Salari in italia: i peggiori in europa
Una recente statistica ha confrontato l’andamento dei salari in numerosi paesi europei ed il quadro che ne è uscito fuori è desolante, specialmente per l’Italia.
Infatti, proprio nel nostro Paese si è registrata la peggior performance europea, con una riduzione dei salari medi, dal 1990 al 2020, di quasi il 3%.
Nello stesso periodo di tempo, gli stipendi sono cresciuti in Germania del 33%, in Francia del 31% e persino in Grecia del 30%.
Ma allora cosa è successo in Italia; come mai anche altri Paesi che fanno parte dell’Eurozona, hanno mostrato incrementi salariali mentre in Italia, addirittura siamo tornati indietro?
I fattori che hanno portato a questo pessimo risultato sono sostanzialmente:
1 – l’adesione alla moneta comune ed al corredo di regole demenziali che l’hanno accompagnata;
2- ma soprattutto la riduzione del credito erogato delle banche italiane che dal 2012 hanno ridotto del 30% i prestiti all’economia reale.
Come sappiamo, l’economia per potersi sviluppare e crescere necessita di una adeguata quantità di moneta presente nell’economia reale, distribuita tra famiglie ed imprese.
La moneta viene oggi creata quasi totalmente dal sistema bancario che la presta agli stati sovrani ( finanziando i deficit) ed ai privati.
Quello che è avvenuto negli ultimi 30 anni in Italia è che da un lato lo Stato ha progressivamente sottratto moneta dal sistema economico reale, realizzando avanzi primari costanti nel tempo per complessivi 820 miliardi di euro.
Oltre a questa follia , la vera causa del crollo dei salari sta nel fatto che il sistema bancario italiano ha ridotto di circa 250 miliardi la quantità di prestiti all’economia reale, determinando una sostanziale agonia del sistema Paese.
Infatti se si riduce il credito, scendono i depositi, si riducono i consumi, i redditi e quindi i profitti aziendali, il che porta ad una riduzione delle ore lavorate e dei salari, che renderanno ancora più complicato l’accesso al credito bancario, innescando un loop devastante.
IN CONCLUSIONE, avere realizzato avanzi primari di bilancio (riducendo la spesa pubblica ed aumentando le imposte) e la riduzione del credito bancario, hanno portato ad una riduzione del livello dei salari in Italia.
Perché quindi in Germania e Francia questo non è successo? Anche loro hanno l’euro. Come mai i loro salari sono saliti anziché ridursi? Perché il sistema bancario francese e tedesco hanno continuato a spingere sulla leva del prestito aumentando costantemente la quantità di moneta in circolazione nell’economia reale, come si osserva dal grafico che segue, al contrario dell’Italia che ha visto ridursi il credito a privati di oltre 250 miliardi di euro.
SE NON SI COMPRENDE COSA SIA LA MONETA, CHI LA CREA, COME LA CREA E DOVE VIENE DESTINATA, SI FA LA FINE DLL’ITALIA.
Grazie Stefano.
La fine dell’Italia credo sia esattamente ciò a cui puntano.