ANNIE LAURENT: “Le eresie cristiane nel Corano (1/3) – Messianismo e Gnosi”

associationclarifier.fr, 26 gennaio 2023 – Si è creduto a lungo, anche nei circoli accademici, che l’Islam sia apparso esclusivamente attraverso la predicazione del suo profeta, come la tradizionale narrativa musulmana. La sua somiglianza con molte eresie e movimenti religiosi del VII secolo fu poi spiegata come risultante dalla loro influenza su Maometto, che avrebbe in qualche modo composto la sua religione come un dotto cocktail da loro.
È in questo pensiero che l’accademico Roger Arnaldez (1911-2006) sottoscriveva: «Convinto della verità del monoteismo, il Profeta [Maometto]era immerso in un ambiente di straordinaria complessità. È forse inutile cercare di stabilire quali sette abbia conosciuto, come se fosse stato alla scuola di una di esse. In realtà, deve aver sentito, e senza dubbio ascoltato, un insieme eterogeneo di dottrine che gli sono arrivate alla rinfusa, a incontri casuali» (Al bivio di tre monoteismi , Albin Michel, 1993, p. 55).

Studi accademici mostrano, tuttavia, la novità e l’originalità dell’Islam emergente in quel momento – noto anche come “proto-Islam” – come uno dei primi movimenti millenaristici della storia. Inserito nel contesto biblico giudaico e cristiano del suo tempo, ne ha certamente mutuato varie interpretazioni segnate da eresie, in particolare gnostiche, ma si è sviluppato prima come movimento apocalittico. Il testo coranico, in particolare, ne è sempre testimone.

UNA MOLTITUDINE DI ERESIE GNOSTICHE E MESSIANISTE
A partire dal primo secolo di storia della Chiesa, le eresie sono apparse all’interno dei popoli cristianizzati del Levante.

Alcuni si riferivano alla gnosi (dal greco gnosis = conoscenza). Di fronte alla novità della salvezza personale in Gesù Cristo (la “vita” che Gesù pretende di donare a coloro che seguono la sua “via”) annunciata dalla Chiesa, sono emersi i movimenti gnostici (gnosticismo) che pretendono di offrire un’altra forma di salvezza personale, senza Cristo ma attraverso l’accesso a un corpo di conoscenze, di scienze relative ai misteri divini. Contestavano quindi l’insegnamento cristiano sulla persona di Gesù, il suo legame con Dio, la sua missione salvifica e il destino dell’uomo.

L’apostolo san Giovanni vi allude nella sua seconda epistola: «Si sono diffusi nel mondo molti seduttori, i quali non confessano Gesù Cristo che è venuto nella carne; questi è davvero il Seduttore, l’Anticristo» (2 Gv 7).

«Per gli gnostici l’incarnazione del Figlio di Dio era impossibile poiché la materia è destinata ad essere distrutta; la carne non può quindi essere suscettibile di salvezza», scriveva sant’Ireneo (nato a Smirne nel 140, morto nel 202 a Lione, di cui era vescovo), il primo a dare l’allarme nella sua opera Adversus haereses (Contro le eresie). Questo brano è citato nel Dizionario di storia della Chiesa , redatto sotto la direzione del vescovo Bernard Ardura (Cerf, 2022, p. 439).

Dallo gnosticismo sono emersi alcuni testi apocrifi (scritti nascosti o esoterici) apparsi nell’Oriente mediterraneo a partire dal secondo secolo del cristianesimo, come quelli che si trovano a Nag Hamadi (Egitto): “Vangelo di Tommaso”, “Vangelo della verità di Valentin”, ecc. . Si tratta di scritti che non provengono dalla prima comunità cristiana, nonostante la loro apparente credibilità o i nomi cristiani dei loro presunti autori, e contro i quali il Nuovo Testamento mette in guardia (cfr Mt 7,15; At 20,29; Ebrei 13,9; Galati 1.6-8). Anche Sant’Ireneo invita alla vigilanza nei confronti di queste pseudo storie: «La vera tradizione si è manifestata in tutto il mondo. Può essere conosciuto in qualsiasi Chiesa da tutti coloro che vogliono vedere la verità» (citato da France Quéré,Vangeli apocrifi , Seuil, 1983, p. 10). Tuttavia, toccò a sant’Atanasio di Alessandria (v. 296-373) confermare nel 367 l’elenco degli scritti ortodossi (autentici) che costituivano il Canone definitivo riconosciuto dalla Chiesa.

Tuttavia, come dimostra Rémi Gounelle, storico del cristianesimo antico, alcuni contenuti di questi documenti si trovano nel Corano (cfr. “Gli scritti apocrifi cristiani e il Corano”, in Histoire du Coran, a cura di Mohammad Ali Amir-Moezzi e Guillaume Dye, Cerf, 2022, capitolo XII).

Il Libro Sacro dei Musulmani si inserisce anche, e anzi principalmente, in una prospettiva escatologica imminente (annuncio della fine dei tempi), senza dubbio ispirata alle speranze apocalittiche di ebrei e cristiani che allora abbondavano in gran parte dell’Oriente (cfr. David Hamidovic, “Gli scritti apocrifi ebraici e il Corano”, Histoire du Coran , op. cit ., cap. XI; Muriel Debié, “The Syriac apocalissi”, ibid. , cap. XIII; Frantz Grenet, “L’apocalisse iraniana”, ibid ., cap. XIV).

Inoltre, troviamo nel Corano la descrizione di un’antica corrente ebraica, “Nazareno” (“Giudeonazareno”), portatrice di queste speranze, che vi si incanalano in un progetto politico-religioso incentrato sull’innalzamento del Tempio di Gerusalemme. Questo per innescare l’apocalisse provocando il ritorno di Gesù per inaugurare i “tempi messianici” (non citati direttamente dal testo ma comunque da esso indotti, come mostra Mohammad Ali Amir-Moezzi in “Le Shiisme et le Coran”, Storia del Corano , op. cit ., cap. XXII). In questo senso si può parlare di eresia che rientra nel messianismo politico, potendo il Corano, nel suo contesto biblico, essere analizzato più precisamente come uno dei primi testi millenari della storia.

Nel tempo, le idee gnostiche e messianiche hanno generato varie forme di eresie e movimenti più o meno strutturati. Alcuni di loro sono fondatori dell’Islam. Li presentiamo nell’ordine cronologico della loro apparizione, riservando però sviluppi specifici all’arianesimo, al nestorianesimo e al monofisismo nei due successivi PFV (nn. 96 e 97).

MILLENNARISMO
Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce il millenarismo come la pretesa di «[…] realizzare nella storia la speranza messianica che può realizzarsi solo al di là di essa attraverso il giudizio escatologico: anche nella sua forma mitigata, la Chiesa ha respinto questa falsificazione del Regno per vanno sotto il nome di millenarismo […]» (CCC, p. 675-676). Può essere inteso come il progetto di instaurare sulla terra una sorta di “regno di Dio”, un mondo perfetto liberato dall’impero del Male, senza la Parusia (venuta di Gesù «nella gloria») e senza il giudizio dell’umanità annunciato nelle Scritture. Contrariamente all’attesa cristiana del ritorno di Cristo da cui deriva questa dottrina, coloro che la portano si considerano poi elevati al di sopra degli altri uomini, ausiliari politici del Messia – o di Dio stesso – per l’attuazione del «giudizio», in attesa di godere ogni sorta di vantaggi nel mondo futuro (cfr Mt 25,34: « Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo»).

Questa credenza appare nel Corano, portata in particolare dalla corrente giudeonazarena. Padre Édouard-Marie Gallez fa risalire le sue origini al I secolo (cfr. Il Messia e il suo Profeta , 2 volumi, Éditions de Paris, 2005-2010). Questa corrente sarebbe nata «nell’entourage delle prime comunità giudaico-cristiane dove alcuni avendo riconosciuto Gesù come il Messia atteso dal popolo ebraico non accettarono che potesse farsi servo e morire crocifisso. Al contrario, non hanno mai voluto rinunciare alle loro interpretazioni della profezia biblica, aspettandosi che il Messia si facesse re, liberasse Israele dall’occupante cristiano e lo stabilisse al di sopra delle nazioni» (Odon Lafontaine, Le grand secret de Islam, Kindle, 2020 , p . 52).

Questa corrente sarebbe sopravvissuta in Medio Oriente, più o meno classificata, dagli autori dell’Antichità, nei movimenti plurali conosciuti come Ebionismo o Nazareneismo (termini generici che identificano varie correnti ebraiche legate alla Legge di Mosè e che hanno riconosciuto in Gesù il Messia di Israele rifiutando la sua divinità). Emersero così i Giudeonazareni, portatori nel VII secolo di un progetto politico-religioso di elevazione del Tempio di Gerusalemme, che sembra essere stato fondamentale nelle vicende del protoislam (O. Lafontaine, ibid., p. 55-61 ; si veda anche Stephen J. Shoemaker, The Apocalypse of Empire , University of Pennsylvania Press, 2018).

Il Corano porta il segno profondo di queste iniziali speranze millenarie, illustrate in particolare in questi versetti emblematici:

«Tu formi la migliore comunità edificata per gli uomini: ordini ciò che è giusto, proibisci ciò che è riprovevole, credi in Dio».(3.110)

«È lui[Dio] che vi ha costituiti suoi luogotenenti[califfi, “successori”] per terra. Egli ha innalzato alcuni di voi di molti gradi sopra gli altri per mettervi alla prova in ciò che vi ha dato.» (6.165)

«[…] La terra appartiene a Dio ed Egli eredita chi vuole tra i Suoi servi .(7.128)
Dio ha promesso a quelli di voi che credono e compiono opere buone di farne suoi servi[califfi, “successori”] sulla terra, come fece con coloro che vissero prima di loro.» (24:55)

«Per il Monte! Da un libro scritto su una pergamena spiegata! Dal Tempio servito[servito dai suoi sacerdoti, cfr. Régis Blachère, Il Corano, Maisonneuve & Larose, 1966, p.557]! Attraverso l’alta volta! In riva al mare bollente [nell’ultimo giorno]! La punizione del tuo Signore è inevitabile; nessuno potrà respingerlo, il Giorno in cui il cielo sarà agitato da un turbine, mentre i monti inizieranno a muoversi. Guai, in quel Giorno, a chi grida menzogne e a chi è immerso in diversivi! Saranno brutalmente gettati nel Fuoco della Gehenna[…]. Sì, coloro che temono Dio saranno nei giardini, in mezzo alla beatitudine, godendo di ciò che il loro Signore ha dato loro.» (52.1-18)

DOCETISMO
Derivante dal greco dokein (“apparire”), il docetismo è una credenza attribuita agli gnostici dualisti «che associavano la materia al male e che quindi pensavano che Dio non si sarebbe incarnato in un corpo materiale». In altre parole, facendosi “carne”, Cristo non si è fatto “uomo” e quindi non ha posseduto un corpo fisico. Si accontentava di un semplice aspetto umano. Perché l’essere pienamente umano lo avrebbe reso sensibile alla sofferenza (B. Ardura, op. cit ., p. 339).

Tuttavia, l’Islam lo considera impensabile. Ecco perché la crocifissione, sebbene reale, non riguarda Cristo, afferma il Corano.

«Li abbiamo puniti [gli ebrei] perché non credevano […] e perché dicevano: “Sì, abbiamo ucciso il Messia, Gesù, figlio di Maria, il Profeta di Dio”. Ma non lo uccisero; non l’hanno crocifisso, è solo apparso loro così.» (4.157)

Sebbene il termine “docetismo” sia apparso alla fine del II secolo, l’idea alla base di esso si era diffusa fin dall’inizio del cristianesimo, come dimostra la sua condanna da parte dell’apostolo San Giovanni nella sua prima epistola dove mette in guardia contro i «falsi profeti»: «Da questo riconosci lo spirito di Dio: ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto nella carne è da Dio; e ogni spirito che non confessa Gesù non è da Dio; questo è lo spirito dell’Anticristo. Hai sentito che stava arrivando; BENE! ora è già nel mondo» (1 Gv 4, 2-3).

Combattuta da sant’Ignazio, vescovo di Antiochia (35-107), e sant’Ireneo, questa eresia fu condannata nel 381 durante il primo Concilio di Costantinopoli, convocato dall’imperatore Teodosio I. Questo concilio attesta per la prima volta la storicità dell’incarnazione e della crocifissione: Gesù «fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato».

MANICHEISMO
Questa dottrina deve il suo nome a uno gnostico aramaico, Mani (ca. 216-274). Originario della Babilonia meridionale (ora Iraq), allora provincia dell’Impero persiano sassanide, «il suo background familiare apparteneva a una comunità battista giudeo-cristiana dove circolavano ogni genere di leggende orali e scritti laici e religiosi, buddista e cristiano»). Tra i suoi numerosi libri c’è un Vangelo vivente (cfr. Michel Tardieu, “Manicheism: current research”, Histoire du Coran , op. cit ., cap. X).

