LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Il giudizio”

È forse solo snervante attesa
Dell’ inesorabile distacco che avanza
Orgogliosa confusione di turbe
Corpi accatastati
Nell’antico dissidio universale
Grida indistinte
Soffocate da fragili coltri
Di tenui lamenti
Silenzi assetati di pentimento
Fremiti senza pensiero
Volti abbagliati di trascorse illuminazioni
Nella divina ansia di amare
E di vivere emozioni incomprese
Improvvisi abbandoni
Aureole di luce
Tracce di affetti smarrite nel labirinto dei secoli
Sorrisi inquieti
Sublimi eventi dell’anima
Vicini e lontani
Istanti di euforia dello spirito
Trasgressioni celate fra le pieghe dell’esistenza
Sguardi imploranti
Lenti passi
Intrecciati alla immutabile geometria delle cose
Echi di note negli abissi inviolati del tempo
Che cos’è questo stormo di corvi lucenti
Che viene a gremire il cielo
Che cosa sono queste pupille offuscate
Questo fumo grigio
Che esala
Dalle nostre misere dimore
Che cos’è questo chiasso
Inutile
Questo dolore ignoto
Questo sogno amaro
Crudele e prezioso
Vivere è solo appartenere a questo universo
Affollato di solitudine
Gli sguardi rivolti al cielo
I corpi nudi
Petali in balia della tempesta
Forse il ricordo di una lontana preghiera
Davanti all’oasi fiorita di umana speranza

 

Foto di coperina: Il Giudizio Universale

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