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15/02/2023 – VIDEOCONFERENZA

CLICCA E COMMENTA: Registrazione “Antonia Arslan-Il genocidio degli armeni. iI dovere di testimoniare”

Cari amici buongiorno. Vi propongo la registrazione della videoconferenza di Antonia Arslan su “Il genocidio degli armeni. Il dovere di testimoniare”. Erano presenti 42 tra gli iscritti alla Casa della Civiltà e gli amici ospiti.

Antonia Arslan ha tenuto una lectio magistralis sulla realtà dello sterminio degli armeni, che tra il 1915 e il 1919 si risolse nello sterminio deliberato e pianificato di un milione e mezzo di armeni residenti nell’allora Califfato islamico Turco-Ottomano, prevalentemente nella regione dell’Anatolia. Ha evidenziato come non si sia trattata di una semplice strage, ma di una strategia deliberata e pianificata per eliminare ogni traccia della presenza fisica e materiale degli armeni e per imporre la sola presenza dei turchi. In parallelo all’eliminazione fisica di due terzi degli armeni censiti all’epoca, furono distrutte tutte le chiese e le insegne tipiche della religiosità e della civiltà armena. Inoltre furono cambiati i nomi delle città e degli ambienti naturali, sostituendo i nomi armeni con nomi turchi. A suo avviso la motivazione che ha ispirato il genocidio degli armeni è prevalentemente di natura laico-nazionalista per imporre il potere egemonico della Turchia sulle ceneri del decadente Califfato islamico turco-ottomano; mentre sarebbe stata secondaria la motivazione religiosa che s’ispira alla strategia dell’islam di sottomettere l’intera umanità.

Alla lectio magistralis di Antonia Arslan ha fatto seguito un approfondito dibattito. In un suo breve intervento Magdi Cristiano Allam ha rilevato la sintonia della modalità operativa con cui i carnefici dei “Giovani turchi” e dell’esercito del Califfato islamico hanno perpetrato il genocidio degli armeni, con la modalità operativa con cui Maometto nel 627 sterminò la tribù ebraica dei Banu Quraiza a Medina, o la modalità con cui fu perpetrata nel 1480 la strage di circa 7 mila uomini e la cattura di 5 mila donne e bambini a Otranto da parte dei pirati turco-ottomani all’epoca del Sultano Maometto II, dopo aver espugnato Costantinopoli nel 1553 in un bagno di sangue ponendo fine all’Impero Romano d’Oriente.
Hanno partecipato al dibattito, con interessanti interventi, Marialuisa Bonomo, Dhurata Sheshaj, Elio Cabib, Gabriele Gatti, Euro Rossi, Giuseppe Mazzaglia, Silvia Donfrancesco, Rossella Fiorda.

Gli iscritti alla Casa della Civiltà che non hanno partecipato, sono vivamente invitati a vedere la registrazione della videoconferenza.

Trattandosi di un tema di interesse generale, così come abbiamo fatto precedentemente, la registrazione di questa videoconferenza verrà resa pubblica anche all’esterno della Casa della Civiltà.

Marialuisa Bonomo
Assistente personale di Magdi Cristiano Allam

Mercoledì 15 febbraio 2023

2 commenti su “15/02/2023 – VIDEOCONFERENZA

  1. Il 27 gennaio ricorre la Giornata della memoria dell’ Olocausto degli ebrei per mano della follia omicida nazista. Credo che non ci si ricorderà mai abbastanza di questi crimini contro l’Umanità.
    Vorrei qui accennare ad un altrettanto crimine quale il genocidio perpetrato contro la popolazione armena.
    Ho l’opportunità di ricordare questo odioso crimine dopo aver ascoltato la più recente conferenza della scrittrice Antonia Arslan.
    Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni compiute dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1923, che causarono circa 1,5 milioni di morti.
    Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile.
    Nel corso della Prima guerra mondiale si compie, nei territori dell’Impero ottomano, il genocidio del popolo armeno.
    Il governo ultranazionalista dei Giovani Turchi, emanazione del partito “Unione e Progresso”, sceglie di turchizzare l’area anatolica e decide di deportare e sterminare l’etnia armena presente nel territorio fin dal 7° secolo A.C, integrata ma non assimilabile.
    Un po’ di storia per meglio inquadrare il contesto durante il quale si è consumato il sacrificio degli armeni.
    Il 13 settembre del 1922 un certo Nureddin a capo dell’esercito turco repubblicano, non obbedendo al generale Mustafa Kemal Ataturk, provocando un catastrofico incendio nella città di Smirne, compì un atto di pulizia etnica perché trentamila vittime morirono tra le fiamme.
    La città di Smirne allora contava 370 mila abitanti di varie culture: 165 mila greci, 80 mila turchi, 55mila ebrei e 40 mila armeni .
    Il movente fondamentale che ispirò l’azione di governo dei Giovani Turchi e del triumvirato fu l’ideologia panturchista: il sogno di un immenso territorio dal Mediterraneo all’altopiano turanico e la determinazione a riformare lo Stato su una base monoetnica, linguisticamente e culturalmente omogenea.
    Nel Paese allora vivevano armeni, più acculturati, in maggior parte imprenditori tessili, in genere commercianti, più progrediti, e poi greci, assiri, ebrei.
    L’Impero ottomano era costituito di fatto da un mosaico di etnie e religioni.
    La popolazione armena, la più numerosa, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di uguaglianza, costituiva un ostacolo al progetto di omogeneizzazione del regime.
    Mehemed IV , noto come Maometto VI, ultimo sultano del ‘800 è colui che per primo inizia a compiere vere e proprie stragi tra la popolazione armena.
    L’obiettivo degli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico.
    Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre agli armeni che servì da base economica alla futura repubblica kemalista.
    Infatti nel 1922 Kemal depone l’ultimo sultano ottomano, Maometto VI e nel 1923 avviene la proclamazione della Repubblica turca che dà inizio alla storia della moderna Turchia.
    I turchi vogliono eliminare oltre agli armeni: greci, cristiani e i curdi che costituiscono una quarta minoranza.
    La scrittrice Arslan racconta di diversi episodi tragici ove soldati armeni e tra essi moltissimi ufficiali e medici che pure hanno combattuto fianco a fianco con i turchi sono poi stati vittime di questi.
    Il genocidio degli armeni viene oggi considerato il prototipo dei genocidi successivi e per una infinità di anni viene tenuto nascosto.
    Neppure l’attuale Presidente turco Erdogan vuole sentire parlare di genocidio degli armeni.
    La scrittrice Antonia Arslan ha scritto diversi libri sul genocidio degli armeni.
    Il libro credo più famoso o di maggior successo è “La masseria delle allodole” è stato scritto nel 2004 e da allora sono uscite quantità di nuove edizioni.
    Dal libro è stato poi tratto nel 2007 il film dei fratelli Taviani che ricordo ha tanto scosso l’opinione pubblica.
    Come detto all’inizio, oggi è stata la Giornata della Memoria e tantissimo è stato mostrato e scritto sulla Shoah, ossia sullo sterminio di milioni di ebrei.
    Ho ritenuto importante riportare nel mio piccolo quanto ascoltato dalla scrittrice naturalizzata veneta su una tragedia, quella armena, che alla pari dell’Olocausto scuote le coscienze di tantissimi in Italia.

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