Obbedendo a un ordine presumibilmente ricevuto da un angelo che gli ingiungeva di separarsi dalla sua comunità di origine – i baptistai (battezzatori o battisti) -, «Mani si presenta come l’ultimo successore di una lunga lista di Messaggeri celesti e i cui, a partire da Adamo, Zoroastro, Buddha e Gesù sono i principali». Ma, «mentre gli insegnamenti dei suoi predecessori erano solo parziali e velati, la conoscenza portata da Mani è l’espressione chiara e totale della verità, la gnosi plenaria», sottolinea padre Antoine Moussali, lazzarista libanese (musulmani, ebrei e cristiani nel Fuoco della fede, Éditions de Paris, 2002, p.181).

Affermando di essere “l’Inviato Supremo”, Mani ha affermato che la sua venuta e la sua missione erano state annunciate da Cristo; si è così identificato con il Paraclito descritto da san Giovanni nel suo Vangelo (Gv 15,26; 16,7-9; san Giovanni, invece, ha descritto lo Spirito Santo e non un uomo).

Tuttavia, il Corano attribuisce questo annuncio di Gesù alla venuta del “profeta” dell’Islam.

«Gesù, figlio di Maria, disse: “O figli d’Israele! Io sono in verità il Profeta di Dio inviato verso di te per confermare ciò che, della Torah, esisteva prima di me; per annunciarvi la buona novella di un Profeta che verrà dopo di me e il cui nome sarà Ahmad».(61,6)
In arabo, la tradizione islamica ha dato al nome Ahmad il significato di “colui che è lodato”, e ha affermato che la parola “Paraclito” sarebbe stata così tradotta in questa lingua per far sì che Gesù annunciasse la venuta di Maometto, alla maniera di Mani.

Il manicheismo avrebbe inoltre ispirato la qualifica di “Sigillo dei profeti” che il Corano darà tre secoli dopo a Maometto?

«Maometto non è padre di nessuno tra voi, ma è profeta di Dio; il sigillo dei profeti. Dio sa tutto perfettamente.» (33.40)

Secondo A. Moussali, Mani avrebbe lasciato in eredità all’Islam altri elementi, in particolare il concetto di “religione del Libro”. Lui stesso ha lasciato diversi libri in cui ha scritto ciò che ha affermato di essere stato rivelato a lui da un angelo. Tuttavia, la tradizione islamica attribuisce anche a un angelo – Gabriele – il “dettato divino” del Corano. A ciò si aggiungono: l’accusa di falsificazione delle Scritture da parte di ebrei e cristiani, la negazione della divinità e della crocifissione di Cristo (sul punto cfr. sopra il passo sul docetismo), le abluzioni rituali, il digiuno di 30 giorni secondo al calendario lunare (antecedente al Ramadan?).

Anche monsignor Pierre Claverie, il vescovo di Orano assassinato nel 1996 e beatificato nel 2018, ha evocato questo rapporto tra Mani e Maometto (Le livre de la foi, Cerf, 1996, p. 81).

Infine, Michel Tardieu sottolinea che «la presenza materiale del libro manicheo in Iran nel processo di islamizzazione, così come in precedenza nell’Arabia preislamica e tra i Qoreiche (tribù di Maometto), è il dato fondamentale da ricordare». Egli aggiunge che «i tratti del manicheismo prima dell’islam (preminenza del libro e ricerca di protezione politica) rimasero dominanti durante i primi due secoli islamici (VII-VIII)» ( op. cit ., p. 473). Il manicheismo conobbe infatti una folgorante espansione ben oltre i limiti del Levante. Prima della sua conversione, sant’Agostino d’Ippona (v. 354 – 430) ne era un seguace.

Continua…

Annie Laurent

Delegata Generale di CLARIFICER

PS: abbiamo ampiamente citato il libro “Histoire du Quran” in questo “Foglietto Verde”. Si precisa che si tratta di una ristampa del primo volume del “Coran des Historiens” (coll. sotto la direzione di Guillaume Dye e Mohammad Ali Amir-Moezzi, Le Cerf, 2019), arricchito di due nuovi studi. Rimandiamo i nostri lettori alla presentazione che abbiamo fatto di questo lavoro: file “Il Corano degli storici” pubblicato da La Nef n ° 325

PFV n°95 : les hérésies chrétiennes dans le Coran (1/3) – messianisme & gnose

Pubblicazione della Petite Feuille Verte sul sito web di CLARIFIER :
https://associationclarifier.fr/pfv-n95–les-heresies-chretiennes-dans-le-coran-1-3/

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