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I crimini commessi e il totale delle vittime delle stragi perpetrate dalla dittatura dell’Unione Sovietica superano quelli del nazismo e del fascismo. Così come è stato giusto condannare i crimini e le stragi perpetrate dal nazismo e dal fascismo, a maggior ragione abbiamo il dovere di condannare i crimini e le stragi dell’Unione Sovietica.
Ebbene, non solo ciò non accade, ma si continua a propagandare i falsi miti e stereotipi della dittatura sovietica. Proprio a Bologna una delle principali arterie della città, continua a chiamarsi “Via Stalingrado”, nonostante che nella stessa Unione Sovietica sin dal 1961, ovvero più di sessant’anni fa, il nome della città fu sostituito da Volgograd, per prendere le distanze dai crimini perpetrati da Stalin.
Se al posto dell’inno dell’Unione Sovietica al Congresso della Cgil a Bologna, in occasione dell’elezione del Segretario cittadino Michele Bulgarelli, fosse stato intonato un inno fascista o nazista nella sede di una formazione politica o di un sindacato di destra, sarebbe esploso il finimondo. Tutti sarebbero intervenuti per denunciare l’orrore dell’apologia di nazismo e di fascismo, dal Capo dello Stato al Presidente del Consiglio, dal Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati all’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, in aggiunta a tutti i partiti e a tutti i mezzi di comunicazione di massa. Ora, invece, si registra un silenzio assordante, ad eccezione della condanna dei rappresentanti di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna. Ma non si tratta di un fatto locale, bensì nazionale, che concerne la Storia e la cultura politica dell’Italia.
È arrivato il momento di dire la verità, anche in Italia, come ha già fatto la Russia, sul Male supremo che è stata la dittatura dell’Unione Sovietica, non meno delle dittature del nazismo e del fascismo. Cominciando a rimuovere quella vergognosa e scandalosa intitolazione di una delle maggiori vie di Bologna al tiranno Stalin.
Magdi Cristiano Allam