MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Nelle nostre classi ci sono studenti che dichiarano di non avere la certezza del proprio sesso. Famiglie disgregate, docenti impotenti, società alla deriva, civiltà decaduta”

Cari amici buongiorno. Lo scorso 16 febbraio il Parlamento spagnolo ha promulgato in via definitiva una legge che attribuisce il diritto ai sedicenni, quindi a dei minorenni, di cambiare legalmente il proprio sesso con una semplice dichiarazione resa all’Ufficio Anagrafe del Comune, senza aver effettivamente modificato il proprio sesso biologico o anche iniziato una terapia ormonale, senza un certificato medico che attesti la disforia di genere, ma soprattutto senza l’autorizzazione dei genitori, pur essendo legalmente gli unici depositari della potestà genitoriale nei confronti dei figli minorenni, e senza un’autorizzazione da parte di un’autorità giudiziaria.
Insomma, il Parlamento spagnolo, con una maggioranza di sinistra e di estrema sinistra, ha accordato il diritto al più assoluto arbitrio ai minorenni nel determinare la propria identità sessuale.

Quando ho letto e ho scritto questo fatto, manifestando la mia contrarietà e la mia somma preoccupazione, in cuor mio mi sono detto che, per nostra fortuna, in Italia non siamo ancora a questo livello di sbandamento identitario e perversione sessuale. Ma mi sbagliavo. È vero che, ad oggi, i nostri minorenni non possono arbitrariamente modificare legalmente il proprio sesso, ma di fatto ciò accade formalmente persino nelle scuole.

Ho ricevuto varie comunicazioni di docenti, in varie parti d’Italia, che convergono nel manifestare sgomento ma anche impotenza di fronte al dilagare del fenomeno della modifica dell’identità sessuale da parte di studenti minorenni, maschi e femmine che affermano pubblicamente in classe di non avere la certezza del proprio sesso, maschi che esigono di essere chiamati con il nome di una femmina e viceversa quando vengono chiamati per le interrogazioni. La confusione si accresce quando affermano di sentirsi contemporaneamente sia maschi sia femmine.

In una comunicazione si manifesta la disapprovazione per l’operato degli psicologi, che vengono sempre più coinvolti dalla direzione scolastica per sollevare i docenti da ogni responsabilità e scaricarla volentieri su figure professionali esterne, che finiscono per assecondare le esternazioni degli studenti maschi che dichiarano di sentirsi femmine e viceversa.

Il punto è che, in un contesto in cui l’ideologia omotransessualista si è imposta a livello politico, predomina sul piano della comunicazione, è presente negli stessi testi scolastici e viene avallata persino dalla Chiesa, gli insegnanti, anche se la pensano diversamente, si ritrovano costretti a assecondare i desideri degli studenti, chiamando un maschio con il nome della femmina da lui prescelto.

Il retroterra di questa degenerazione sessuale e perdita identitaria è, in generale, la decadenza della nostra civiltà, in particolare la disintegrazione della famiglia, attestato dal fatto che la maggioranza degli studenti ha i genitori separati, trascorrono gran parte del loro tempo da soli, incollati ai cellulari, dove i cosiddetti “social” li formattano e omologano all’ideologia relativista e omotransessualista, trasmettendo loro la bontà di una dimensione di vita virtuale preferibile alla vita reale.

Questa è la realtà che già esiste in Italia. La conseguenza più grave è il tracollo demografico. È evidente che se il maschio non è più maschio e se la femmina non è più femmina, viene meno l’appetito sessuale e si finisce per diventare sterili e non procreare. Con l’estinzione della popolazione, muore la nostra civiltà.

Finora ci si è limitati a incolparsi a vicenda: la scuola contro la famiglia, la famiglia contro la società, la società contro i poteri forti che gestiscono la politica e la comunicazione. Ma se vogliamo veramente salvare i nostri figli, sopravvivere come popolazione e far rinascere la nostra civiltà, dobbiamo unirci in una mobilitazione civile convergendo su valori e regole, condividendo una proposta che metta al centro la certezza e l’orgoglio di chi siamo come persona, famiglia naturale, la cultura della vita, comunità locale, nazione italiana.

Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà sulla retta via. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»

Venerdì 3 marzo 2023

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