MAGDI CRISTIANO ALLAM: “L’arbitrio giuridico di Facebook che fa prevalere le proprie regole sulle nostre leggi all’interno del nostro spazio sovrano si spiega con la capitolazione dello Stato”

Cari amici buongiorno. Due giorni fa, martedì 16 febbraio, circa 15 minuti dopo l’inizio della mia Diretta “Mezz’ora culturale” delle ore 17, che trasmetto dalla piattaforma Zoom a pagamento e che può essere vista sia sul sito della Casa della Civiltà sia sul mio profilo Facebook, i gestori di Facebook mi hanno bloccato.
Stavo confrontandomi con i partecipanti sulla decisione del New York Times di fare causa alla Commissione Europea per non aver consentito alla stampa l’accesso alla corrispondenza tra il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il Presidente e Amministratore della Pfizer Albert Bourla, sulla commessa miliardaria dei cosiddetti vaccini anti Covid-19 nel novembre 2020.
Al riguardo ho espresso la mia valutazione critica sui virus Sars-Cov-2 che sono stati prodotti in laboratorio; sui sieri sperimentali a tecnologia genica che non immunizzano e che fraudolentemente vengono spacciati per vaccini; sulla gestione criminale della procurata pandemia imponendoci lo stato d’emergenza. Il tutto si configura come la prima guerra biologica globale nella Storia.
Ebbene su Facebook lo schermo è stato oscurato ed è comparsa la scritta: “Questo video in diretta è terminato”. Poco dopo è comparsa una seconda scritta: “Visita l’Organizzazione Mondiale della Sanità per risorse sui vaccini”.

Prendo atto dell’incredibile capacità tecnologica dell’intelligenza artificiale preposta alla censura dei contenuti veicolati sulla piattaforma Facebook, che accoglie circa un miliardo e mezzo di profili di residenti in quasi tutti gli Stati del mondo. Il livello di intervento censorio dell’algoritmo di Facebook è tale da individuare non solo delle parole-chiave in testi scritti che possono essere visionati dopo la loro pubblicazione, ma anche di intercettare “al volo” delle parole pronunciate “in diretta”, nell’attimo in cui vengono pronunciate. Io sono stato bloccato da Facebook nell’attimo in cui pronunciavo delle parole-chiave che concernono il virus Sars-Cov-2, i cosiddetti vaccini anti Covid-19, la procurata pandemia. Un attimo dopo Facebook ha interrotto la visione.
In passato sono stato ripetutamente bloccato da Facebook per dei contenuti scritti ed una sola volta per dei contenuti parlati nella mia Diretta. Dopo ogni blocco, sono stato puntualmente sanzionato con il blocco del mio profilo protratto da un minimo di una settimana fino a un mese. La sentenza emessa è la stessa: “Violazione delle regole della Community di Facebook”. Dopo quest’ultimo blocco non sono stato sanzionato con un blocco del profilo. Almeno finora. Ma non escludo che avvenga.

Ho già espresso in passato la mia denuncia contro l’arbitrio giuridico con cui Facebook si arroga il diritto di far prevalere delle regole interne a una società per azioni che opera nella comunicazione, socializzazione e commercio virtuale, sulle leggi dello Stato italiano all’interno dei confini nazionali dell’Italia, nel momento in cui Facebook si rivolge in modo deliberato ai cittadini italiani, in lingua italiana, per proporre dei contenuti specifici che interessano gli italiani, per chiedere denaro ai cittadini italiani per dei servizi offerti al fine di incrementare la loro visibilità, il loro potere d’influenza, i loro interessi professionali, i loro profitti commerciali nella sfera pubblica in Italia.

In questo senso Facebook, ma il discorso vale per tutte le piattaforme di comunicazione, socializzazione e commercio virtuali, svolge un servizio pubblico pur essendo una società per azioni privata. Ebbene in Italia, chiunque svolga un servizio pubblico, a prescindere dal fatto che sia un soggetto di proprietà statale o privato, deve sottostare alle stesse leggi. Ciò vale per le scuole, per gli ospedali e per le aziende, comprese le aziende che operano nella comunicazione, socializzazione e commercio.

Ecco perché, all’interno dello spazio pubblico italiano, compreso lo spazio etereo che veicola le comunicazioni virtuali e ricade sempre nell’ambito della sovranità e della sicurezza nazionale, le leggi dello Stato devono prevalere in generale su qualsiasi soggetto italiano o straniero, specificatamente sulle regole interne a qualsiasi soggetto statale o privato che opera come servizio pubblico.

Ebbene, se ciò non accade, non è perché non lo si sappia, ma è perché si è scelto di consentire il comportamento giuridicamente arbitrario di Facebook e degli altri cosiddetti “social network”. L’istituzione preposta dalla Costituzione all’accertamento del rispetto delle leggi e dell’eventuale punizione di chi viola le leggi, è la Magistratura che detiene il potere giudiziario. È la Magistratura che dovrebbe sanzionare Facebook e gli altri “social” per il comportamento giuridicamente arbitrario con cui, all’interno dello spazio pubblico dell’Italia, fanno prevalere delle regole interne ad una società privata che svolge un servizio pubblico, sulle leggi dello Stato e specificatamente sull’articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà d’espressione.

In Italia si è liberi di criticare i virus, i vaccini, la gestione della pandemia. Mi correggo. In Italia si dovrebbe essere liberi di criticare i virus, i vaccini e la gestione della pandemia. Perché in realtà non siamo liberi di farlo. Non siamo liberi di farlo perché la Magistratura non è più libera nel suo giudizio, è parte integrante, anzi è la punta di lancia della dittatura che ha represso lo stato di diritto in Italia, che concorre nella fagocitazione dell’Italia da parte della dittatura del Nuovo Ordine Mondiale assoggettato allo strapotere della grande finanza speculativa globalizzata, di cui Facebook è parte integrante.

Ed è così che prendiamo atto che l’arbitrio giuridico con cui operano Facebook e gli altri cosiddetti “social” all’interno dello spazio pubblico dell’Italia, è permesso per la capitolazione alla dittatura del Nuovo Ordine Mondiale del nostro Stato collassato, della nostra democrazia marcia, della nostra Giustizia morta, della nostra civiltà decaduta.

Ma noi continueremo, costi quel che costi, a dire la verità in libertà, non ci sottometteremo mai, fino a conseguire il legittimo traguardo di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.

Cari amici andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta sulla retta via, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Giovedì 16 febbraio 2023

1 commento su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “L’arbitrio giuridico di Facebook che fa prevalere le proprie regole sulle nostre leggi all’interno del nostro spazio sovrano si spiega con la capitolazione dello Stato”

  1. Ho visto in differita la mezz’ora culturale e ho assistito all’atto arbitrario e violento di fb.
    Questa società privata si comporta come uno Stato nello Stato perché sa che ha le mani libere, potendo contare su una magistratura marcia come tutte le istituzioni che dovrebbero tutelare il vero Stato ed i suoi cittadini.
    Tuttavia in realtà più che questo atteggiamento delle cosiddette “istituzioni democratiche” mi preoccupa fortemente il sostegno che questo atteggiamento censorio trova negli utenti di fb. Più volte mi è capitato di scontrarmi con altri utenti che approvavano apertamente questi atti del tutto arbitrari, mentre io sostengo che fb deve rispettare le leggi italiane.
    Finché ci saranno persone così non potremo nutrire speranza di cambiamento.
    Il lavoro da fare è tantissimo e difficile ma non ci possiamo permettere di fermarci. Ci siamo assunti il compito di rappresentare correttamente la realtà e questo faremo.

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