STEFANO DI FRANCESCO: “L’ economia non è complicata…basta capire quali variabili contano davvero”

L’ ECONOMIA NON È COMPLICATA…BASTA CAPIRE QUALI VARIABILI CONTANO DAVVERO

La quantità di moneta presente nel sistema economico reale, sotto forma oggi di PRESTITO concesso dalle banche, ne determina l’espansione o la contrazione.

Il sistema economico può quindi trovarsi in 4 quattro differenti condizioni, tre delle quali assai discusse e studiate, mentre per una (la 3) si brancola nel buio, la teoria neo classica si avvita su se stessa senza trovare soluzioni (  ed è esattamente la condizione in cui ci troviamo ora).

La situazione 1 è quella che potremmo definire la normalità, in cui sia le banche che i privati offrono e chiedono prestiti.

Le situazioni 2 e 4 sono caratterizzate dal fatto che il settore bancario non eroga più credito per problemi di bilancio, per troppe sofferenze; la soluzione a questa condizione è ad esempio la  ricapitalizzazione delle banche e /o  fornire loro liquidità attraverso  la Banca Centrale.

La condizione 3 invece, quella in cui siamo oggi, è la peggiore. I privati, famiglie ed imprese, faticano ad indebitarsi ulteriormente nonostante i tassi bassissimi ( fino a qualche mese fa erano zero). Come fare per convincere famiglie ed imprese a fare nuovi debiti?… non si sa.

In realtà, la soluzione per riportare l’economia in condizione di creare benessere e ricchezza per tutti c’è, ma bisogna far sì che sia lo Stato ad intervenire esercitando la sua sovranità.



Quello che bisogna fare è seguire ciò che è stato fatto con successo in Giappone negli anni passati, ovvero realizzare deficit di bilancio sempre maggiori per compensare la “parsimonia” del settore privato.


Si comprende bene come la filosofia alla base della costruzione dell’UE e dell’Euro, tendano invece  ad impedire la realizzazione di queste politiche di spesa, sulla base di parametri e deduzioni senza senso, che spingono per il conseguimento di avanzi primari di bilancio ( politiche l’Italia ha sposato senza se e senza ma dal 1992), come si vede dal grafico che segue.


OCCORRE UN NUOVO PENSIERO ECONOMICO, CHE RIMETTA LA COMUNITA’ E LO STATO AL CENTRO DEL SISTEMA ECONOMICO

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto