Ricordo una rosa
Quella rosa
L’amplesso dei suoi candidi petali
Pareva dovesse essere eterna
Quella sua flessuosa
Nobile bellezza
Passavo spesso ad ammirarla
Ad accarezzarla
Come se i petali fossero i riccioli della mia bimba
Di quel miracolo
Profumo di tempi passati
Chimera e lusinga di un mattino lontano
Corolla di desideri e promesse
Ricamo a merletti della mia esistenza
Ora quello scoppio di luce
Quel bagliore facondo
Quel piccolo angelo innocente
Non è che un amaro tratto della mia memoria
Sogno e lusinga
La stessa emozione
Profonda e limpida
Di quella rosa
Di quel colore splendente
Di quell’aspetto elegante
Di quello sguardo
Quasi umano
Di quella ardente e tenera illusione
Che ogni mattina da quella primavera
Usava sorridermi
Quasi stringersi a me
E accompagnarmi fedele alla vita
Oltre il prezioso orizzonte dei monili del mondo
Vicino a casa
Su per il sentiero del bosco
Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero.
(Demostene)
Foto di copertina: “Giorgio Bongiorno, “Candida illusione””