Cari amici, rimango incantato dalle riflessioni di Simonetta Ercoli sullo spazio infinito che ci avvolge e di cui siamo una infima entità.
Mi ricordo quando nel deserto, subito fuori il centro abitato del Cairo, ammiravo un cielo talmente carico di stelle da avere la sensazione di poterle toccare con la mano, con una luce talmente intensa da sembrare in pieno giorno.
Mi vengono in mente gli anziani che, specie nelle calde notti d’estate, trascorrono ore di fronte all’uscio di casa a conversare ripetendo dei convenevoli per trasmettere al prossimo il piacere di stare insieme, ma soprattutto a contemplare la volta celeste. Ed anche di giorno, in solitudine, si siedono a scrutare il cielo, il passaggio e il sovrapporsi delle nuvole, gli spazi azzurri liberi, un insieme che offre dei capolavori di bellezza che solo la natura sa creare.
E penso a me. Che quando posso, quando capita, quasi per caso, alzo gli occhi e mi soffermo per pochi secondi, al massimo pochi minuti, ad ammirare e riflettere sul fascino dell’immensità che è sopra di noi. Bruscamente interrompo, quasi stessi sprecando il mio tempo prezioso.
E se invece avessero ragione gli anziani che scoprono, seppur tardivamente, che la contemplazione estasiata del mistero che ci avvolge è la soluzione alla tribolazione che ci auto-infliggiamo rincorrendo follemente il possesso dei beni materiali, è la cura della nostra umanità lacerata dalla perdita dell’anima, è il senso profondo della vita?
Buonanotte amici, augurandovi di cuore salute, serenità e successo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Lunedì 15 maggio 2023
Bellissima riflessione.
La meraviglia della bellezza e della vastità dell’universo la provo ogni volta che guardo un’alba, o un tramonto. Magari di quelli invernali che hanno colori meravigliosi.
Qui in pianura l’inquinamento luminoso non mi permette di godere appieno delle serenate ma ogni volta che vado in montagna trascorro intere serate col naso all’insù, a vedere le stelle.
E ogni volta mi emoziono. A volte penso che su quelle stelle ci sia seduto uno dei miei cari che è andato avanti e mi piace immaginarlo che sorride guardando cosa combino.
Un abbraccio a tutti e buonanotte!
L’universo in cui siamo immersi a volte ci annienta per la sua vastità e profondità, a volte ci esalta per la percezione intensa del suo Factorem, a volte ci rende indifferenti perché usuale e scontato; ma il più delle volte ci dovrebbe stupire e sorprendere, perché come afferma Albert Einstein: La cosa più incomprensibile dell’universo è che sia comprensibile.
Bellissima riflessione la tua Magdi. Che un po’ tutti proviamo qualche volta e sempre troppo poco. Perché distratti da altro, presi a guardare in basso, alle buche, a ciò che temiamo di perdere e non a ciò che di immenso abbiamo, che nessuno ci può togliere. sopra di noi è l’immenso, la via delle stelle, la natura, è l’Eterno, ciò che ci è stato donato senza limiti, senza pegni se non rispettarlo e rispettare noi stessi, ciò che veramente siamo, un minuscolo cristallo di quarzo che riflette il cielo per quanto piccoli ma con un cuore che si può espandere a toccare il cielo e viaggiare negli spazi immensi della conoscenza e della vita senza muovere un passo, anzi immobili a riguardare questi immensi silenzi e questa infinita quiete che ancora il cuor spaura e culla recondite armonie , dove umano e divino si toccano nel nostro destino trascedentale, insieme stringendoci le mani e stringendo gli occhi per focalizzare quelle nuvole lassù, quasi volti noti di chi è stato, di chi ci chiama dai confini del tempo.
E sia così di noi, così simili e uniti come una grande lucente specola di luce che fende il cielo e lo spazio e ci ruba il cuore.
Ogni volta stupor mundi, rinnovati.
Anche vecchi, ma sempre di fronte alla meraviglia della natura e del cielo, ritorniamo bambini, appena rinati. Ed è bellissimo vivere in questo incantesimo.
Prosit!
Il senso della vita
Li chiamiamo anziani
Questi preziosi monili dell’oblio
Osservatori scrupolosi della volta celeste
Custodi del chiarore lunare
Ammiratori stupiti delle stelle
Pare le accendano con lo sguardo
Ad una ad una
Umili fiaccole
Trepide luminescenze
Ad illuminare i nostri poveri sentieri
Come se ciascuna di esse
Nascondesse dietro il suo bagliore
L’eterno segreto della creazione
E’ l’ora di celebrare
Questi nostri miti custodi del cielo
I loro ricordi
I loro rimpianti
Le loro passioni
Ancora intatte
I loro desideri
Le loro emozioni
I loro sguardi
I loro affanni
Le loro sofferenze
I loro pensieri
In fondo essi sono già al di là delle barriere dei sensi
Sono già un poco nel dominio degli angeli
Noi siamo ancora in corsa
Per i nostri sentieri metropolitani
Affollati di gridi scomposti
Prigionieri involontari di queste torri di cemento
Che spesso non fanno che impedirci
Di alzare gli occhi
Per guardare le meraviglie del cielo
Pregare l’artista divino
E ringraziarlo di tutta la sua luce
Nel buio delle nostre povere notti
(Giorgio Bongiorno)