Cari amici Buongiorno e Buona Domenica del Signore. Dalla “scuola della vita” ho imparato che essere intelligenti non significa essere colti; essere colti non significa essere saggi; essere saggi non significa avere una forte personalità; avere una forte personalità non significa essere protagonisti della propria vita, coloro che attuano concretamente i valori in cui credono e le idee che affermano; essere protagonisti della propria vita non significa essere testimoni di umanità, coloro che perseguono e realizzano il bene proprio e il bene altrui contribuendo alla costruzione di una migliore qualità di vita.
Per avere successo nella propria vita, da intendersi come essere pienamente se stessi, dobbiamo essere l’insieme di queste qualità, intelligenti, colti, saggi, avere una forte personalità, essere protagonisti della propria vita e testimoni di umanità. Solo quest’insieme si traduce, per un verso, nella soddisfazione della pienezza della nostra umanità, per l’altro, nel successo di una proposta di una migliore qualità di vita.
Quest’insieme noi lo ritroviamo nel modello morale, ideale e operativo dei monasteri benedettini che, dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 che rappresentava il mondo globalizzato dell’epoca, costituirono l’alternativa di un localismo, ergendosi a micro-cosmi virtuosi di umanità nel tracollo di un macro-cosmo disumanizzato.
I monasteri benedettini diedero vita a una nuova spiritualità cristiana codificata dalla «Regola» di San Benedetto da Norcia e sintetizzata nel motto «Ora et Labora», coniugando la preghiera con il lavoro finalizzato a rendere le comunità dei monaci, per un verso, integerrime nell’integralità della fede cristiana, e per l’altro, del tutto autonome ed autosufficienti nel fabbisogno alimentare e dei beni materiali per sé e per la comunità territoriale circostante.
I monasteri benedettini affermarono un nuovo modello di sviluppo che fu all’avanguardia nel progresso tecnologico, in particolare nell’agricoltura e nella medicina, che è considerato l’antesignano della moderna organizzazione aziendale.
I monasteri benedettini, tramite l’opera degli amanuensi, salvaguardarono e ci tramandarono la cultura greca e romana, diventando le prime “stamperie” manuali e le più pregiate librerie dell’epoca.
I monasteri benedettini si ressero su nuovo modello di organizzazione sociale, traslato a nuovo modello politico, a cui si ispirò anche la Repubblica di Venezia (697-1797), paragonabile a una monarchia costituzionale.
I monasteri benedettini furono eretti laddove sorgevano i presidi dell’esercito romano, dando vita a un nuovo modello di difesa testimoniato dalla costruzione dei monasteri alla stregua di roccaforti con alte mura posizionati sui punti alti del territorio.
Grazie a questi micro-cosmi di umanità promotori di una proposta di vita qualitativamente migliore di spiritualità cristiana, di sviluppo economico, di promozione culturale, di modello politico e di sistema di difesa, e dopo la loro diffusione ovunque in Europa, si affermò la civiltà cristiana che concretamente si tradusse in nuove realtà statuali, politiche, economiche e sociali.
Ecco perché la nostra “Casa della Civiltà” si costituisce in ”Comunità” di cittadini italiani che convergono e condividono valori, idee e una proposta di vita qualitativamente migliore.
Non siamo un Partito, inteso come fazione politica che compete per la gestione o la condivisione del potere nell’ambito del sistema della democrazia che è degradata in partitocrazia consociativa.
Non siamo un Movimento politico, inteso come organizzazione che aggrega le masse per manifestare negli spazi pubblici affinché le sue istanze vengano recepite e attuate dalle istituzioni preposte al Governo dello Stato o di ambiti locali.
Non siamo neppure una comunità di persone sinceramente animate dalla volontà di perseguire un nuovo modello di vita qualitativamente migliore, ma che sceglie di auto-isolarsi dall’insieme della società e delle istituzioni statuali.
Non siamo infine una associazione culturale o di promozione sociale che ha al proprio interno tutto e il contrario di tutto sul piano dei valori, delle idee e delle proposte, all’insegna del principio della “par condicio”.
Cari amici, se vogliamo che abbia successo la missione di far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani e riscattare l’Italia dobbiamo crederci totalmente, impegnarci con tutto noi stessi, combattere per vincere sul fronte etico, culturale, civile e politico. Solo così potremo riscattarci dalla condizione di «gregari» elevandoci allo status di «Protagonisti», passando dalla menzogna alla verità, dalla denuncia alla proposta, dalle parole ai fatti. Siamo consapevoli che per conseguire il traguardo ci vorrà un miracolo. Ebbene, noi non abbiamo altra scelta che credere che questo miracolo si compirà e che ciascuno di noi darà il proprio contributo per il successo della comune missione che realizzerà il legittimo bene nostro, dei nostri figli e nipoti. Non potremmo in alcun modo guardarci dentro, guardare negli occhi i nostri figli e nipoti, dicendo: «Mi dispiace, mi sono rassegnato alla sottomissione senza aver reagito, mi considero sconfitto senza aver combattuto».
Amo concludere con il testamento spirituale di Paolo Borsellino: «È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola».
