MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Buon Santo Natale. La testimonianza di Gesù, che non fu creduto, e la profezia di Benedetto XVI, sulla rinascita della Chiesa più piccola e spirituale, confermano la bontà della scelta della Casa della Civiltà”

Cari amici buongiorno e buona vigilia del Santo Natale. La persona che più di altri ha cambiato il corso della Storia rigenerando la vita dell’umanità, nacque povero in una grotta adibita a mangiatoia per gli animali; le sue parole non furono credute e morì disprezzato inchiodato sulla croce; affidò a 12 apostoli la diffusione del suo messaggio e anche loro furono martirizzati.

Questa notte la Chiesa cattolica festeggia la ricorrenza della nascita di Gesù, indicata convenzionalmente il 25 dicembre. Nei Vangeli non c’è nessun riferimento alla data della nascita di Gesù.
L’unica data certa riguarda l’evento fondamentale per il cristianesimo, la Resurrezione di Gesù Cristo, la Pasqua, la cui data è fissata storicamente ed è astronomicamente certa: il 14 del mese ebraico di Nisan, poco prima dell’inizio della festa ebraica, ovvero all’alba della domenica 9 aprile dell’anno 30 d. C , così come è certa la data della sua morte, circa le ore 15 pomeridiane del venerdì 7 aprile del 30 d.C.
Si è cristiani solo se si crede in Gesù vero Dio e vero uomo, nato, morto ma soprattutto risorto. La Pasqua è la Festa cristiana in assoluto più importante.

La predicazione di Gesù fu osteggiata nella comunità ebraica di cui faceva parte e in cui nacque in terra di Israele sotto dominio romano.
Fu Gesù a pronunciare «nemo propheta in patria», nessuno è profeta nella sua patria, riferita dai Vangeli (Luca 4, 24; Matteo 13, 57; Marco 6, 4; Giovanni 4, 44). Gesù volle così denunciare la fredda accoglienza ricevuta a Nazareth.
Il detto è diventato un proverbio che storicamente significa che i propri conterranei o contemporanei non riconoscono i meriti delle persone di valore.
Marco e Matteo riportano la stessa affermazione in un passo dei Vangeli in cui si indicano i nomi dei fratelli e si evoca la presenza delle sorelle di Gesù: «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua» (Marco 6,3-4; Matteo 13,55-56).

Gesù affidò la diffusione del suo messaggio a 12 apostoli, il numero delle tribù di Israele, 12 sono le stelle che compongono la corona della donna vestita di sole, che incarna la Chiesa, sempre nell’Apocalisse. La tradizione parla di 70 discepoli, tra i quali poi Gesù scelse i 12 apostoli tra quelli che gli erano particolarmente vicini, con i quali condivise l’Ultima Cena, tutte persone semplici, ad eccezione di Matteo che faceva l’esattore delle tasse e Giuda Iscariota, che era il depositario delle elemosine e che poi lo tradì. Dopo il suicidio tramite impiccagione di Giuda Iscariota, agli apostoli si aggiunse Mattia, per mantenere invariato il numero 12.
Dopo la morte e la Resurrezione di Gesù i 12 apostoli si sono separati e hanno iniziato a predicare il suo messaggio nel Mondo. Furono tutti rifiutati e uccisi tra atroci sofferenze, ad eccezione di Giovanni che miracolosamente sopravvisse all’immersione in un calderone pieno di olio bollente e poi morì di morte naturale.

Cari amici, l’insegnamento di Gesù è più che mai attuale nella nostra Europa sempre più scristianizzata e ateizzata, nel contesto della nostra civiltà decaduta, dove la maggioranza ha perso la certezza e l’orgoglio di chi siamo sul piano delle nostre radici, fede, identità, valori, regole e leggi.

Nel 1969 Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI, registrò cinque discorsi radiofonici ripubblicati dalla Ignatius Press nel volume “Faith and the Future”. Nell’ultima lezione, letta proprio nel giorno di Natale ai microfoni della “Hessian Rundfunk”, parlò del futuro della Chiesa in toni e con dei contenuti profetici.

