Buongiorno e buon inizio di settimana cari amici. Ieri all’Angelus, la preghiera del Papa al termine della Messa domenicale, Papa Francesco ha fatto una dichiarazione che suona come l’annuncio delle sue prossime dimissioni: «Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, ho fatto questo incontro, mi faccio da parte e lascio posto al Signore.»
Papa Francesco, parla di Giovanni il Battista, il “Precursore” che battezza Gesù, dice: «Compiuta la sua missione, sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù. Da profeta diventa discepolo. Non è interessato ad avere un seguito per sé, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Possiamo dire: apre la porta e se ne va. Con questo suo spirito di servizio, con la sua capacità di fare posto a Gesù, Giovanni il Battista ci insegna una cosa importante: la libertà dagli attaccamenti. Sì, perché è facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio. Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. Farsi da parte, imparare a congedarsi: ho fatto questa missione, ho fatto questo incontro, mi faccio da parte e lascio posto al Signore. Imparare a farsi da parte, non prendere qualcosa come un contraccambio per noi.»
Infine Papa Francesco sembra riconoscere la legittimità di chi lo critica e la necessità di consentire loro di operare perché la loro critica è in buona fede, è ispirata dalla volontà di servire il Signore: «Fratelli, sorelle, proviamo a chiederci: siamo capaci di fare posto agli altri? Di ascoltarli, di lasciarli liberi, di non legarli a noi pretendendo riconoscimenti? Anche di lasciarli parlare, a volte. Non dire: “Ma tu non sai niente!”. Lasciar parlare, fare posto agli altri. Attiriamo gli altri a Gesù o a noi stessi? E ancora, sull’esempio di Giovanni: sappiamo gioire del fatto che le persone prendano la loro strada e seguano la loro chiamata, anche se questo comporta un po’ di distacco nei nostri confronti? Ci rallegriamo per i loro traguardi, con sincerità e senza invidia? Questo è lasciare crescere gli altri.»
Il 18 dicembre 2022 Papa Francesco aveva rivelato al quotidiano spagnolo Abc di avere «già firmato le mie dimissioni in caso di impedimento medico». Il Papa riferì di averle consegnate all’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, dicendogli: «In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già».
Il 7 gennaio l’arcivescovo Timothy Paul Andrew Broglio, Presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha suggerito a Papa Francesco di dimettersi: «Forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa Emerito».
La recentissima pubblicazione del libro del vescovo Georg Ganswein, Segretario particolare di Benedetto XVI e Prefetto della Casa pontificia, “Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI”, intervistato dal vaticanista Saverio Gaeta, ha fatto esplodere lo scontro tra i “conservatori” e i “progressisti” in seno alla Chiesa cattolica, rimasto latente fintantoché Benedetto XVI è rimasto in vita.
Il vero problema è che di fatto i “conservatori” non riconoscono Francesco come il vero Papa, considerano la Chiesa come «sede vacante», priva della sua Guida.
Ecco perché, solo con le sue dimissioni Papa Francesco potrà scongiurare lo scisma, con la spaccatura della Chiesa tra chi riconosce e chi disconosce la sua legittimità come successore di Pietro e Vicario di Cristo in Terra.
In realtà, lo scontro tra i “conservatori” e i “progressisti” cela due visioni della vita e due prospettive del Mondo contrapposte: da un lato, chi difende la tradizione dottrinale e i “valori non negoziabili”, dall’altro chi promuove l’adeguamento a una società sempre più scristianizzata e partecipa al perseguimento del Nuovo Ordine Mondiale.
Cari amici, la Casa della Civiltà è favorevole a una Chiesa che faccia la Chiesa, che predichi la parola di Gesù, che diffonda la fede cristiana, che si prodighi per la riscoperta della dimensione spirituale e l’adesione ai valori assoluti, universali ed eterni della vita, della famiglia naturale, delle opere buone, della dignità e libertà della persona.
Siamo invece totalmente contrari a una Chiesa che rincorre le mode terrene e mette sullo stesso piano tutte le religioni compreso l’islam, che legittima l’omosessualismo e promuove l’immigrazionismo, che è schierata con la grande finanza speculativa globalizzata e concorre all’obiettivo disumano e criminale del Nuovo Ordine Mondiale.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Lunedì 16 gennaio 2023
Così come in politica abbiamo avuto dei Presidenti del Consiglio che hanno svenduto e sacrificato la sovranità nazionale dell’Italia al potere dell’alta finanza filo-atlantista, così ritengo che Bergoglio sia stato posto sul soglio pontificio per liquidare la Chiesa Cattolica.
Purtroppo credo che lo scisma sia oramai inevitabile, in quanto i conservatori non riconoscerebbero comunque un successore del cardinale Bergoglio, soprattutto perché eletto da quegli stessi cardinali che, in quanto nominati da Bergoglio, non sono considerati tali dalle correnti tradizionaliste.
Credo che il papato di Bregoglio, prima di concludersi, ci riserverà ancora qualche colpo di scena e qualche attacco importante alla dottrina ed alla fede cristiane.
Sarò troppo pessimista io, ma nelle battute di questo discorso di Bergoglio non ce la vedo questa evocazione di possibili prossime dimissioni. Mi sembra, come al solito, un insieme di battute che si riferiscono a un messaggio generico e di carattere generale.