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà
Domenica 27 novembre 2022
La chiesa, che non è un edificio, neanche una istituzione, e neppure un apparato clericale, ma l’insieme dei credenti in Cristo, che deve ritrovare l’unità nel sue radici ebraico cristiane. Poiché non c’è cristianesimo senza ebraismo, e non c’è ebraismo senza il Messia.
Oggi il nostro Presidente Magdi ci richiama giustamente ad una dichiarazione di principi per noi sacrosanti, suggeriti dalla vita stessa, che non basta avere doti personali per realizzarsi ed avere successo, ma bisogna unirci come testimoni di umanità e protagonisti e costruttori della propria vita rivolta al miglioramento della comunità e società in cui si vive. Come l’esempio benedettino a cui ci ispiriamo condensato in Ora et Labora, Fede ed Impegno costruttivo ed inevitabilmente sociale, comunitario, in profonda connessione vitale ed interscambio con il territorio da coltivare e fecondare per la comune crescita di fede e cultura, tecnica, tese però solo verso lo sviluppo ed il progresso umano nella sua interezza. La Regola ha informato ed ispirato Stati, Costituzioni, Organismi Sociali e produttivi, repubbliche e monarchie illuminate, fino ad organizzazioni costituzionali e statali e financo i partiti, oggi alla loro degenerazione peggiore, perché hanno dimenticato che la Regola non può essere smembrata, ridotta solo a ciò che fa comodo in concreto, ma va rispettata nella sua interezza ed interscambio, Ora ET Labora.
Sono pilastri fondanti e duali integrali.
Noi siamo benedettini senza ‘voti’, laici ma credenti con la missione di trasformare la società sempre più atea, pagana, materialista, preda del Maligno, in una Terra di Dio e un giardino dell’Uomo. Ci vogliono doti e Verità.
Ma c’è una verità oggi che non sia relativa? Né nichilista?
Marcello Veneziano oggi in un articolo su”La Verità “, commentando un libro di una scrittrice francese liberal conservatrice, Chantal Delsol, che prendendo atto della deriva pagana e materialista, propone alla fine un ritirarsi del cristiano in un incognito dove agire come un ‘agente segreto di Dio’.
Marcello dice no, perché il cristianesimo va difeso, portato e testimoniato, però senza pretendere di possedere la verità, ma di essere dentro la Verità con la presenza ed il rispetto di altre sfacettature della Verità. Dice inoltre che tutte le religioni sono rivolte alla comunità, e qui io dico per esempio il Buddismo, lo yoga, ecc. tende alla auto realizzazione di sé, la comunità è solo velo di Maya, illusoria realtà per cui non val la pena soffrire, ognuno deve fare per sé il proprio percorso, le religioni sono solo mezzi, bastoni, per aiutarci a raggiungere Dio, unico principio con tanti nomi.
Qui però obietto che anche i nomi sono sostanza. Conoscere il nome di una persona, come il nome di un dio, per gli Antichi era conoscerne l’essenza, il fine ed il destino, quindi averne conoscenza e potere.
Certo non dobbiamo fare guerre per questo, ma nemmeno relativismo. Come essere nel vero dove diversi sono i punti di vista? Per esempio, come pensare che Dio ed Allah, sono la stessa verità? Pur se totalmente diversi, in tutto e nel loro rapporto coi credenti?
Io da sempre vedevo la Verità, come riflessa in uno specchio ridotto in mille frammenti. Ogni frammento riflette un particolare della stessa verità, di Dio, ma nessuno è Dio intero e tutti assieme partecipano di Lui e ci mostrano la Sua immagine. E quei frammenti siamo noi, assieme solo vediamo Dio nella Sua essenza e realizziamo il Paradiso. Ma quei frammenti non possono riflettere due divinità diverse, come entrambe vere. Qualcuno bara, e dobbiamo capire chi. Marcello scrive che non dobbiamo aver paura o combattere una società pagana o atea, ma temere una società nichilista ed il dominio dell’ Io. Bene, ma così ci ridurremmo ad un eterno dibattito filosofico, senza veramente riuscire a cambiare e migliorare nulla.
Concludo scusandomi per la lunghezza delle mie riflessioni, con una domanda al nostro Presidente : Ci dici che la Casa della Civiltà è una comunità di cittadini italiani che condividono idee, valori, prospettive di cambiamento e miglioramento di tutti e della nostra Società, come ci insegna la Regola benedettina e ci dici giustamente QUELLO CHE. NON SIAMO. Ma quando devo io dire a qualcuno cosa siamo, in pratica, devo solo capovolgere i NON SIAMO? Perché poi devo dare risposte e proposte concrete e motivate, consequenziali e fattibili. A questo credo dobbiamo ora lavorare, al programma, arma con cui combattere gli ostacoli di ogni tipo.
Ci vorrà un miracolo, certo, ma noi ce la metteremo tutta. Chi combatte per ciò in cui crede, per migliorare sé e l’Umanita’, non muore mai, perché ha gettato buon seme ed alla fine, miracoli o no, vince l’umanità, sulla via di Dio.
“Ebbene, noi non abbiamo altra scelta che credere che questo miracolo si compirà […]”. Penso che le possibilità che l’obiettivo si raggiunga dipendano dalla determinazione con la quale agiremo nel risvegliare le coscienze.