Il medico pietoso fa la piaga purulenta.
Oppure, cancerosa, oppure puzzolente, oppure infetta. Il concetto è stato chiarito in innumerevoli variazioni ed esiste anche in inglese. Tutto questo profluvio di comunicazione già ci dimostra che il concetto è dannatamente vero, e che è indispensabile chiarirlo a ogni istante. A questo si aggiunge il più ignorato Catechismo della Chiesa Cattolica, che segnala è che un’opera di carità spirituale segnalare al peccatore il suo errore. Vale anche il contrario, non segnalare al peccatore che è in errore e ci rende corresponsabili del suo peccato. La libertà è il diritto di fare il proprio dovere. Questa libertà è stata violata. Fare il proprio dovere, avvertire che c’è un ascesso e bisogna incidere, può essere punito in maniera giudiziaria, e porta al linciaggio sociale. Per questo è fondamentale leggere Manuale di resistenza al pensiero unico – Dal Gender al transumanesimo, il libro di Simone Pillon, (Giubilei Regnani Editore), presentato a Roma mercoledì 16 novembre con una magnifica conferenza, che cerca di segnare una linea di resistenza alla più micidiale manipolazione dittatoriale dall’inizio dei tempi. L’attacco è alla famiglia e alla vita. L’attacco è alla logica. L’attacco è all’ovvio. Come ha spiegato George Orwell, quando anche l’ovvio è violato, tutto è strato perso. Come ha preconizzato Chesterton dobbiamo sguainare le spade per affermare l’ovvio, i bambini hanno bisogni di padre e madre, gli uomini non possono diventare donne, i malati si curano, i bambini si mettono al mondo. La famiglia precede la norma tant’è che la nostra Costituzione dichiara che “riconosce” la famiglia, cioè prende atto di qualcosa che già esiste. In Italia i legami familiari sono molto più sentiti rispetto ad altri Paesi, soprattutto del Nord Europa, come ad esempio la Svezia dove le statistiche indicano che attualmente il 60% degli abitanti di Stoccolma vive e muore solo. L’ attaccamento alla famiglia è oggetto di derisione e barzellette, nelle scuole sono derisi i figli di famiglie numerose. Infatti, la famiglia cosiddetta tradizionale, viene presentata come “tossica”, sede di prevaricazione e violenza del più forte, cioè il padre, nei confronti della madre e dei figli, identificati come vittime. Il modello vincente che viene propagandato è quello della “generazione Erasmus”: giovani privi di radici, per i quali è superato il concetto di Patria che assume anzi un significato negativo e reazionario. Giovani che sono tanto più in gamba quanto prima abbandonano il nucleo familiare per diventare “cittadini del mondo”. Negli ultimi tempi, questo attacco alla famiglia è diventato più diretto e aggressivo. Le ragioni di tutto questo vengono spiegate da Simone Pillon con l’ illuminante sottotitolo: Dal Gender al transumanesimo. Tutto questo non è casuale. Esiste un piano di ingegneria sociale di ispirazione malthusiana per la creazione di una società che ha molti punti in comune con quanto immaginato da Aldous Huxley ne Il mondo nuovo. Il romanzo, pubblicato nel 1932, descrive un mondo in cui, scomparsa la famiglia, le parole padre e madre sono prive di significato. Nello scenario rappresentato da Huxley, la riproduzione è affidata alla fecondazione artificiale. L’utero sintetico sostituisce la gravidanza. La sessualità, slegata dalla procreazione, è incentivata dall’uso dei contraccettivi in nome dello slogan “ciascuno è di tutti”. Si incentiva il sesso con i bambini e la droga è offerta con larghezza al popolo che così se ne sta zitto e buono. Chiunque vi offra droga vi vuole zitti, buoni e con un quoziente intellettivo bassino, molti docili a lui e disposti a sbranare chiunque vi voglia sobri, che è il medico che non vuole la piaga cancerosa. La popolazione viene soggiogata attraverso la manipolazione psicologica e, ovviamente, l’uso legalizzato della droga. Un sistema che pratica l’eugenetica e ricorre all’eutanasia per le persone oltre una certa età perché ha orrore della vecchiaia, condannando all’isolamento sociale e fisico chi rifiuta le regole. Uno scenario che non appare più solo fantascienza. Pillon sottolinea come, nei Paesi occidentali che hanno accettato il matrimonio gay, l’omogenitorialità, l’utero in affitto, le teorie Gender sull’identità auto