Quante volte ti ho visto
Cogliere quel fiore
Ancora mi pare di sentire
Il profumo di un tempo
Lontano
Spensierato In fondo alla serra del ricordo
Vivere lo slancio della passione
La danza gioiosa di lunghi
Baci infiniti
Giovane
Felice speranza
Era il colore azzurro del cielo
Dietro le nuvole chiare del tramonto
La luce di quello sguardo attento
Discreto Il volo planato dell’airone
Sullo specchio della risaia
Notti quasi rubate
Al quotidiano Impervio sentiero della vita
Ostinata felicità della carne
E dolce
Sereno
Ritorno a casa
Alla fine del sogno
In mente
Il velluto della tua pelle fine
Palpitare insistente
Fin dentro l’anima
Più ancora della spada
Ieri
Nei tuoi occhi stanchi
Ho letto la nostalgia del commiato
I prati ancora verdi della memoria
Il sospiro degli argini
Nell’ansa del fiume sonnolento
L’angoscia di non poter tornare
Indietro a scrivere
Quei frammenti d’amore
Il tenero rimpianto di un sorriso
Lucido come la rugiada del mattino
Improvviso come il temporale d’estate
Il sapore di quelle labbra di seta
Morbide
Come delicate carezze del vento
Agli alberi del bosco
Solo per un momento
Dietro il cancello di casa o sentito quella tua voce di cristallo
E ti ho vista fuggire
Veloce Lontano come allora
Guardinga
A cogliere quel fiore
Il gioco è un corpo a corpo con il destino. (Anatole France)
Foto di copertina: Nicola Matarrese “Gabriela Pletos”
Bellissima Giorgio! Trasmette emozioni dolci e forti contemporaneamente. Grazie di cuore!