Il filosofo e storico Vittorio Robiati Bendaud, nel corso della sua lezione magistrale su “Dall’antigiudaismo all’antisemitismo. Le radici dell’odio cristiane e islamiche”, svolta ieri tramite videoconferenza e organizzata dalla “Casa della Civiltà”, ha ricordato il pensiero del filosofo statunitense, Harry Gordon Frankfurt, oggi 94enne, sintetizzato nell’affermazione «Siamo nell’era della stronzata», che non è «né verità né menzogna».
Nel suo saggio “Stronzate. Un saggio filosofico”, edito da Rizzoli (2005), Frankfurt scrive: «Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo. Tendiamo però a dare per scontata questa situazione. Gran parte delle persone confidano nella propria capacità di riconoscere le stronzate ed evitare di farsi fregare. Così il fenomeno non ha attirato molto interesse, né ha suscitato indagini approfondite. Di conseguenza, non abbiamo una chiara consapevolezza di cosa sono le stronzate, del perché ce ne siano così tante in giro»
Frankfurt distingue il «dire stronzate» dal semplice mentire. Mentre, infatti, un bugiardo fa deliberatamente un’affermazione falsa (quindi, conoscendo egli stesso la verità), colui che dice una stronzata è semplicemente disinteressato alla verità stessa, mira principalmente a impressionare il proprio pubblico. Mentre il mentitore deve conoscere la verità per poterla meglio nascondere o contraffare, chi dice stronzate non fa uso alcuno della verità o della nozione di verità. Per questo motivo, Frankfurt afferma che «la stronzata è un nemico della verità più grande della menzogna».
Voglio chiarire che dire “stronzate” è un fatto comportamentale, che attiene alla dimensione della manifestazione esteriore di se stessi, di chi vuole “apparire” e immagina di essere un “tuttologo”.
Ma non inficia la certezza ontologica che, sul piano concettuale, un fatto o è vero o è falso; non mette in discussione la certezza del binomio della verità, quale rappresentazione della realtà oggettiva, assoluta e universale e, per contro, della menzogna, quale rappresentazione della realtà soggettiva, relativa e contingente.
Dire “stronzate” non è una terza categoria concettuale, ma appartiene alla categoria comportamentale, non esiste una terza modalità di rappresentazione della realtà in aggiunta alla verità e alla menzogna.
La “stronzata” è assimilabile, sul piano della manifestazione del pensiero, alla “verosomiglianza”, che è la manifestazione di un pensiero che sembra assolutamente vero, ma è assolutamente falso. Parafrasando Frankfurt, sarebbe corretto dire «la verosomiglianza è un nemico della verità più grande della menzogna».
Ringraziamo l’amico e filosofo Vittorio Robiati Bendaud per averci invitato ad attenerci alla verità, quale corretta rappresentazione della realtà. E attenerci alla verità, in questa nostra civiltà decaduta, è diventato un compito estremamente arduo, essendo immersi e travolti da un flusso incessante di menzogne esplicite, ma soprattutto di verosomiglianze e di “stronzate”, che rendono arduo discernere il vero dal falso. Ecco perché è vitale, oggi più che mai, partecipare e acquisire la formazione culturale finalizzata a conoscere correttamente la realtà complessiva in cui siamo immersi e che ci circonda, e in parallelo, elaborare una proposta di alternativa di vita qualitativamente migliore.
Cari amici, andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà sulla retta via. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Giovedì 9 marzo 2023