dai conduttori dei talk show, i quali, anzi, si arrampicano sugli specchi nel disperato tentativo di dare una verginità ad elementi che si ispirano a ciò che è stato definito «il male assoluto».