È al risveglio che trafigge l’anima l’alato rimpianto della notte
È più intensa
La miseria di vivere
E si cela
Lo scherno insistente dell’ansia
Vagabonda pellegrina
Nei meandri della mente
È al risveglio
Che si scopre lo scrigno
Di fragili frammenti di cielo
È al risveglio che
Sfumano inerti le immagini trasparenti della notte
Nell’inganno docile del sogno
Spira tenue
Un lieve soffio di vento nel magico palazzo
Si avviluppa vorace la tentazione del peccato
Alla sacra apparizione dell’amore eterno
Sfiorisce il segno del giovane furore
Allo sguardo furtivo della bellezza
Al richiamo incerto della speranza
Cade dalle rupi dell’Olimpo
Una goccia dell’olio traditore
E celebra il rito antico del distacco
Risuona implacabile l’eco di fantasmi ignoti
Scompaiono a frotte nella calca incatenata
Sulla spiaggia deserta della nostalgia
Si aprono piano gli occhi ancora stanchi
Si accendono i volti
Inondati dalla limpida irruente luce del mattino
È al risveglio che scocca
Inesorabile
Il tempo della trepidante sfida dei corpi
Si svela nel tripudio della primavera
Il prodigioso
Incantevole
Profumo della bellezza
Si consuma
La futile corsa incontro
Alle fatue chimere
Nobili celesti danzatrici
Scolpite
Nel severo marmo delle vette
È al risveglio che risuona
La beffarda
Monotona cantilena
Di ogni giorno
E scompare
Ingoiata
Dal sacro inviolabile mistero
Della spirale della vita
Foto di copertina: “”Risveglio dell’Olimpo” dal web”