Cari amici buongiorno, Buona Festa dell’Epifania per i cristiani cattolici e Buona Vigilia di Natale per i cristiani ortodossi.
I funerali di Benedetto XVI, ieri in Piazza San Pietro a Roma, stanno facendo venire allo scoperto un fatto di per sé traumatico, la convinzione di una parte dei fedeli cattolici che la Chiesa sia senza un Papa, non riconoscendo la legittimità del pontificato di Francesco.
Difficile dire se questi fedeli cattolici siano una minoranza trascurabile o una presenza significativa. Di certo è che fintantoché è stato in vita, Benedetto XVI ha contenuto lo scontro latente tra i cattolici “tradizionalisti” e Francesco, espressione dei “modernisti”.
I “tradizionalisti” rilevano che fino all’ultimo minuto, come è attestato nel Testamento spirituale pubblicato subito dopo la sua morte, Benedetto XVI si è firmato “PP”, Pontifex Pontificum, Pontefice dei Pontefici, titolo attribuito al Papa.
Alcuni latinisti hanno rilevato che il testo in latino della “Declaratio”, con cui Benedetto XVI annunciò le sue dimissioni l’11 febbraio 2013, contiene gravi errori di latino che il Papa, che era un rinomato latinista non avrebbe commesso, e che sarebbero degli errori intenzionali per segnalare l’invalidità giuridica della sua testimonianza.
I vaticanisti “tradizionalisti” sostengono che Benedetto XVI avrebbe comunque rinunciato solo a due funzioni dell’esercizio pratico del potere (“ministerium”), ma avrebbe conservato il “munus” spirituale, l’incarico divino, che è l’attribuzione che qualifica l’essere Papa, nel senso che il Papa è solo chi detiene il “munus”.
Nella “Declaratio”, Benedetto XVI giustificò la decisione di dimettersi con ragioni di salute e il sopraggiungere di eventi straordinari: «Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitarsi in modo adeguato il ministero petrino». «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro».
Chiariamo che dall’11 febbraio 2013 al 31 dicembre 2022, data della sua morte, sono passati nove anni, nel corso dei quali Benedetto XVI ha continuato a scrivere libri e saggi, a incontrare religiosi e personalità laiche, mantenendo fino all’ultimo una totale lucidità mentale. Ecco perché la tesi delle sue dimissioni per ragioni di salute non regge.
Di sicuro il colpo di grazia al pontificato di Benedetto XVI fu la decisione dell’amministrazione statunitense, all’epoca il Presidente era Barack Hussein Obama, che ha un ramo della famiglia di fede islamica e si è prodigato per promuovere il relativismo e il globalismo, di includere il Vaticano tra gli Stati da monitorare perché sospettato di riciclare denaro “sporco”, frutto di attività illecite. Fu così che l’amministrazione Obama ordinò il blocco del sistema Swift, che regola le transazioni delle banche nel mondo, impedendo di fatto al Vaticano di svolgere attività finanziarie con il resto del Mondo. E, incredibilmente, subito dopo le dimissioni di Benedetto XVI, il sistema Swift fu ripristinato.
Il breve pontificato di Benedetto XVI, iniziato il 19 aprile 2005, fu scosso da altri due eventi traumatici, la violenta reazione del Mondo islamico alla sua Lectio Magistralis a Ratisbona del 12 settembre 2006 e gli scandali di pedofilia che coinvolsero alti prelati della Chiesa in varie parti del Mondo.
Ieri sera Rai 3 ha trasmesso un’intervista di Monsignor Georg Gänswein, l’uomo più vicino a Benedetto XVI, realizzata da Ezio Mauro e pubblicata su “la Repubblica” il 2 gennaio, dal significativo titolo “In Vaticano il diavolo ha agito contro Benedetto XVI”.
Cari amici, noi ci auguriamo che la Chiesa cattolica recuperi la sua credibilità e torni ad essere un faro di certezza nella testimonianza della fede in Gesù Cristo, nella predicazione del messaggio evangelico, nella difesa della morale naturale, nella salvaguardia dei valori inviolabili della sacralità della vita, del primato della famiglia naturale, del dovere della comunità di perseguire il bene comune.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà
Venerdì 6 gennaio 2023
Come ho commentato a margine dell’articolo “Declaratio” nella rubrica Temi per il dialogo, siamo testimoni di un avvenimento epocale per la Chiesa e la Cristianità tutta. Se prima c’era un Papa in “sede impedita” ora siamo nella situazione di “sede vacante”. Questo risponde a verità se risulta vero quanto è affermato dai personaggi che ho menzionato nell’altro mio anzidetto commento.
Le dimissioni di Papa Benedetto XVI rimarranno un mistero. L’ho visto il giorno prima delle dimissioni, il 10 febbraio, in occasione dei 900 anni dalla fondazione dell’ordine dei cavalieri di Malta, di cui fa parte Adolfo. C’erano delegazioni da tutto il mondo, ambasciatori e personalità di alto livello. La messa, celebrata in San Pietro, dal pontefice, era riservata a noi, che nella grandiosità di San Pietro rappresentavamo uno sparuto gruppo di persone. Quando Benedetto XVI è entrato, in piedi su un piccolo mezzo a ruote, siamo rimasti tutti esterrefatti per l’espressione e l’immagine che ci appariva. Rigido, il viso coperto da un cerone marrone, i capelli candidi sembravano cotonati e laccati. Arrivato all’altare padre George lo ha aiutato e sostenuto letteralmente. Al termine doveva presiedere ad un grande pranzo in sala Nervi, ma non si è presentato, con grande delusione di tutti, soprattutto per chi era arrivato dall’estero. Ne abbiamo parlato, e l’impressione generale era che fosse gravemente malato. Il giorno dopo, l’11 ..le dimissioni. Ma il tempo ci ha dato torto, non era malato, ma sicuramente con il cuore in tempesta. Unica consolazione è di aver ricevuto la sua ultima benedizione da Papa. L’ho sempre pensato come Papa, e ho molte perplessità sul futuro del cattolicesimo. Forse la sua presenza in Vaticano, i suoi scritti, la sua immagine sono stati il baluardo verso la scristianizzazione progressiva, ed ora che non c’è più spero nel suo miracolo di una rinascita spirituale. Che Dio lo accolga e ci aiuti.
Grazie carissima Angela per questa importante testimonianza di un fatto significativo della vita di Benedetto XVI a cui tu eri presente. Aggiunge un tassello per svelare la verità di una vicenda torbida, che ha i connotati di un complotto contro il pontificato di Benedetto XVI.