Cari amici buongiorno. Ho letto con grande interesse e ho riflettuto molto sui fatti descritti da Simonetta Ercoli nel suo articolo d’esordio della sua nuova rubrica “Naturales Quaestiones – Pillole di Scienza”, pubblicata nel sito casadellacivilta.com
Leggiamo: «Il periodo dell’anno che coincide con il solstizio d’inverno è da sempre considerato il tempo della luce, il tempo della nascita e rinascita del Sole.
Il solstizio d’inverno nel vecchio calendario Giuliano cadeva il 25 dicembre e celebrava la “rinascita” del mondo.
La metafora della nascita come discrimine tra un prima e un dopo che ha portato tutte le più antiche religioni e civiltà a collocare nel 25 dicembre il compleanno della principale divinità.
Ma la divinità, che prima di Gesù più saldamente presidiava nella civiltà antica le celebrazioni del 25 dicembre e del solstizio d’inverno, era senza dubbio il dio Mitra, proveniente dalla Persia. Il culto di Mitra fu diffusissimo in tutto l’impero romano in cui, grazie all’imperatore Aureliano, che lo introdusse a Roma il 25 dicembre o nei giorni immediatamente prossimi ad esso, si celebrava la festa del “Natale del sole invitto”, una celebrazione in onore di Mitra. Dio guerriero partorito da una vergine, uscito da una grotta, chiamato il salvatore, che ebbe dodici discepoli, insomma, una divinità che molto condivideva con la figura del Cristo.
Con la diffusione del cristianesimo, a un certo punto, si pose il problema del compleanno di Gesù, di cui non c’erano attestazioni precise. Inizialmente lo si pose al 6 gennaio, ancora oggi Natale per la chiesa Copta e Ortodossa. Successivamente sembrò più opportuno collocarlo al 25 dicembre, il momento più prestigioso dell’anno, il momento della rinascita del Sole». https://bit.ly/3jrTNzr
Prendiamo atto che l’indicazione del 25 dicembre, come data della nascita di Gesù, è stata una scelta di convenienza. Prendiamo atto che possono esserci delle similitudini tra i fatti attribuiti a Gesù e quelli presenti in talune divinità pagane. Innanzitutto che compissero dei miracoli, veri o presunti che fossero. Non è probabilmente un caso che alcune delle chiese più antiche furono costruite sopra dei tempi pagani, conservati e visitabili ad oggi.
Ma resta il fatto che il cristianesimo si fonda sulla fede in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, nato, morto e risorto. Èd è soprattutto la Resurrezione ciò che connota la quintessenza del cristianesimo.
Domani, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, i cristiani cattolici festeggiano il Natale, la ricorrenza della nascita di Gesù. I cristiani copti e ortodossi mantengono la data del 6 gennaio quale Festa di Natale.
Ebbene, nella nostra Europa sempre più scristianizzata, sempre più ateizzata e, purtroppo che vede la crescita dell’islamizzazione anche della popolazione autoctona, la percentuale dei cristiani che mantengono salda la fede, che praticano il culto e che osservano le festività religiose, a prescindere che siano cattolici, protestanti o ortodossi, si sta assottigliando sempre di più.
Nel contesto della nostra civiltà decaduta, in cui gran parte delle popolazioni europee ha perso la certezza e l’orgoglio delle proprie radici, fede, identità, valori, regole e leggi, torna di estrema attualità l’appello a vivere «Come se Dio ci fosse», fatto dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger a Subiaco il 1 aprile 2005, l’ultima sua conferenza pubblica prima di essere eletto Papa Benedetto XVI.
«Nell’epoca dell’illuminismo si è tentato di intendere e definire le norme morali essenziali dicendo che esse sarebbero valide “etsi Deus non daretur”, anche nel caso che Dio non esistesse. Nella contrapposizione delle confessioni e nella crisi incombente dell’immagine di Dio, si tentò di tenere i valori essenziali della morale fuori dalle contraddizioni e di cercare per loro un’evidenza che li rendesse indipendenti dalle molteplici divisioni e incertezze delle varie filosofie e confessioni. Così si vollero assicurare le basi della convivenza e, più in generale, le basi dell’umanità.
A quell’epoca sembrò possibile, in quanto le grandi convinzioni di fondo create dal cristianesimo in gran parte resistevano e sembravano innegabili. Ma non è più così. La ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze, è fallita.
Il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo.
Dovremmo allora capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita “veluti si Deus daretur”, come se Dio ci fosse.
Questo è il consiglio che già Pascal dava agli amici non credenti; è il consiglio che vorremmo dare anche oggi ai nostri amici che non credono. Così nessuno viene limitato nella sua libertà, ma tutte le nostre cose trovano un sostegno e un criterio di cui hanno urgentemente bisogno».
Cari amici, lo stesso Papa Benedetto XVI aveva denunciato il fatto che la «dittatura del relativismo» si era infiltrata fin dentro la Chiesa.
Fermo restando che non potrebbe sussistere il cristianesimo senza la solida fede in Gesù, l’appello a vivere «Come se Dio ci fosse» risuona oggi come l’ancora di salvezza per la maggioranza di europei atei, agnostici, indifferenti o che non si sono proprio posti la questione della dimensione trascendente della nostra vita.
Abbracciare Gesù Bambino si traduce nell’abbraccio alla civiltà cristiana che coincide con la morale naturale, che si sostanzia della fede nella sacralità della vita, della dignità della persona in quanto depositario di valori inalienabili, della libertà di scelta grazie al diritto al libero arbitrio.
Ed è grazie alla civiltà cristiana, affermatasi in Europa dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, che l’Europa, recependo e assimilando l’eredità della filosofia greca e del diritto romano, ha potuto diventare la culla dello Stato di diritto, della democrazia, dello sviluppo e del benessere che mette al centro la persona umana.
La piccola Comunità “Casa della Civiltà” augura a tutti, credenti e non credenti, un Buon Santo Natale.
Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà
Venerdì 23 dicembre 2022
C’è poco da aggiungere all’inconfutabile testo di Magdi Cristiano. Ma una cosa vorrei dirla. Le perenni crisi della Chiesa Cattolica sono state superate da religiosi che avevano una forte spiritualità, hanno saputo imporsi e hanno ridato credibilità ad una istituzione ecclesiastica che competeva in fatto di crimini e poteri militari con gli Stati italici ed europei. San Francesco è il più famoso di tutti, ma non il più colto e perspicace. Il Papa Ratzinger, dimessosi o costretto alle dimissioni, forse perché troppo libero nel proprio pensiero, è una di queste personalità, le cui ineccepibili analisi, non riescono tuttora ad avere un concorso di massa. Più facile e retorico (per giunta ben allineato alla prassi della tecnocrazia occidentale) il pensiero cristiano dell’attuale Papà.
Buone festività a tutti!
Magdi non poteva descrivere meglio il disagio della fede nel nostro tempo. Concordo pienamente e comunque auguro anch’io Buon Natale a tutti,credenti e non ed il dono della fede che ci fortifichi tutti e ci faccia seguire sempre la Via,la Verita’ la Vita !!!!Auguri!!!!!!