MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Al processo Open Arms va in scena il collasso dello Stato, con il tutti contro tutti pur di criminalizzare l’ex ministro dell’Interno Salvini”

Cari amici buongiorno. Al Processo contro Matteo Salvini, nella veste di ex Ministro dell’Interno, per il caso della nave della Ong (Organizzazione non governativa) spagnola “Open Arms”, ieri è nuovamente andato in scena lo spettacolo del collasso dello Stato, con il tutti contro tutti, all’interno dell’aula bunker del Carcere dell’Ucciardone costruito a prova di missili per ospitare il maxi-processo contro la Mafia nel 1986.

L’accusa giudiziaria nei confronti di Salvini è di essere stato l’unico responsabile, in seno al primo Governo Conte, di cui facevano parte il Movimento 5 Stelle e la Lega, ad essersi opposto all’attracco e allo sbarco in un porto italiano di complessivi 163 cosiddetti “migranti”, l’eufemismo con cui ci impongono di occultare la realtà dei clandestini.
La vicenda si svolse tra il primo e il 20 agosto 2019, quando per decisione del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio e della Procura di Agrigento, la “Open Arms” attracca comunque a Lampedusa e sbarcano i restanti 83 clandestini a bordo.

La prima a prendere la parola, nell’aula bunker dell’Ucciardone, è stata il Procuratore aggiunto Marzia Sabella che ha chiarito la decisione di rinviare a giudizio Salvini: «Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio. Non c’era alcuna condivisione all’interno del governo, ma le decisioni furono prese da Salvini».
Il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha detto sostanzialmente che la redistribuzione dei migranti spettava al Presidente del Consiglio Conte, però l’individuazione del Pos (Place of safety, il cosiddetto porto sicuro, ndr.) era di competenza del Ministro dell’Interno e non dell’intero Consiglio dei Ministri. E dunque non si può ritenere che ci sia stato un “atto politico” da parte dell’esecutivo Conte alla base del mancato permesso di sbarco.

L’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ascoltata come testimone, ha scaricato la responsabilità su Salvini: «Il ministro dell’Interno mi presentò un secondo divieto d’ingresso, non lo firmai perché ritenni che erano trascorsi giorni e le condizioni fossero peggiorate. Non era quello il modo di gestire la questione pur consapevole di dover controllare gli sbarchi. Le nostre battaglie pur giuste non devono ricadere sui più fragili».

Anche l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha addossato l’intera responsabilità su Salvini, ma soprattutto ha denunciato il vuoto esistente a livello di azione del Governo: «All’epoca della Open Arms non esisteva già più un governo, esisteva una persona, Salvini, che andava in giro, era in campagna elettorale e parlava alla pancia delle persone. Non si facevano più Consigli dei ministri e i ministri non operavano collegialmente. Siccome si sapeva che sarebbe stato sfiduciato il Governo, si stava cercando di monetizzare stressando l’argomento immigrazione che era molto sentito».

Cari amici, il fatto eventuale che Salvini, da Ministro dell’Interno, agì in modo solitario, senza consultarsi e senza informare il Presidente del Consiglio, che il Governo di fatto era latitante e non svolgeva la propria attività di organo esecutivo, sono comunque fatti di natura politica, non giudiziaria, anche considerando che gli 83 restanti clandestini a bordo della nave spagnola “Open Arms” sono alla fine scesi sani e salvi sul suolo italiano, anche se sarebbe stato corretto che attraccassero a un porto spagnolo.

Si tratta dell’ennesima indebita interferenza della Magistratura, organo giudiziario che dovrebbe limitarsi a verificare ed eventualmente sanzionare il mancato rispetto delle leggi, in un ambito di esclusiva pertinenza del Governo, dell’organo esecutivo.

Inoltre se consideriamo che, del totale dei clandestini che sbarcano in Italia, solo una piccola percentuale arrivano a bordo delle navi delle Ong, mentre la stragrande maggioranza dei clandestini sbarcano con piccole imbarcazioni in modo del tutto furtivo o a bordo dei mezzi della nostra Guardia Costiera, si rafforza il dubbio che il processo a Salvini sia di natura politica e non giudiziaria.

La Casa della Civiltà chiede un nuovo modello di Stato in cui ci sia il più rigoroso rispetto dell’indipendenza dei tre poteri istituzionali, legislativo, esecutivo e giudiziario, così come chiede la fine della politicizzazione della Magistratura.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Sabato 3 dicembre 2022

2 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Al processo Open Arms va in scena il collasso dello Stato, con il tutti contro tutti pur di criminalizzare l’ex ministro dell’Interno Salvini”

  1. Lo Stato sta dando di sé uno spettacolo orrendo. Condivido il tuo pensiero,Magdi. L’impresa più ardua sarà quella di fare tornare le persone a fidarsi dello Stato, e per questo dobbiamo prima di tutto essere noi persone forti e credibili. È essenziale che la nostra formazione prosegua in parallelo con l’impegno civile che ci vede impegnati.

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