Brillano
Nei domini inviolati del cielo
Scie di luce
Code di sogni istantanei
Profumati di vita
Bagliori improvvisi
Che vanno a spegnersi
Veloci
In un angolo di questo firmamento
Storie di millenni
Raccontati nell’attimo di un lampo
Queste stelle vaganti
Disegnano il porto della mia tristezza
E il loro lesto scomparire nel cielo
Denuncia
Un segno non lieve della mia follia
Queste colline riprendono la sinuosità delle nuvole
Quasi un pentagramma celeste
Improvvisato
Da un artista divino
Nella chiesa del paese
Il campanile della pieve
Si innalza
Fino a diventare preghiera del vespro
Nella cantilena delle litanie
Nonché
Negli spazi infiniti del tempo
Si fa strada la lieve immagine del sogno
Immobile e fatua
Scompare
La favilla del mio innocente stupore

LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Notte stellata”
3 commenti su “LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Notte stellata””
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Il mondo conturbato fatto di sogni della pittura di Van Gogh prende corpo con la tua poesia.
Grazie cara Simonetta,
Anche il tuo commento aiuta ad interpretare quanto la follia sia materia del sogno umano e quanto l’arte del grande Van Gogh sia da considerare al limitare del confine che separa l’essenza di questo enigma. È forse il regno della follia lo specchio di questo millenario desiderio umano di conquistare gli infiniti spazi della fantasia?
No, credo che il regno della follia sia quello in cui l’uomo pretende di trasformare “gli infiniti spazi della fantasia” in una deprecabile realtà!