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06/03/2023 – VIDEOCONFERENZA

1 commento su “06/03/2023 – VIDEOCONFERENZA

  1. L’incontro in cui il Presidente Magdi Cristiano Allam ci ha intrattenuti partendo dal suo libro del 2007 Viva Israele, ancora una volta ci ha messo di fronte alla cruda realtà: l’Islam è una religione inconciliabile con la cultura occidentale e il Cristianesimo, che è una religione di Amore e di Pace e che considera tutti Fratelli in Cristo.
    Molto interessante il video, vero documento storico attestante come spesso le folli seguano personaggi politici elevandoli a semi Dei e come falsi profeti stimolano nelle teste e nei cuori sentimenti di odio e morte verso un popolo reo di combattere e difendersi per non scomparire.
    Ho letto un po’ della Storia di Israele, della Palestina e del Medio Oriente.
    Mi piace condividere alcuni fatti storici che attestano, ma non giustificano l’odio dei palestinesi verso gli ebrei, emerso dal racconto del nostro Presidente.
    Theodor Herzel è il giornalista ungherese di origine ebrea che per primo pensa che l’unica via possibile per uscire dalla stretta di odio antisemita, esploso a seguito dell’ Affair Dreyfus nel 1894 a Parigi, è di trovare una terra in cui il popolo ebreo possa avere dimora. Una terra fuori dai confini d’Europa, dove accogliere e dare Pace a chi pace non ha mai avuto.
    Herzel pensò alla terra dei Padri, la Palestina.
    Ricostruire anche i fatti più salienti del conflitto israelo-palestinese in circa poco più di 100 anni di Storia è difficile e ancora gli storici ed opinionisti e la Politica sono fortemente divisi pro e contro entrambi i contendenti.
    Come si dice, fiumi d’inchiostro sono stati versati su questo eterno conflitto e quello che è peggio, da questo conflitto nasce il terrorismo internazionale, piaga e rovina dei nostri tempi.
    Il terrorismo internazionale originato inizialmente dalla proprietà territoriale è diventato odio religioso e razziale.
    Venendo un po’ più ai recenti eventi della Storia Israele- palestinese, riporto alcuni articoli di stampa, il più brevemente possibile.
    Palestinians Vote For Terrorists, Then Claim Israelis Are ‘Extremists’
    I palestinesi, i quali continuano a lamentarsi dell’ascesa dei partiti di Destra alle elezioni israeliane, sono quelli che hanno portato al potere il gruppo terroristico di Hamas.
    Nel 2006, la maggioranza dei palestinesi votò per Hamas, il cui statuto invoca apertamente l’eliminazione di Israele.
    Da allora, Hamas ha compiuto innumerevoli attacchi terroristici, uccidendo e ferendo migliaia di israeliani.
    I palestinesi che hanno votato per un gruppo terroristico jihadista sembrerebbero quindi avere poche giustificazioni per lamentarsi dell’esito di qualsiasi elezione israeliana.
    Vuol dire che finché i palestinesi israeliani votano per la Destra, cioè, fino a quando la Destra prevarrà nei risultati elettorali palestinesi, non potrà esserci alcuna possibilità di colloqui con il governo israeliano.
    Dopo le elezioni israeliane del 2021, Tayseer Khaled, funzionario dell’OLP, avrebbe affermato che i risultati mostravano che l’opinione pubblica israeliana tendeva al “fascismo e all’estremismo”.
    Dopo il voto del 1° novembre scorso, Khaled ha pubblicato una dichiarazione simile in cui ha invitato tutti i palestinesi a “contrastare il fascismo israeliano”. Ha inoltre ammonito che l’ascesa dei partiti di Destra israeliani alle elezioni costituisce una grave sfida al presente e al futuro perché potrebbe portare a una “pulizia etnica”.
    Ad ogni elezione Hamas accusa tutti i partiti israeliani di “incitare all’aggressione della Striscia di Gaza e alla profanazione della moschea di al-Aqsa” e che di conseguenza i risultati non avrebbero impedito ai palestinesi di proseguire la lotta contro Israele. Esortò i palestinesi a intensificare la “resistenza” contro Israele.
    E quali sono le richieste palestinesi?
    La prima richiesta è il ritiro israeliano ai confini esistenti prima del 1967. Questo comporterebbe la comparsa di uno Stato terroristico arabo governato da Hamas, finanziato e armato dai mullah iraniani.
    La fazione, rappresentata da Hamas, dal Jihad Islamico Palestinese e da altri gruppi armati, sta cercando di sostituire Israele con uno stato islamista.
    Questo schieramento non crede nel diritto di Israele di esistere e, come la prima fazione, ha condotto attacchi terroristici contro gli israeliani per diversi decenni.
    Tutte le offerte di pace fatte dai leader israeliani ai palestinesi negli ultimi due decenni sono state respinte dalla leadership palestinese.
    Nel 2000, l’allora presidente dell’AP Yasser Arafat rifiutò l’offerta di pace fatta dall’allora primo ministro israeliano Ehud Barak al vertice di Camp David.
    Successivamente, i palestinesi hanno bocciato gli accordi di normalizzazione dei rapporti fra Israele e quattro Paesi arabi – Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan e Marocco – i cosiddetti accordi di Abramo, definendoli una “pugnalata alle spalle del popolo palestinese” e un “tradimento” di Gerusalemme e della Moschea di al-Aqsa.
    La triste verità è che non esiste un partner per la pace da parte palestinese.
    Dopo ogni tornata elettorale israeliana, i palestinesi, i quali non indicono elezioni politiche dal 2006, a causa della disputa in corso tra Hamas e la fazione al potere di Fatah guidata dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, continuano a praticare l’allarmismo, nel tentativo di intimidire l’opinione pubblica israeliana affinché vengano soddisfatte le loro richieste.
    L’87enne Abbas non è un partner perché è troppo debole e riluttante a garantire la pace poiché egli teme giustamente che, come il defunto presidente egiziano Anwar Sadat, venga assassinato dal suo stesso popolo come traditore.
    I sondaggi dell’opinione pubblica hanno mostrato che Abbas è molto impopolare, con oltre il 70 per cento dell’opinione pubblica palestinese che chiede le sue dimissioni.
    Abbas è anche consapevole di non avere un mandato dal suo popolo per raggiungere alcun accordo di pace con Israele.
    I suoi rivali in Hamas, d’altra parte, hanno ripetutamente e costantemente detto chiaramente di essere categoricamente contrari a qualsiasi accordo di pace con Israele.
    Piuttosto che lamentarsi dei risultati elettorali israeliani, i leader palestinesi dovrebbero concedere ai propri cittadini anche solo una parte di ciò che gli israeliani desiderano per loro nei sopracitati accordi di Abramo: l’uguaglianza di fronte alla legge, la libertà di espressione e di diffondere materiale da pubblicare senza paura di ritorsioni, la libertà di diventare prosperi e quella di vivere le proprie vite che avranno delle opportunità al di là dell’industria artigianale del terrorismo, vite senza la repressione depravata e incessante esercitata dai loro stessi leader.
    La nostra costante preghiera sarà per il raggiungimento di questi accordi, perché non solo il popolo israeliano ma tutto l’Universo possa conoscere pace, serenità e prosperità.
    Un mio ringraziamento sentito va a Magdi e agli amici della Casa della Civiltà perché grazie a voi, seppur con un po’ di ritardo, con studio e passione mi dedico a temi importanti, attuali e che talvolta pure toccano particolari corde della coscienza.

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