MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Gli assalti ai Palazzi del Potere a Brasilia e a Washington, qualificati come “colpi di stato”, non convincono. I manifestanti sono stati lasciati entrare ed erano disarmati”

Cari amici buongiorno. C’è una straordinaria similitudine tra l’assalto di domenica scorsa, 8 gennaio, a Brasilia nel piazzale dove si trovano le sedi della Presidenza della Repubblica, del Parlamento e della Corte Suprema del Brasile, e l’assalto del 6 gennaio 2021 al Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti, a Washington.

Il Presidente del Brasile Lula ha condannato gli assalitori definendoli «vandali, neofascisti, golpisti, terroristi».
Il Presidente statunitense Biden aveva detto: «Il 6 gennaio fu un’insurrezione armata e Donald Trump cercò di rovesciare elezioni libere, di sovvertire la Costituzione e di fermare una trasferimento pacifico dei poteri attraverso un gruppo di balordi, tutto il mondo ha visto con i suoi occhi».

Ciò che non torna nella narrazione ufficiale, e anche in questo c’è una straordinaria similitudine tra gli assalti alle sedi delle istituzioni a Brasilia e a Washington, è contenuta nell’ammissione di Biden che a compiere «un’insurrezione armata» è stato «un gruppo di balordi».

Nell’assalto a Capitol Hill non furono trovate armi da fuoco addosso ai manifestanti, conteggiati in «centinaia». L’unico a aver sparato all’interno della Sede del Congresso è stato un poliziotto in borghese che ha ucciso Ashley Babbitt, che era disarmata, mentre stava cercando di scavalcare una finestra rotta in precedenza.

Al momento, le notizie fatte filtrare dalle autorità brasiliane, non indicano che i manifestanti, conteggiati tra i 10 e i 15 mila, avessero con sé delle armi da fuoco. Non risulta che ci siano morti per arma da fuoco, ma solo feriti per colluttazione.

Sia all’interno del Palazzo Presidenziale a Brasilia sia all’interno del Campidoglio a Washington, i manifestanti hanno compiuto atti di sabotaggio, vetri rotti, suppellettili distrutte, pareti imbrattate. Ma non sono stati fatti danni strutturali che compromettano l’utilizzo delle sedi istituzionali.

Sia a Brasilia sia a Washington i manifestanti hanno contestato la vittoria elettorale del nuovo presidente, Lula e Biden, e risultano essere seguaci dei presidenti perdenti, Bolsonaro e Trump.

In entrambi i casi le manifestazioni erano state precedentemente annunciate ed erano state autorizzate dalle autorità. A Brasilia i manifestanti indossavano la maglietta gialla della nazionale di calcio e hanno esposto la bandiera nazionale. A Washington i manifestanti passeranno alla Storia per essere stati capeggiati da un giovane travestito da sciamano.

A Washington i video attestano l’ingresso pacifico dei manifestanti nella sede del Campidoglio, con i poliziotti che si fanno da parte per farli entrare, alcuni hanno fatto anche dei selfie con i manifestanti. C’è un video in cui si vedono gli agenti che spostano le transenne e lasciano passare i manifestanti.
L’irruzione nella sede del Congresso a Washington durò dalle ore 13 alle ore 14,30. Alle ore 21 la sede del Congresso era nuovamente operativa e il Senato riprese l’attività interrotta nella tarda mattinata.

A Brasilia le forze di sicurezza avevano informato il Governatore del Distretto federale di Brasilia Ibaneis Rocha che l’ingresso «pacifico» e «organizzato» nella spianata dei ministeri era stato «negoziato» con i manifestanti, poche ore prima dell’assalto.
Il numero due del segretario alla Sicurezza, Fernando de Sousa Oliveira, aveva detto al Governatore: «Abbiamo negoziato in modo che scendano in modo pacifico, organizzato, accompagnato. È un ambiente molto calmo, molto piacevole. Una manifestazione molto soft, totalmente pacifica».
Tra i manifestanti c’era il nipote di Bolsonaro, Leonardo Rodrigues de Jesus, noto come “Leo Indio”, che ha affermato che i responsabili della distruzione degli edifici governativi «erano vandali mascherati e codardi travestiti da patrioti».
Il Presidente Lula, dopo la rimozione del Governatore Rocha, ha detto: «C’è stata incompetenza, mancanza di volontà o mala fede da parte di chi doveva occuparsi della sicurezza nel Distretto federale».

Cari amici, da che mondo è mondo i colpi di stato si fanno con le armi, coinvolgendo settori dell’esercito o milizie armate, scatenando delle guerre intestine, perpetrando delle stragi, provocando la distruzione di edifici. Ma soprattutto i colpi di stato si fanno per rovesciare il governo e assumere il potere dello Stato.
Ebbene, non c’è nulla di ciò nel «golpe» denunciato da Lula o nella «insurrezione armata» paventata da Biden.
Ed allora può sorgere il sospetto che si sia trattata di un’operazione deliberata e pianificata, infiltrando dei sabotatori di professione tra i manifestanti. Ovviamente l’obiettivo vero è la manipolazione del finto golpe e della finta insurrezione armata per criminalizzare l’avversario politico, diffondere un clima di terrore tra la popolazione, imporre successivamente un regime autoritario legittimato a stroncare sul nascere qualsiasi dissenso.

Noi siamo assolutamente contrari al cambiamento dei governi con la forza. Ma prendiamo atto che la democrazia è ormai solo un paravento dietro cui si cela la dittatura della grande finanza speculativa globalizzata, a cui fanno riferimento sia Biden sia Lula.

Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Presidente e Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 10 gennaio 2023

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