Ratzinger si disse convinto che la Chiesa stesse vivendo un’epoca analoga a quella successiva all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese. «Siamo a un enorme punto di svolta nell’evoluzione del genere umano. Un momento rispetto al quale il passaggio dal Medioevo ai tempi moderni sembra quasi insignificante».
Ratzinger paragonava l’era attuale con quella di Papa Pio VI, rapito dalle truppe della Repubblica francese e morto in prigionia nel 1799. La Chiesa si era trovata allora alle prese con una forza che intendeva estinguerla per sempre, aveva visto i propri beni confiscati e gli ordini religiosi dissolti.
Una condizione non molto diversa, spiegava, potrebbe attendere la Chiesa odierna, minata secondo Ratzinger dalla tentazione di ridurre i preti ad «assistenti sociali» e la propria opera a mera presenza politica.
«Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti».
«Sarà un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata».
«Gli uomini scopriranno di abitare un mondo di indescrivibile solitudine e avendo perso di vista Dio, avvertiranno l’orrore della loro povertà. Allora, e solo allora, vedranno quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto».

La testimonianza di Gesù e la profezia del Papa Benedetto XVI confortano e incoraggiano la missione che si è prefissa la piccola Comunità “Casa della Civiltà”, che si ispira laicamente all’esperienza dei monasteri benedettini che realizzarono il miracolo dell’affermazione della civiltà cristiana dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente nel 476.

Cari amici, vi auguro di cuore un Buon Santo Natale e un Felice Anno Nuovo che donino a voi e alla vostra famiglia i beni inestimabili della vita, dignità e libertà.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà

Sabato 24 dicembre 2022

3 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Buon Santo Natale. La testimonianza di Gesù, che non fu creduto, e la profezia di Benedetto XVI, sulla rinascita della Chiesa più piccola e spirituale, confermano la bontà della scelta della Casa della Civiltà”

  1. Purtroppo è un dato di fatto che il numero dei fedeli sta diminuendo e ciò è tanto più evidente osservando le Chiese in occasione della Festività del Natale. A partire dall’antichita il filoso Socrate, poi Gesù e gli apostoli, tutti coloro che hanno ricercato la verità, o se ne sono fatti portavoce, hanno fatto una tragica fine. Chi abbraccia la missione di diffondere ciò che si è appreso a chi è ancora prigioniero della menzogna, è malvisto e rischia di essere eliminato, perché dà fastidio la fatica che il percorso proposto implica e perché a nessuno o quasi piace sapere che non sa. Platone, nel dirci che il filosofo può essere respinto, aveva in mente Socrate e la sua tristissima fine. Noi possiamo vedere nel profeta respinto Gesù Cristo. Il percorso della conoscenza, la ricerca della Verità, approda al Bene, che e’ assimilabile all’Amore. Che ci fosse un legame stretto fra Verità e Carità ce lo ha ricordato Papa Benedetto, nell’enciclica Veritas in Caritate: mentre la Verita’, la Sapienza illuminata dalla Grazia, sono compagne della Carita’, dalla bontà e dall’umiltà, l’ostilita’ generalizzata verso il sapere e verso i maestri del sapere è compagna della cattiveria, di quella che puo’ uccidere (Socrate, Gesu’ Cristo). Ma Gesù risorge, vittorioso sulla morte e sul male ricevuto.
    Buon Santo Natale.

  2. Voglio porgere gli auguri facendo mie le parole che il Santo Padre Benedetto XVI pronuciò nell’omelia della Notte di Natale il 24 dicembre 2006

    “Di tutto ciò parla il segno che fu dato ai pastori e che vien dato a noi: il bambino che ci è stato donato; il bambino in cui Dio si è fatto piccolo per noi. Preghiamo il Signore di donarci la grazia di guardare in questa notte il presepe con la semplicità dei pastori, per ricevere così la gioia con la quale essi tornarono a casa. Preghiamolo di darci l’umiltà e la fede con cui san Giuseppe guardò il bambino che Maria aveva concepito dallo Spirito Santo. Preghiamo che ci doni di guardarlo con quell’amore con cui Maria l’ha osservato. E preghiamo che così la luce che i pastori videro, illumini anche noi e che si compia in tutto il mondo ciò che gli angeli cantarono in quella notte: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Amen!”

    Buon Santo Natale!

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