STEFANO DI FRANCESCO: “Tutta l’economia si basa su una teoria fasulla”

Il problema del sistema economico  attuale è che affonda le sue radici in una teoria economica tanto dogmatica, quanto fasulla e sulle cui ipotesi irrealistiche  sono realizzati i fallimentari modelli economici previsionali utilizzati dalle banche centrali e dalle istituzioni finanziarie globali.

Di seguito le previsioni COSTANTEMENTE SBAGLIATE del FMI, giusto per dare un piccolo esempio:

Ora, vista l’assoluta incapacità di prevedere il futuro andamento del sistema, il buonsenso vorrebbe che si provasse a cambiare il modello di riferimento, poiché dimostratosi non aderente alla realtà: invece, nel dogmatico mondo neoclassico, si cerca di cambiare la realtà per renderla più assimilabile al modello economico. Follia.

Ma cosa dice questa teoria neoclassica che oggi si insegna ovunque, dalla scuola alle università e che ha cancellato ogni altra voce alternativa ad essa?

Secondo gli economisti neoclassici, il sistema economico se lasciato libero di autoregolarsi, secondo le leggi di mercato, ovvero  senza  che lo Stato intervenga in alcun modo, tende spontaneamente verso una situazione di pieno impiego delle risorse.

Punto di partenza dell’analisi neoclassica è l’accettazione della legge di Say formulata dall’economista classico francese Jean Baptiste Say ( 1767/1832), secondo la quale, in mercati perfettamente concorrenziali,” l’offerta crea da se la propria domanda”.

Tale legge non nega la possibilità che si verifichino squilibri tra la domanda e l’offerta a livello settoriale o di singolo mercato, ma esclude che questi possano dare origine ad uno squilibrio di lungo periodo tra domanda globale e offerta globale. La possibile carenza di domanda, rispetto all’offerta di un qualche singolo  mercato è compensata dall’eccesso di domanda in qualche altro settore.

La validità della legge di Say, da contrapporre al principio della domanda effettiva keynesiana, produce alcune importanti implicazioni: secondo questa impostazione, infatti, l’economia raggiunge naturalmente la posizione di equilibrio di piena occupazione; la moneta non è efficace sulle grandezze reali ma influisce solo sul livello dei prezzi, in accordo alla teoria quantitativa della moneta; lo Stato non deve intervenire in economia, secondo il principio del laissez faire.

Le ipotesi su cui si basa l’intera architettura di Say sono le seguenti :  che vi sia un mercato in concorrenza perfetta, flessibilità dei salari e che la moneta venga investita o spesa, ma non tesaurizzata.

Si procede quindi alla costruzione di un modello economico astratto, coerente in ogni suo punto, ma assai distante dalla realtà. Tale modello partendo da questi inverosimili  presupposti, arriva con metodo matematico a specifiche conclusioni; viene quindi usato come strumento per misurare le imperfezioni della realtà, con la pretesa che sarà la  realtà stessa a tendere a quanto stimato nel modello teorico.

Oggetto di studio sono tre differenti mercati: il mercato del lavoro, quello dei capitali e quello dei beni e servizi; in particolare si analizzeranno, all’interno di ognuno di essi, il comportamento dell’imprenditore e quello del lavoratore.

Sulla base delle ipotesi di partenza, il ragionamento neoclassico porta alla configurazione di un sistema economico in cui tutti i mercati ( lavoro, capitali, beni), se lasciati liberi di autoregolarsi secondo le leggi di mercato e  escludendo ogni tipo di intervento da parte dello Stato, raggiungono spontaneamente una condizione di perfetto equilibrio: “equilibrio economico generale”. Tale equilibrio generale garantisce da un lato, il perseguimento degli interessi di ogni operatore economico, dall’altro il raggiungimento di un livello di  pieno impiego delle risorse senza problemi di sovrapproduzione .

Graficamente, possiamo così rappresentate la Teoria dell’Equilibrio Economico Generale:

Cosa manca quindi nella teoria neoclassica?

LA MONETA, IL CREDITO, LA SUA CREAZIONE, IL SISTEMA BANCARIO.

La ragione dell’inutilità e dei continui fallimenti delle politiche economiche neoclassiche e dei  modelli economici DSGE risiede nel fatto che questi incorporano e rappresentano  ipotesi di base fasulle, che inevitabilmente portano a conclusioni sbagliate.

Oggi, finalmente, iniziano ad aprirsi delle crepe nella narrazione delle banche centrali che ha avuto il predominio sul fronte scientifico e teorico grazie ad una ampia schiera di economisti, esperti, media che hanno propugnato al pubblico queste menzogne per decenni. E ‘il momento di usare il potere del sistema monetario, per il bene del popolo.

2 commenti su “STEFANO DI FRANCESCO: “Tutta l’economia si basa su una teoria fasulla”

  1. Molto interessante l’analisi del nostro bravo esperto finanziario Stefano Di Francesco sul “modello economico perfetto” a cui dovrebbe adattarsi la realtà. Merita ulteriori approfondimenti l’analisi del rapporto tra il mercato del lavoro, il mercato dei capitali e il mercato dei servizi. Qualsiasi analisi va contestualizzata nella contingenza del tempo e dello spazio, specificando la distinzione tra la macro e la micro dimensione, evidenziando la differenza tra la moneta reale che ha un corrispettivo nei beni e nei servizi prodotti, e la moneta virtuale di natura speculativa che è frutto della truffa di chi la emette. Grazie Stefano. Le tue dotte analisi sono un contributo importante per conoscere la realtà dei veri poteri forti che ci sottomettono e che ci hanno fatto precipitare nel baratro della fine della nostra civiltà.
    Magdi Cristiano Allam

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