Mi inebriano
Lievi folate del vento di scirocco
Soffi profumati di armonie della campagna
Piegano spighe flessuose
Avide di primavera
Ebbro di questo verde
Il mio sguardo
Si perde fino alla riva d’oriente
Dove onde azzurre increspano
Di danza incessante
La piana del mare
Porterò con me
Queste carezze del cielo sulla campagna
Le nuvole scure sospese nell’aria
L’oro dell’orizzonte al tramonto
I profumi lontani
I ricami imperlati dei prati
Le pietre luccicanti
Di questi divini raggi di sole
Porterò con me l’abbraccio dei lecci
La malinconia della piccola strada
Il cancello sempre aperto
Il colore rosato del casale
Ancora caldo del chiarore del giorno
Le pareti di questa stanza
I ricordi ultimi
Di questo remoto angolo di vita
Quadro
Intarsiato di tenere emozioni
Sentirò forse anche
Il tepore velato dei rimpianti
Il sapido sigillo di caldi desideri di luce
Il conforto di accenti di gratitudine
E mesti spunti di preghiera
Prima dell’ambito riposo della sera
GIORGIO BONGIORNO: “Chiarori”
1 commento su “GIORGIO BONGIORNO: “Chiarori””
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Ti ringrazio Giorgio per il tuo dono quotidiano di versi che suscitano un grande carico di emozioni.