percepita e la graduale disgregazione della famiglia naturale, tutto è iniziato con una legge sull’omotransfobia per mandare in prigione chi è contrario al Gender. Ciò che è stato tentato in Italia con la proposta di legge Zan. Lo scopo della legge sull’omofobia non è fermare le discriminazioni, per questo abbiamo già la Costituzione e il Codice Penale. Le leggi italiane puniscono condotte violente o ingiustamente discriminatorie, con un aggravamento della pena se il reato è commesso per motivi abietti, tra i quali rientra la discriminazione per orientamento sessuale. L’obiettivo è imbavagliare, con la minaccia della galera, chiunque non condivida la dottrina Gender. Illuminanti a questo proposito, i casi del professor Massimo Gandolfini, dello psicologo Giancarlo Ricci e il mio caso personale: tutti perseguiti penalmente per aver espresso il nostro pensiero, non gradito ai fautori di questa ideologia. Tutti per aver fatto il nostro dovere. La libertà, lo ripeto, consiste nel poter fare il proprio dovere. È dovere di un medico avvertire che la cosiddetta omosessualità, termine improprio, non è una situazione genetica, ma un comportamento acquisito che genera dipendenza e moltiplica le patologie sessualmente trasmissibili. È un dovere di un medico psicoterapeuta informare, è un’informazione, che la frase di Mario Mieli, che riassume le sue teorie, “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro.”, può causare eccitazione sessuale a un pedofilo spingendolo a passare all’atto. Finanziare con denaro pubblico un circolo intitolato a Mario Mieli diminuisce pericolosamente lo stigma contro l’abuso sessuale su minore. È dovere di uno psicologo affermare che i bambini hanno bisogno di padre e madre. L’analisi dettagliata e documentata di Simone Pillon dimostra che la legge sull’omofobia è il primo indispensabile elemento senza il quale il mondo nuovo contemplato dalla teoria liberal non potrà realizzarsi. L’Autore offre un panorama di quanto sta accadendo. In nome dell’identità auto percepita, maschi che si dichiarano femmine competono con le donne nello sport, escludendole dal podio, privandole delle borse di studio universitarie o, peggio, ferendole gravemente come nel caso della competizione femminile di arti marziali miste in cui il lottatore transGender Fallon Fox ha provocato la commozione cerebrale e la frattura del cranio della campionessa Tamikka Brents. In base allo stesso principio, possono accedere agli spogliatoi e ai bagni delle donne. Un detenuto maschio può essere ammesso in una prigione femminile. O in una stanza di ospedale. Abbiamo diritto di essere in ospedale o in prigione senza trovarci nel letto di fianco u tizio con pene e testicoli che dichiara di sentirsi una fanciulla. Le organizzazioni LGBT tengono lezioni ai bambini nelle scuole: in Germania è previsto il carcere per i genitori che non fanno partecipare i figli ai corsi Gender a scuola. In alcuni casi, minori sono stati sottoposti a trattamenti per il cambiamento di sesso, anche in assenza del consenso dei genitori. Pillon documenta casi di sacerdoti arrestati per aver letto la genesi e di insegnanti condannati per aver usato il pronome corrispondente al genere dell’allievo e non quello cui egli sentiva di appartenere. Una strategia accuratamente pianificata per imporre il pensiero unico, negare la biologia, il fatto che si nasca maschi o femmine. La precisa volontà di estendere il concetto di famiglia a qualsiasi situazione in modo da cancellarne il concetto stesso e recidere le nostre radici culturali e religiose. Di fronte a questo allarmante scenario, l’Autore suggerisce alcune possibili soluzioni per proteggere la famiglia e la fede ricordando che “Ognuno di noi può, con la propria vita, testimoniare la verità” e cita a questo proposito le parole di Santa Teresa di Calcutta: Se vuoi cambiare il mondo, vai a casa e ama la tua famiglia. Amo moltissimo questo libro non solo perché c’è un capitolo a me dedicato, ma perché dice un’aspra e irrinunciabile verità. Un’ultima annotazione: il medico che vi dice che c’è un bubbone e che lo incide è quello che vi ama, quello che sa che avete la potenzialità dell’equilibrio e del bene, soprattutto se per dirvelo sfida una bizzarra quanto implacabile “giustizia”.