Cari amici, l’incontro tra Diogene di Sinope, filosofo dell’antica Grecia (412 a.C. – 323 a.C.), e Alessandro Magno, tra i più grandi conquistatori e strateghi militari della Storia (356 a.C. – 323 a.C.), ha dato vita a degli aneddoti più dibattuti della storia della filosofia e più rappresentati nella storia dell’arte.
Diogene di Sinope è considerato uno dei fondatori della “scuola cinica”, basata su una scelta di vita ascetica, indifferente alle ricchezze e attenta solo alla moralità.
Plutarco dà questa versione dell’incontro tra Diogene di Sinope e Alessandro Magno:
«Poiché molti statisti e filosofi erano andati da Alessandro congratulandosi con lui, questi pensò che anche Diogene di Sinope, che era a Corinto, avrebbe fatto altrettanto. Ma dal momento che il filosofo non gli diede la minima attenzione, continuando a godersi il suo tempo libero nel sobborgo di Craneion, Alessandro si recò di persona a rendergli visita; e lo trovò disteso al sole. Diogene sollevò un po’ lo sguardo, quando vide tanta gente venire verso di lui, e fissò negli occhi Alessandro. E quando il monarca si rivolse a lui salutandolo, e gli chiese se volesse qualcosa, egli rispose: “Sì, stai un po’ fuori dal mio sole”. Si dice che Alessandro fu così colpito da questa frase e ammirò molto la superbia e la grandezza di un uomo che non aveva nulla ma solo disprezzo nei suoi confronti, e disse ai suoi seguaci, che ridevano e scherzavano sul filosofo mentre si allontanavano: “Davvero, se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene”.»
C’è un’altra versione più articolata che descrive il colloquio tra Alessandro Magno e Diogene di Sinope:
«Dimmi cosa io possa fare per te?»
«Spostarti dalla mia zona di luce, perché mi stai facendo ombra».
«Ma io potrei darti tutte le ricchezze che vuoi!»
«E che dovrei fare con tutte queste ricchezze?»
«Potresti avere una reggia e tutta la servitù che desideri!»
«E che ci dovrei fare con una reggia e tutta la servitù?»
«Potresti trascorre le tue giornate immerso nei piaceri senza doverti preoccupare di nulla!»
«È esattamente quello che sto facendo ora!»
Cari amici, la lezione che traiamo da questo aneddoto, di cui non abbiamo la certezza storica, è che nella vita di ciascuno di noi ciò che conta è la dimensione dell’essere e non dell’avere; è l’essere pienamente se stessi e non il possedere i beni materiali; è essenzialmente la qualità della vita e non la quantità delle ricchezze accumulate e del potere che queste ricchezze consentono.
Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, a salvare gli italiani, a riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Casa della Civiltà
Giovedì 19 gennaio 2023