Oggi si registra la difficoltà a prestare attenzione agli altri quando comunicano verbalmente. Nel contesto attuale la società, soprattutto i giovani, è diventata forte consumatrice di messaggi massmediali, il che ha prodotto effetti significativi sui livelli di attenzione, che si sono notevolmente abbassati. I ragazzi di oggi sono disabituati ad un ascolto attento della parola scritta e orale. Si potrebbe affermare che i ragazzi sentono ma non ascoltano. L’atto del semplice sentire si connota come un processo automatico e spesso passivo ed è molto diverso dall’ascolto, che invece è da intendere come una più intima disposizione interiore consapevole e intenzionale, ed è il risultato di una complessa interazione di abilità sensoriali e percettive, oltre che linguistiche e intellettuali.
L’attività di ascolto attento permette, anzi, di articolare tra loro varie sfere sensoriali, guidate dall’intervento della immaginazione che le gestisce. Si tratta di un procedimento che può davvero creare un affinamento e un potenziamento nel discente in termini, proprio, di competenza letteraria. Effettuare esercizi di ascolto di lettura a voce alta, per esempio, consentirebbe di potenziare la dimensione dell’ascolto. Ascoltare un adulto che legge si presenterebbe come un’occasione importante per recuperare questa facoltà che sta cadendo in disuso e consentirebbe al ragazzo di aumentare le sue competenze linguistiche, attraverso un arricchimento lessicale spontaneo, nonché di assimilare quasi naturalmente costrutti sintattici più complessi, di fare collegamenti, di fare inferenze, di fare ipotesi e previsioni e, forse soprattutto, di approcciarsi nei confronti di un uso immaginifico e figurato della lingua.
Un possibile punto di convergenza tra l’azione didattica che si effettua a scuola e quella educativa attuata nei confronti dei bambini da parte dei genitori può rivelarsi proprio quella di abituare i bambini ad attività di ascolto sin da piccoli. Per avvalorare l’efficacia di un’attività didattica ed educativa di questo tipo, è da sottolineare, in particolare, il bisogno di emulazione che spinge il bambino o il ragazzo a relazionarsi positivamente con l’adulto. Ed è tanto più sensibile questo bisogno, quanto maggiore è la capacità dell’adulto di far percepire il fatto che compiere l’azione di leggere gli piaccia. Si tratta dell’approccio educativo paradigmatico. L’ascolto dilata i tempi di attenzione e permette di avvicinare testi che risulterebbero troppo difficili per una lettura individuale. Stando alle capacità del lettore, questa attività è in grado di mettere in evidenza gli effetti della sonorità e del ritmo del testo. Consente di ridare potere all’entusiasmo fanciullesco della giovinezza, alla facoltà catartica del ritorno fisiologico alla vitalità giovanile o alla riscoperta del senso ringiovanente dell’insegnamento che è quello insito nell’azione educativa più naturale e istintiva che si verifica nella relazione tra genitore e figlio. Catarsi, nel 2011, notava proprio come l’ascolto sia determinante nel permettere un arricchimento della capacità simbolica e immaginifica o creativa del bambino o del ragazzo.
Detti nel 1986 parlava di “lettura sensuale” come di quella tecnica di lettura che consente al lettore di estraniarsi dal contesto ambientale e di allontanarsi dalle distrazioni del reale per ritagliarsi uno spazio “magico”.
