Il mio mondo
Non è mai cambiato
La terra natia
Quel casale ai bordi del canale
La geometria delle zolle appena scoperte
Le prime viole dei prati
La fitta nebbia degli inverni padani
L’afa delle messi
L’ocra dei tetti e delle torri
Il profumo della primavera degli argini
Sempre gli stessi colori
Gli stessi rari arcobaleni sul fiume
Pigro
Nella campagna
Appena lavata dalla pioggia
Le stesse vie affollate di una volta
Nel giorno di festa
La gente
Quella che incontro oggi
Non è più quella di prima
Dopo tanto tempo
Pare una turba senz’anima
Diversa e ormai lontana
Solo tu sei rimasta quella chimera
Intoccabile e rara
Che ho disegnato nelle mie notti di luna
E forse sei l’angelo
Che ogni tanto appariva nel sogno
A quel bambino
Che correva innocente verso il sentiero della vita