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Gli studenti non vanno necessariamente gestiti mettendoli al centro di una didattica che, per innovare, rischia di capovolgere i ruoli naturali di insegnante e alunno o di rendere i ragazzi troppo presto autonomi e indipendenti dall’adulto. Evitare di nutrire eccessive aspettative sugli studenti in merito a virtù ancora non acquisite, è necessario affinché il processo di crescita segua un percorso più lento e progressivo. I ragazzi devono essere guidati affinché imparino, pian piano, a conoscere le proprie emozioni e a controllarle, seguendo l’obbligo di ascoltare gli altri. Il che significa metterli nelle condizioni di seguire un modello, di ispirarsi a qualcuno da emulare. L’obiettivo finale di questo percorso sarà certamente, lungo il corso di tutta la vita, quello di acquisire consapevolezza della propria identità e di costituirsi come cittadini capaci di occupare, secondo libera scelta, un ruolo nella società. Ma sarà necessario che questo obiettivo venga raggiunto soprattutto attraverso il rispetto e la salvaguardia di spazi e misure che definiscono i termini entro cui affermare sé in riferimento agli altri. Accogliere e rispettare l’altro, con l’umiltà di chi, contemporaneamente, acquisisce il senso di sé, vuol dire far sentire ai ragazzi il senso delle responsabilità e richiedere da loro il giusto rispetto delle regole. Significa non avere sempre fiducia cieca nei ragazzi e non assecondare per forza la loro naturale propensione al contrasto e alla ribellione. Dobbiamo ribadire questo bisogno, specie in un’epoca di grande crisi delle famiglie e della loro capacità di farsi guida e nucleo formativo primario dei figli e dobbiamo agire al fine di riorientare le famiglie stesse e la società intera verso il compito fondamentale di saper educare.
CaroDavide, come non si può non essere d’accordo con la tua attenta analisi? È vero i genitori vivono un ruolo determinante, ma pochi si prestano e si sacrificano. Taluni per carenza di istruzione e cultura, talaltri, pur avendo cultura adeguata, non se ne curano e delegano il tutto alla scuola. È necessario, prima di educare i bambini, educare i genitori.
Forse, cara Lia, è proprio un problema legato alla carenza culturale quello che sta alla base di questa scarsa attenzione al proprio ruolo di genitori da parte di molte famiglie. Fatto sta, però, che io pensavo anche che ci fosse un’istintività capace di muovere a una gestione adeguata della genitorialità e di regolare secondo certe scelte l’approccio educativo nei riguardi dei figli. Invece non si deve dare per scontato nulla, nemmeno l’istinto alla genitorialità. Come ben suggerisci tu, dobbiamo rifondare tutto anche in questo senso: bisogna rieducare anche i genitori.
Minch… Davide!! Perdona l’allocuzione aulica, spontanea. Ma hai scelto, maximo cum gaudio mio e penso universale, un tema ed un lavoro e ricerca estremamente complesso e importante. Tra cui spunta lo sviluppo cerebrale, cognitivo e semantico linguistico, con implicito sviluppo neuronale specie nelle connessioni sinaptiche e dendritiche, che arricchiscono la comprensione e lo sviluppo del linguaggio e l’espressività, l’elaborazione del pensiero, creatività e fantasia. Richiamo l’accenno dell’altra sera di Silvana de Mari, sul fantasy, e le fiabe e la loro efficacia sullo sviluppo cerebrale immaginifico e creativo.
La lettura di adulti poi ho visto la fanno anche qui a Santa Maria di Sala, nelle attività culturali, legate alla biblioteca civica, probabile per simili motivi, anche se forse non così complessi come ben spieghi tu.
Mia moglie,logopedista in origine, potrebbe spiegare anche per la riabilitazione le potenzialità, se serve una mano(ma non dire che l’ho detto io….).
Grande lavoro e grande impegno che spero continuerai perché è fondamentale per i nostri giovani. E farebbe bene anche per i meno giovani. Tienici informati. Complimenti e auguri.
Eh sì, Gianni. Come si diceva qualche giorno fa alla presentazione del suo libro da parte di Silvana De Mari, a me questo tipo di approccio, cioè quello di leggere a voce alta a scuola e farmi ascoltare, è risultato istintivamente vantaggioso e ho cominciato ad approfondirne le virtù e le indubbie potenzialità formative, facendo qualche ricerca. La De Mari ha come sempre dato il suo magistrale apporto a sottolineare ancora una volta l’irrinunciabile ruolo educativo delle fiabe. Ha perfettamente ragione. La società è degenere sin dalle sue fondamenta, cioè quelle dei nuclei familiari. Abbiamo bisogno di mamme e di papà che tornino a fare i genitori, proprio per potenziare e accrescere i livelli intellettivi degli individui! Continueremo a parlarne, per forza. E caro Gianni, una mano serve sempre, quindi sì, qualsiasi suggerimento e qualsiasi confronto sono sempre validi. Grazie sempre delle tue letture, Gianni, e dei tuoi complimenti!